lunedì 22 luglio 2013

Il Dio di dentro e il Dio di fuori...Luigi Pirandello

Al tempo che conducevo a spasso Bibì, la cagnolina di miamoglie, le chiese di Richieri erano a mia disposizione.
Bibì a tutti i costi ci voleva entrare.
Alle mie sgridate, s'acculava , alzava e scoteva una delledue zampine davanti, starnutiva, poi con un'orecchia sù e l'altra giù stava aguardarmi proprio con l'aria di credere che non era possibile , non erapossibile che a una cagnolina bellina come lei non fosse lecito entrare inchiesa. Se non ci stava nessuno!
A me era sempre bastato finora averla dentro, a mio modo, ilsentimento di Dio. Per rispetto a quello che ne avevano gli altri , avevosempre impedito a Bibì di entrare in chiesa; ma non c'entravo nemmeno io. Mitenevo il mio sentimento e cercavo di seguirlo stando in piedi, anzichè andarmia inginocchiare nella casa che gli altri gli avevano costruito.
Quel punto vivo che s'era sentito ferire in me quando mia moglie aveva riso nel sentirmi che nonvolevo più mi si tenesse in conto d’usurajo a Richieri, era Dio senza dubbio:Dio che s’era sentito ferire in me, Dio che in me non poteva più tollerare chegli altri a Richieri mi tenessero in conto d’usurajo.
Ma se fossi andato a dire così a Quantorzo o a Firbo e aglialtri socii della banca, avrei dato loro certamente un’altra prova della miapazzia.
Bisognava invece che il Dio di dentro, questo Dio che in mesarebbe a tutti ormai apparso pazzo, andasse quanto più contritamente gli fossepossibile a far visita e a chedere ajuto e protezione al saggissimo Dio difuori, a quello che aveva la casa e i suoi fedelissimi e zelantissimi servitorie tutti i suoi poteri sapientemente e magnificamente costituiti nel  mondo per farsi amare e temere.
A questo Dio non c’era pericolo che Firbo o Quantorzos’attentassero a dare del pazzo.
Vintangelo Moscarda, Uno,nessuno e centomila di LuigiPirandello

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