venerdì 11 dicembre 2020

Ida Magli, Dopo L’Occidente

Il dubbio che, di fatto,nessuno raccoglierà le tracce della nostra esistenza è diventato con il passare del tempo quasi una certezza.  L’Europa, specialmente la parte dell’Europa, più attraente, più ricca, più facile da aggredire-quale L’Italia, la Spagna, la Grecia, la Francia, la Germania-sarà, abitata in maggioranza da africani mussulmani i quali avranno il piacere e il dovere di eliminare tutto ciò che ci appartiene. Siamo bianchi, noi, impuri, infedeli colonizzatori: ricordiamocelo.

 

Una volta padroni dell’Europa, quindi i mussulmani “giustamente” ne distruggeranno “L’europeità”, come è sempre successo, quando una cultura e subentrata a un’altra. I cristiani non hanno forse raso al suolo tutti i templi, tutti gli edifici della Roma pagana, appena sono diventati abbastanza forti per poterlo fare? Hanno distrutto perfino ciò che i romani, con il realismo e la sapienza ingegneristica che li contraddistingueva , avevano costruito al servizio e per il benessere dei popoli sottomessi al loro impero. Strade, mura, ponti, acquedotti, fontane,cloache, terme, giardini, anfiteatri: tutto è stato abbattuto, rifiutandone con l’irrazionalità dell’odio la meravigliosa funzionalità. Quel poco che sarebbe stato troppo faticoso o che non erano in gradi di distruggere (non esistevano le bombe allora: per questo il Colosseo è ancora in piedi) è stato abbandonato alla sicura consunzione del tempo.

 

Se come dicevamo, i cristiani hanno distrutto tutto della civiltà romana, sicuramente almeno altrettanto faranno i mussulmani. Inutile dunque, farsi illusioni: di noi non rimarrà nulla.

 

Ma siamo sicuri che , contrariamente a quanto stanno di certo facendo i governanti di altri popoli per mettere al sicuro la memoria della propria storia, per gli italiani non lo farà nessuno. E’ stato sempre,e continua a esserlo, il nostro terribile destino: essere disprezzati, odiati, traditi dai nostri governanti. Quali che siano stati nel lungo itinerario della storia d’Italia, dalla caduta dell’Impero romano fino ad oggi-Papi, Re, Imperatori, Granduchi, Principi, Dittatori, Presidenti, Deputati, Senatori- non c’è mai stato in questo disprezzo, in quest’Odio, in questo tradimento, nessuna interruzione e nessuna differenza salvo che nel luminoso periodo del risorgimento. Oggi si è tentato di togliere perfino al risorgimento questa luminosità, ma era troppo difficile riuscirvi: è stata l’unica volta in cui gli Italiani si sono ribellati ai governanti, non con ribellioni sporadiche, non con la letteratura, non con la poesia o con la musica, ma con le armi.

Gli Italiani sono stati sempre per i loro governanti esclusivamente l’oggetto, il corpo disprezzatissimo,anche se indispensabile, sul quale poggiare i piedi; lo strumento per raggiungere ed esercitare il potere: nient’altro.

 

Costante terribile, destino quello degli Italiani e tuttavia forse inevitabile: la storia dimostra che nessun potere straniero è mai riuscito a impossessarsi dell’Italia senza la complicità e il tradimento di qualcuno dei suoi governanti.

 

La questione della sovranità monetaria è ormai ben nota a tutti: adottando l’Euro l’Italia ha rinunciato a battere moneta e di conseguenza ha perduto lo strumento principale della propria indipendenza. Non è più uno stato sovrano e, come si è visto chiaramente con il passare degli anni, è costretta a pagare il denaro che le viene fornito dalla banca centrale Europea con interessi sempre più alti fino a quando non potrà più reggere. Siccome però la dicitura Banca centrale Europea copre il fatto che i soci azionisti di questa banca sono soggetti privati, in realtà gli Italiani, il loro lavoro , il loro patrimonio, il loro territorio, i loro redditi, le loro aziende si trovano a essere non soltanto sotto controllo , ma a causa del debito, messi in garanzia degli stessi banchieri, proprietà di costoro.

 

Alla pari dei governanti che lo hanno preceduto, Berlusconi ha poggiato i piedi sul corpo dell’Italia e gridando, come ogni traditore che si rispetti, di amarla con tutta l’anima, l’ha puntualmente consegnata ai dittatori banchieri D’Europa. Attore bravissimo e ubbidientissimo, nel fiume di parole vuote che ha pronunciato in tutti questi anni di pseudogoverno, è riuscito a non dire mai nulla del suo inginocchimento al servizio dell’Europa.

 

Le normative dell’Unione Europea nei campi più delicati dell’etica garantiscono il predominio dell’individuo sulla società, cosa che già di per sé segnala che si odia il gruppo, che se ne vuole la disintegrazione e la morte. Quale senso dare se non questo ai circa 11000 aborti di stato annuali in Italia, mentre ci compiono sforzi inauditi per far nascere un bambino da una donna di settantacinque anni?

