lunedì 22 luglio 2013

Dannazione di Chuck Palahniuk

Partendo da questi presupposti , pare in effetti stereotipato e banale arrivare all’inferno e mettersi a piangere e protestare e stracciarsi le vesti perché ci si ritrova immersi nei liquami fognari o scaraventati su un letto di lame di rasoio incandescenti. Strillare e agitarsi pare…da ipocriti, come se dopo aver comprato un biglietto ed essersi accomodati sulla poltroncina a guardare Jeande Florette, tutt’a un tratto ci si lagnasse del fatto che gli attori parlano francese. O come quelli che vanno a Las Vega per poi blaterare di quant’è pacchiana. Certo, anche i casinò che tentano un minimo di eleganza , con i lampadari di cristallo e le vetrate colorate, perfino quelli sono invasi dal frastuono e dalla cacofonia delle slot machine di plastica che sparano luci lampeggianti per catturare l’attenzione. In situazioni del genere, chi si lamenta e mugugna è forse convinto di dare un contributo, ma in realtà non fa che aggiungere fastidio al fastidio.

Certo, magari donano mille dollari per costruire una scuola in Pakistan, ma poi ne sborsano mezzo milione per girarci un documentario, organizzare conferenze stampa e interviste, e fare in modo che tutto il mondo venga a conoscenza del loro gesto.

Se chiedeste a mio padre come,secondo lui, una persona debba scegliere il proprio indirizzo professionale, lui vi risponderebbe “ Non prendete appuntamenti con l’infato”. E il senso è: bisogna stabilire il proprio ritmo da sé, senza dimenticarsi, ogni tanto, di rallentare. Nessun lavoro è per sempre. Per cui rilassatevi, e cercate di divertirvi un po’.

Se doveste chiedere un consiglio a mio padre ,lui vi direbbe : “il segreto di un comico di successo è non smettere mai di parlare finché non sente qualcuno ridere”. E il senso è: insistete. Il senso è : siate determinati. Fate ridere una persona e poi, facendo leva su quella risata, create altre risate. Non appena qualcuno deciderà  che siete divertenti, un numero crescente di persone comincerà a dargli ragione.

Tornando indietro attraverso la grande pianura di vetri rotti, Leonard ci spiega che per gli antichi greci l’adilà era l’Ade, un posto dove sia i corrotti sia gli innocenti andavano a dimenticare i peccati e i residui di ego delle loro vite terrene. Gli ebrei credono nello Sheol, che grosso modo significa “il luogo dell’attesa”. Anche lì si radunano tutte le anime, indipendentemente dai loro vizi e dalle loro virtù, per riposare e trovare pace, abbandonando le trasgressioni passate e gli attaccamenti terreni. L’inferno concepito come clinica di disintossicazione, anziché come un luogo in cui venire puniti con il fuoco. Per buona parte della storia dell’umanità,dice Leonard, l’inferno è stato immaginato come una sorta di ospedale dove andare a curarsi la dipendenza dalla vita.

Forse il fatto di morire-più ancora di farsi bocciare, o farsi arrestare , o mettere incinta una ragazza che ti porti al ballo studentesco- forse è questa la ragione più grande e irreversibile delle cazzate che potessimo fare. Ma nessuno tira fuori l’argomento e non lo faccio nemmeno io.

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