lunedì 30 dicembre 2013

Recensione : La scopa del sistema di David Foster Wallace

Al secondo romanzo di David Foster Wallace si giunge ad una sola certezza, che non esiste più il senso del finale. Ci sono delle ombre, degli indizi, delle mezze parole o delle metafore (fin dall'inizio della narrazione) ma il romanzo chiude sempre senza una fine. Forse Wallace, magistralmente ci vuole suggerire, che in in mondo devo ci si illude di sapere tutto, possiamo solo ipotizzare come andrà ad evolversi una storia o una situazione che coinvolga l'immensità di una forma, che fragilmente assume un uomo. Nei suoi romanzi lanciati verso un finale che non arriverà mai, abbozza solo un tassello del polimorfico mosaico che è la natura umana. La capacità di comprenderla, nonostante gli immensi strumenti che offre il parallelismo delle infinite vite che la circonda rimane un'utopia; sappiamo tutto di Leonore ma la fine della sua storia rimane alla vastità delle più svariate ipotesi. Bello, brutto? Forse, ma intricatamente al di là di una fine o un fine, irrimediabilmente un romanzo moderno, sospeso nel contesto dell'universo che lo circonda.

lunedì 16 dicembre 2013

Fra la logica ed il sentimento scegliete la logica, perchè vince

Fra la logica ed il sentimento scegliete la logica, perchè vince. La logica aumenta l'efficienza dei processi; tutto quello che non è fatto secondo logica verrà corroso dalla prova del tempo. Il tempo è un gran banco di prova; perchè lavora le strutture che sono tenute in piedi artificialmente, ed è quindi una buonissima unità di misura. Non escluderei del tutto l'intuito; ma lo porrei sotto un giogo di un rendimento (intensità stimata per durata prevista o misurata diviso l'entità dell'energie spese per mantenere il sentimento in servizio). Dare un unità di misura significa conoscere in maniera oggettiva e la conoscenza è fondamentale per il controllo dei processi; dare un rendimento serve per capire dove indirizzare gli investimenti.

Al di là della volontà del singolo....

Non credo nelle società segrete o nell'intenzionalità delle scelte. Come un orologiaio non segue il meccanismo che ha creato una volta avviato; alla stessa maniera di un orologio si muove la società del XXI. Dati i programmi base, attualmente la società si sta evolvendo, in modo del tutto autonomo dalle persone e dalle correnti politiche. L'efficienza raggiunta nell'ultimo secolo è frutto di questa programmazione base, collimata in un intelligenza collettiva. Il XXI secolo è figlio dell'organizzazione umana al di là dell'individuale. Volete capire come si muove il 21° secolo è inutile concentrarsi sui personaggi; tornate agli schemi di progetto di chi ha creato il meccanismo.

domenica 15 dicembre 2013

Ucciso da una certezza

Sono le certezze che uccidono; tutto quello che è certo crea una prigione, da cui uscirne diventa difficile perchè le certezze sono comode. Uno deve traballare; distruggere tutto quello che crea sicurezza, si è sicuri solo in una prigione. La vita pretende il dubbio, lo sbaglio, la sbandata...e la fatica di dover sempre ricominciare da capo. Basta non avere timore di sbagliare, perchè cadere nell'errore è vita; cadere e ricominciare più forte di prima è segno di un carattere che non ha paura

martedì 3 dicembre 2013

Guardando torvo da Campo Dei Fiori

Forse "Dio esiste" non è mai stato il problema, ma che pretenda un atto di fede o il credere acritico è un lusso che si poteva permettere quando eravamo nelle caverne e al freddo e al gelo aspettavamo la sua salvezza. Siamo nel 2013 ed è oggettivo che una grossa mano per migliorare le nostre condizioni di vita, attenuare le nostre paure, ce la siamo dati da soli. Se è veramente un padre, capirà che la sua assenza, perchè supervisionava e gestiva dall'alto,  non ha riempito le nostre fobie, attenuato le nostre incertezze e quindi perdonerà i nostri sbagli. Se al contrario è un essere superiore che indirizza le nostre vite, allora ci ha reso  dei semplici schiavi, i suoi burattini per il teatrino della domenica pomeriggio; in questo caso chiedergli che faccia di noi ciò che vuole mi sembra che è una sottomissione che non meritiamo. In tutti e due i casi sospendere il giudizio mi sembra l'atteggiamento più ragionevole. Dicono che senza Dio non può esserci una morale;ma è perchè siamo andati a cercarla troppo lontana, busta scrutare nella natura umana, il senso di comunità di solidarietà sono caratteristiche istintuali ereditati dall'essere animali sociali. Tirarle fuori dall'uomo e calarle dall'alto è un ottimo metodo per snaturarle e corromperle, deviarle dalla realtà ed usarle a fini che hanno poco di "divino" e molto di umano. Non dico che la chiesa deve sparire, ma deve riformarsi; deve capire che il mondo ha scelto di stare dalla parte di Giordano Bruno che la guarda torvo da campo dei fiori.

l'immensità della nostra ignoranza e la instabilità del nostro essere

Guarda quello è impossibile, è difficile...poi arriva un povero cretino che non ce lo sa e lo fa. Spesso la strada che pensiamo non esista,è tale perchè non l'abbiamo mai tentata o percorsa. Bisogna credere, fondare valori e regole, ma allo stesso tempo dobbiamo avere il coraggio di cambiarli metterli in discussione quando queste assumano la forma delle nostre gabbie. La libertà più pura, è la capacità di andare con lo sguardo, al di là anche delle proprie certezze; siamo atomi in una forma transitoria in un universo infinito, l'unica certezza sono l'immensità della nostra ignoranza e la instabilità del nostro essere. I nostri orizzonti devono andare al di là del bene e del male.