...In realtà quello che interessa qui nel lavoro di Hazard è aver messo l’accento sull’esistenza di una crisi dovuta al capovolgimento delle basi della vita collettiva. Si passa, infatti , dai divieti iniziali, tutti rivolti al comportamento sociale -non mangiare la mela dall’albero della conoscenza, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso e così via- ai diritti dell’individuo, come se-questo l’errore fondamentale-fossero questi diritti a fondare la società. Proclamare la carta dei diritti dell’Uomo è sembrato a tutti  un capovolgimento positivo, tutt’uno con il proclamare la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la tolleranza, l’amore universale. C’erano, invece, in questo passaggio le premesse per la fine della cultura e della società occidentale. Dove si colloca , infatti il potere nella società dei diritti?

Nessun potere è potere se non comanda. Nessun potere è potere se non possiede un copro che gli obbedisce.

La società medioevale dei doveri era diversa da tutte le altre società, che pure naturalmente sono state sempre società dei divieti e di conseguenza dei doveri, non per il principio di dovere in sé, ma per l’assolutizzazione del dovere nel sacro e tramite il sacro,e per l’estensione del principio del dovere relativo al sacro anche ai detentoti del potere.

...E’ vero con la dichiarazione dei diritti finalmente la natura, gli Dei, Dio sono stati esautorati di ogni loro potere, ma non è l’uomo a trionfare sono i governanti. I governanti, infatti, hanno preso il loro posto, sono essi stessi adesso: Natura, Dei, Dio. Come tali creano l’uomo: gli garantiscono il diritto a esistere, mangiare, coire, procreare. Discende da questo mondo aberrante, una trasformazione del potere di coloro che governano quale non si riesce neppure ad immaginare il potere di Dio se non attribuendogli “l’onnipotenza”. Per i governati si è realizzata la promessa di Lucifero.”Diventerete come Dei”. E nella qualità di Dei avrete nelle mani i sudditi, finalmente diventati oggetto assoluto del potere visto che non esite più limite, che era comune a tutti, della dipendenza da Dio. Non esiste di conseguenza neanche la coscienza personale, sostituita da quella dei governanti.

 

La maggioranza dei cittadini è convinta invece, piegata dall’imbonimento dei partiti politici, ovviamente interessati ad aumentare il più possibile il potere che lo stato sia molto libertario se, come avviene , legalizza ogni suo gesto, ogni suo desiderio, ogni suo vizio e non si rendo conto di aver perso l’unica vera libertà, quella della coscienza.

 

Quali caratteristiche presenterà quella parte geografica del mondo,che corrisponde all’Europa, in particolare all’Europa d’occidente, verso la metà del 2000? Si può affermare con quasi assoluta certezza che la cultura che oggi siamo soliti indicare con il nome di occidentale e che la caratterizza, sarà quasi del tutto scomparsa. Si può anche presumere che il processo di estinzione avverrà molto rapidamente. Il motivo è evidente: le culture vivono attraverso gli uomini che ne sono portatori. Verso il 2050 l’Europa sarà abitata da un gran numero di Africani insieme a gruppi di media consistenza di cinesi e di mediorientali, a causa della continua e massiccia immigrazione dall’Africa e dall’Oriente e dell’altissima prolificità di queste popolazioni, superiore in genere di almeno cinque volte quella degli Europei. Il 1° gennaio 2012 tutti i giornali hanno gridato di esultanza perché i primi nati in Italia durante la notte di capodanno erano stranieri: un dato di fatto sufficiente a far capire quale sia il destino dell’Italia e dell’Europa: la scomparsa dell’Italianità e la fine del Europei già in atto. Tanto più poi la fine è assicurata perché i governanti e i loro sacerdoti i giornalisti ne godono. Come ho già rilevato più volte , è questo il segno più sicuro. Ci troviamo nella paradossale situazione in cui il medico è felice che i suoi pazienti muoiano e vi contribuisce attivamente esortandoli a far presto. La Morte dell’Italia è già in atto soprattutto per questo: nessuno combatte per farla vivere, persino perché nessuno la piange. E’ contro natura, contro la realtà dei sentimenti umani, ma è così: stiamo morendo nel tripudio generale, con una specie di suicidio felicemente assistito dai nostri stessi leader, governanti e giornalisti. Non per nulla l’idea del suicidio assistito è nata in Occidente.

 

Si tratta infatti, di un fondamentalismo radicato nell’idea ossessiva che la salvezza degli stati dipenda dal mercato e dalla crescita. Il fatto che questa teoria sia errata non li tocca e non li può toccare visto che, se la salvezza del mondo dipende dal mercato è perché i sacerdoti (gli esperti, i tecnici) del mercato e della crescita sono loro, gli economisti. Potrebbero mai i sacerdoti di una qualsiasi religione affermare che Dio non esiste? Quindi mercato e crescita sono diventati ormai concetti e termini assoluti e al tempo stesso apotropaici , analogamente agli enormi falli priapeschi che un tempo sorgevano nei campi a proteggere le messi.

