lunedì 22 luglio 2013

"A ciascuno il suo" di Leonardo Sciascia

Convinto il commissario, alla ragazza restava da convincere un paese intero, 7500 abitanti, i suoi famigliari inclusi. I quali, appena rilasciata dal commissario , ad ogni buon conto si avventarono su di lei e silenziosamente, tenacemente, accuratamente la picchiarono.

E che se tu cambi stato, e ritieni di toccare la ricchezza e la felicità, ecco che il dolore, la vergogna, la morte più velocemente ti raggiungono.

Ma il fatto è che in questa veste ormai mi ci sto comodo; e tra la comodità e il dispetto ho raggiunto un equilibrio, una perfezione, una pienezza di vita…

Paolo Lauretana, professore di italiano e storia nel liceo classico del capoluogo, era considerato dagli stendenti un tipo curioso ma bravo e dai padri degli studenti un tipo bravo ma curioso.

Era, insomma, un po’ nella condizione di chi, in un salotto o in un circolo, sente enunciare uno di quei problemi a rompicapo che i cretini sono sempre pronti a proporre e, quel che è peggio , a risolvere; e sa che è un gioco insulso , un perditempo: tra gente insulsa e che ha tempo da perdere : e tuttavia si sente impegnato a risolverlo , e vi si accanisce.

Dico cattolici per modo di dire, mai conosciuto in vita mia, qui, un cattolico vero: e sto per compiere novantadue anni…c’è gente che in vita sua ha mangiato magari una mezza salma di grano maiorchino fatto ad ostie: ed è sempre pronta a mettere la mano nella tasca degli altri, a tirare un calcio alla faccia di un moribondo e un colpo a lupara alle reni di uno in buon salute.

No, non a quei vivi che direttamente, materialmente l’hanno ucciso. Ai vivi che l’hanno disamorato, che l’hanno portato a vedere certe cose della vita, a farne certe altre…Ad un’età come la mia uno che ha la ventura di arrivarci è disposto a credere che la morte è un atto di volontà, nel mio caso: a un certo punto sarò stufo di sentire la voce di costui- indicò il giradischi- e il rumore della città, la cameriera che da sei mesi canta di una lacrima sul viso e mia nuora che da dieci anni ogni mattina , si informa sulla mia salute con la speranza appena velata di apprendere che sono finalmente all’amen: e deciderò di morire , così come uno chiude il telefono quando dall’altra parte c’è un seccatore o un cretino.

‎"Ad un certo punto della mia vita ho fatto dei calcoli precisi: che se io esco di casa per trovare la compagnia di una persona intelligente, di una persona onesta, mi trovo ad affrontare, in media, il rischio di incontrare dodici ladri e sette imbecilli che stanno lì, pronti a comunicarmi le loro opinioni sull'umanità,sul governo, sull'amministrazione municipale, su Moravia..Le pare che valga la pena?"
“ No effettivamente no”
“E poi in casa ci sto benissimo; e specialmente qui dentro- levando le mani ad indicare ed accogliere tutti i libri d’intorno-“
“Bella biblioteca disse Laurana”
“Non è che non mi capiti, anche qui dentro , di imbattermi nei ladri, negli imbecilli…Parlo di scrittori beninteso , non di personaggi…Ma me ne libero facilmente; il restituisco al libraio o li regalo al primo cretino che viene a farmi visita”


“E’ strano –pensò- come passeggiando per un cimitero ci si senta bestialmente vivi; magari sarà la giornata”

Era un cretino-Disse don Luigi

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