lunedì 22 luglio 2013

“Ancora!...” Goethe

Che la vita non sia che un sogno ,è un pensiero che è già occorso a molte persone ,anche in me esso nasce assai spesso.
Quando vedo le barriere oltre le quali sono chiuse le forze attive e indagatrici dell’uomo ; quando vedo come tutta la nostra attività ha per solo scopo la soddisfazione di bisogni ,i quali a loro volta ad altro non servono che a prolungare la nostra povera esistenza , e poi mi accorgo che la nostra tranquillità su certi punti dell’indagine del pensiero  non è che trasognata rassegnazione ,solo perché riusciamo a dipingere figure e variopinte e paesaggi luminosi sulle pareti che ci tengono prigionieri …… Tutto questo Wilhelm mi fa ammutolire .Mi rinchiudo in me stesso ,e trovo un mondo!E anche questo fatto più di presentimenti  e di oscure bramosie ,che di realtà  e di energie vitali.
E allora tutto dilegua davanti ai miei sensi come in una nebbia e sorrido trasognato continuando la mia vita.Che i bambini non sappiano ciò che vogliono, su questo  punto sono d’accordo tutti i maestri e gli uomini di dottrina; ma anche gli adulti, come bambini, si muovano tentoni su questa terra, anch’essi, come quelli, senza sapere da dove ven­gono e dove vanno e che altrettanto poco agiscano con scopi veri e reali e si lascino governare a biscotti e bacchettate... que­sta è cosa che nessuno crede volentieri, e tuttavia a me pare una verità che si può toccare con mano.
Ammetto volentieri, perché so quello che vorresti dirmi in proposito, che i più felici sono proprio coloro che, come i bam­bini, vivono alla giornata, portando a spasso, vestendo e spo­gliando le loro bambole, e girano con grande rispetto e sogge­zione intorno al cassetto dove la mamma tiene chiusi gli zucche­rini, e quando poi alla fine hanno avuto quello che desidera­vano, lo divorano a quattro palmenti gridando: “Ancora!...”
Quelle sono creature felici. E bene stanno anche coloro che sanno dare grandi nomi pomposi alle loro miserabili occupa­zioni o perfino alle loro passioni e le prospettano al genere umano come straordinarie imprese compiute per la sua salute e il suo benessere. Beato colui che può passarsela così! Ma chi in umiltà riconosce dove va a finire ogni umano sforzo, chi vede con quanta buona grazia ogni bennato cittadino sa trasformare in paradiso il proprio giardinetto e con quanta infaticabile soler­zia anche il più sventurato continui a trascinarsi per la sua strada, ansimante sotto il suo pesante fardello, e tutti hanno un unico, comune interesse, godere anche solo un minuto di più la luce del sole... si, costui rimane in silenzio e si costruisce un pic­colo mondo solo per sé, ed è ugualmente felice di essere un uomo. E allora, per quanto costretto si senta, continua a portare in cuore il dolce sentimento di essere libero e di poter abbando­nare questo carcere quando lo voglia.

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