 

Non si fanno più guerre però! Obiettano felici a coloro che si lamentano di questo enorme accrescimento di potere. Ma come avrebbero potuto crearsi un Impero, dopo l’immensa catastrofe del secondo conflitto mondiale, se non inventandosi un sistema che non comportasse guerre? L’idea è stata brillantissima: capovolgiamo il principio, affermiamo che dobbiamo costruirci un impero proprio per non farci più guerre. Non hanno detto, però, che il risultato sarebbe stato simile a una guerra, anzi molto più grave: saranno distrutti, non gli edifici ma gli stati, le Nazioni non esisteranno più, i popoli non avranno né nome, né voce, come appunto capita ai vinti. Sempre di morte si tratta, quindi. Non per nulla un recente fascicolo di limes, rivista di geopolitica che di solito non ha paura delle parole, è intitolato: alla guerra dell’Euro. Non si vedono i cannoni, ma ha già cominciato a scorrere il sangue di coloro che falliscono, che si suicidano. Del resto, finora non si sono fatte guerre soltanto perché abbiamo accettato di essere dominati dalla Germania e dalla Francia. La situazione non è molto diversa dal passato in cui le guerre si facevano quando qualcuno reagiva all’aggressione e alla dominazione straniera, mentre bastava sottomettersi per non farle. Chi lo sa meglio degli Italiani, che le cose sono sempre andate in questo modo? Sono rimasti per secoli sotto il dominio altrui fino a quando non si sono decisi a fare una guerra quella del risorgimento. Sarebbe bastato rimanere sudditi dell’Austria e del Papa per non fare neanche quella.

 

La morte-è chiaro- fonda il tempo (il tempo umano) in quanto crea una cesura, un’interruzione, una misura. Ma visto che gli Ebrei sono il popolo eletto, prediletto da DIO, o meglio sono il popolo per antonomasia Dio farà qualcosa per salvarlo dal destino di morte cui è condannato. Comincia così il tempo dell’attesa un tempo ovviamente strettamente legato alla fede degli ebrei. Fede e attesa sono le caratteristiche determinanti della cultura ebraica, caratteristiche che la rendono simultaneamente forte e debole così come è forte e debole il tempo configurato come attesa. L’attesa infatti, non è un vero e proprio tempo in quanto nell’attendere non si vive il presente ma il futuro, protesi verso ciò che ancora deve venire.

…La direzione del tempo è cambiati ugualmente perché è stato affermato che il salvatore era Gesù e di conseguenza l’attesa era comunque finita. E’ cominciato un tempo in divenire che non ritorna mai su se stesso e che non ha di per sé nessuna meta da raggiungere. E’ questo il tempo sulla terra, quello degli uomini affidato esclusivamente all’azione degli uomini.: il tempo dell’occidente.

 

In occidente si è posto l’accento sull’umanità del cristo, quindi sul fare, sul soffrire, sul voler vivere la vita e combattere la morte, mente in oriente si è posto l’accento sulla trinità di Dio, che ovviamente comporta la contemplazione dell’al di là e non dell’agire di qua.

 

La forza dell’intelligenza Europea, infatti, è quella della profondità, della creatività, della sottigliezza critica. I test sono fondati, invece , sulla soluzione di problemi banali nel più breve tempo possibile, ossia delle doti che vengono apprezzate negli americani. In Europa saranno dunque scartati i migliori ed emergeranno non soltanto i mediocri, ma anche quelli privi delle reali doti che possiedono i Francesi, i Tedeschi, gli Italiani, gli Inglesi come la capacità dialettica nella conversazione, la proprietà di stile nella parola detta e scritta, l’intuizione di ciò che è importante per lo sviluppo del pensiero. Insomma, l’intelligenza dalla quale è nata la civiltà Europea.

 

Sarebbe importantissimo scoprirlo, proprio per conoscerci e comprenderci di più,alla pari anzi in maggior profondità che con lo studio delle lingue, ma è proprio ciò che i governanti e i leader occidentali non vogliono: avere la conferma scientifica di qualcosa che tutti, più o meno intuiscono: ossia che i tratti culturali di base possono essere, o per meglio dire , siano quasi certamente ereditari.

 

In Europa ci saranno gli Africani, non dimentichiamolo. Mussulmani con i quali forse tenere aperte le vie del commercio, sempre che ci si riesca, ma nient’altro. Lo abbiamo già visto: gli Africani non produrranno né scienza, né tecnica, ne arte che possano attirare la Russia. Saranno, invece popoli essenzialmente da respingere da combattere probabilmente anche con le armi, ma dai quali la Russia non avrà nulla da apprendere, tanto meno da imitare.

 

Il futuro del mondo, quindi , non è facilmente prevedibile dal punto di vista strettamente politico. Lo è invece  dal punto di vista culturale e religioso, in quanto, con la scomparsa della civiltà Europea e il connesso esaurimento del cristianesimo, sarà l’islamismo a combattere ovunque per il predominio,a cominciare ovviamente da quei paesi dell’Est europeo dove risiedono già forti gruppi islamici e forse, anche dalla Russia. Ma sarà la Russia a conservare e a proiettare in qualche modo, anche senza accorgersene e senza volerlo, lo spirito della civiltà Europea sul resto del mondo.