lunedì 22 luglio 2013

Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr. Hyde STEVENSON

“Inclino all’eresia di Caino” ripeteva con fare misterioso, “e lascio che mio fratello se ne vada al diavolo come più gli aggrada”. Un modo di pensare, questo, che non di rado gli riservava il destino d’essere l’ultimo rispettabile conoscente, l’ultima benefica influenza nella vita di uomini perduti su strade sbagliate.

Se è segno di modestia  accettare gli amici così come ce li offrono le mani della sorte, ebbene, il notaio era un uomo modesto.

“ E non avete mai chiesto notizie su..sulla casa con quella porta?”, Proseguì Uterson.
“No, signore. Per una questione di discrezione” Fu la risposta.”sono decisamente contrario a fare domande;  è uno stile che mi ricorda troppo il giorno del giudizio. Tu butti lì una domanda, ed è come buttare una pietra. Te ne stai seduto tranquillo sulla cima di una collina e la pietra rotola giù e, a ruota, se ne trascina altre. In men che non si dica , un ignaro vecchietto ( L’ultimo a cui avresti pensato) se la vede piovere in testa mentre se ne sta nel suo giardino e tutta la famiglia è costretta a cambiare nome. No, signore , me ne sono fatto una regola di vita : più una faccenda mi pare equivoca e meno domande faccio”

Innanzitutto perché, come ho imparato a mie spese, ciascuno di noi è condannato a caricarsi sulle spalle il fardello della propria vita, e qualsiasi tentativo di scrollarselo di dosso non serve ad altro che a farne ricadere su noi stessi il peso, più oppressivo  e inquietante di prima.

Eppure mi ci sarei abituato , perché l’abitudine aveva portato –no, non dico a un solliveo- ma una certa callosità dell’anima ,a una certa acquiescenza della disperazione.

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