lunedì 22 luglio 2013

Catilina, ritratto di un Uomo in rivolta...di Massimo Fini

Catilina il gladiatore,  Catilina l'avventuriero, Catilina il violatore di vestali è un uomo intrisecamente morale se per moralità non si intende quella ipocrita, bacchettona, baciapile, sessuofoba, borghese del suo secolo ma la moralità profonda di chi è disposto ad andare incontro  alla sua storia fino alle estreme conseguenze e a far fornte, a qualunque prezzo, alle responsabilità che si è assunto verso di sé e verso gli altri. In una società in cui si dice una cosa e se ne pensa un'altra , Catilina dice ciò che pensa, fa ciò che dice e sogna un mondo dove alle parole corrispondono i fatti.
E' per questo che Catilina il forte, il duro, il resistente, il coraggioso, il valoroso, il guerriero soccomberà a avversari tanto più piccini di lui e sarà l'uomo di tutte le sconfitte.

"Ora che il governo della repubblica è caduto nel pieno aribitrio  di pochi prepotenti, re e tetrarchi sono diventuti vassalli loro,  a loro popoli e nazioni pagano tributi: gli altri tutti, valorosi, valenti, nobili e plebei, non fummo che volgo, senza considerazione, senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero. Ma chi, chi se è un uomo, può ammettere che essi sprofondino nella ricchezza e che sperpino nel costruire sul mare e nel livellare i monti, e che a noi manchi il necessario per vivere? Che essi si vadan costrunedo case e case l'una appresso all'altra e che noi non si abbia nessun angolo, tetto per la nostra famiglia? Per quanto comprino dipinti, statue, vasellame cesellato, per quanto abbattano edifici appena costruiti per ricostruinre altri ,insomma per quanto di dilapidino e maltrattino il denaro in tutti i modi pure non riescono a esaurire la loro ricchezza con i loro infiniti capricci. Per noi la miseria in casa, i debiti fuori, triste l'oggi, spaventoso il domani. Che abbiamo , insomma se non l'infelicità del vivere ?" 

..".Quando io guardo a voi, o soldati, quando considero il vostro passato, l'animo mio si riempie di speranza nella vittoria. Me ne stanno garanti i vostri sentimenti, l'età, il vostro merito e in più la necessità che rende forti anche i pavidi. Del resto l'angustia dello spazio in cui siamo ci premunisce da un accerchiamento da parte del nemico tanto più numeroso. E se la sorte sarà malignamente avversa al vostro valore, procurate di non morire invendicati, di non lasciarvi catturare e massacrare a guisa di bestiame, e invece, combattendo da forti, di lasciare al nemico una vittoria che costi lacrime e sangue.."..

.".dopo la battaglia si poté constatare quanta audacia e quanta energia regnassero fra i soldati di Catilina, ognuno di essi copriva dopo morto con il proprio cadavere il posto che, vivo, aveva tenuto in battaglia". Anche i pochi che furono trovati a distanza dal campo , dispersi dalla furia dei nemici , erano caduti a fronte alta, "feriti al petto". Nessuno aveva cercato di fuggire. Nessuno aveva voltato le spalle al nemico. Erano in tremila e tanti ne caddero. "Anche  l'esercito romano però non aveva riportato una vittoria facile e incruenta : i più valorosi o erano caduti in battaglia o ne erano usciti gravemente feriti" . Come aveva chiesto il loro capo i ribelli non erano morti invendicati.  " Catilina venne trovato lungi dai suoi fra i cadaveri dei nemici; respirava ancora un poco ma gli si leggeva sul volto la stessa indomita fierezza che aveva da vivo"

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