lunedì 22 luglio 2013

In un angolo remoto dell'universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c'era una volta. Nietzsche

Forse un demone insensibile non saprebbe dire altro di tutto ciò che noi chiamiamo, con superba metafora, «storia del mondo» e «verità» e «gloria», se non queste parole: « In un angolo remoto dell'universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c'era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza.Fu il minuto più tracotante e più menzognero della storia del mondo, ma tutto ciò durò soltanto un minuto.Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire.Era anche tempo: difatti, sebbene si vantassero di aver già conosciuto molto, alla fine avevano scoperto, con grande riluttanza, di aver conosciuto tutto falsamente.Essi perirono, e morendo maledissero la verità.Così accadde a quei disperati animali che avevano scoperto la «conoscenza».Tale sarebbe la sorte dell'uomo, se egli fosse soltanto un animale conoscente; la verità lo spingerebbe alla disperazione e all'annientamento; la verità di essere eternamente condannato alla non verità.All'uomo per contro si addice soltanto la fede in una verità raggiungibile, in un'illusione cui ci si avvicina con fiducia.Non vive forse, propriamente, attraverso un continuo essere inganato?Forse che la natura non gli nasconde la maggior parte delle cose, amzi addirittura quelle che gli sono più vicine, per esempio il suo proprio corpo di cui egli ha soltanto una «coscienza» fantasmagorica?Egli è rinchiuso in questa coscienza, e la natura ha gettato via la chiave.Guai alla fatale curiosità del filosofo, che voglia una volta guardare attraverso una fessura della cella della consapevolezza, in fuori e in basso; forse avrà allora il presentimento che l'uomo, nell'indifferenza del suo non sapere e sospeso nei suoi sogni per così dire sul dorso di una tigre, poggia su qualcosa di avido, insaziabile, disgustoso, spietato, micidiale.«Lasciatelo stare» esclama l'arte.«Risvegliatelo» esclama il filosofo, nel pathos della verità.Ma egli stesso sprofonda, mentre crede di scuotere il dormiente, in un magico sonno ancora più profondo - forse egli sogna allora le «idee» oppure l'immortalità.L'arte è più potente della conoscenza, poiché essa vuole la vita, mentre la conoscenza raggiunge come suo fine ultimo soltanto - l'annientamento.

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