mercoledì 14 ottobre 2020

Fine settimana in Abruzzo-cosa vedere?

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Brani tratti da "Debito I primi 5000 anni" di David Graeber

","Pensate di potermi prestare un paio di milioni di sterline?”. Ovviamente mi riderebbero in faccia. Ma solo perché sanno che se il mio cavallo non si piazza, non avranno alcun modo di riavere indietro il denaro. Ma immaginiamo che,esista una legge che consenta loro di riprendersi quei soldi accada quel che accada, anche se dovessero – che so? – ridurre in schiavitù mia sorella o vendere i miei organi. Bene, in quel caso, perché non prestarmi i soldi? Perché prendersi la briga di aspettare che qualcuno entri in banca con un progetto fattibile per avviare una nuova lavanderia a gettoni o qualcosa del genere? Fondamentalmente, questa è la situazione che il Fondo monetario internazionale ha creato su scala planetaria, ed è per questo che ci siamo ritrovati con tutte queste banche pronte a sborsare miliardi di dollari per una schiera di manifesti imbroglioni.»"

Il fatto che non sappiamo cosa sia il debito, la flessibilità di questo concetto, è il fondamento del suo potere. Se la storia c’insegna qualcosa, è che non c’è modo migliore per giustificare relazioni sociali fondate sulla violenza del farle sembrare morali per poi riformularle nel linguaggio del debito: soprattutto perché in questo modo sembra che sia stata la vittima a fare qualcosa di male. Lo sanno bene i mafiosi e i comandanti degli eserciti invasori. Per migliaia di anni, uomini violenti sono stati capaci di dire alle loro vittime che queste dovevano loro qualcosa. Se non altro «ci devono la vita», perché non sono state uccise. Una frase emblematica."


Gli storici – in particolare gli storici delle idee – stranamente sono stati molto riluttanti ad affrontare le conseguenze di questa situazione, che più di ogni altra ha causato risentimento e sdegno perpetui. Dite alla persone che sono inferiori: sarà poco probabile che ne saranno compiaciute, ma è sorprendente quanto di rado tale asserzione conduca a una rivolta armata. Dite alle persone che potenzialmente sono uguali, ma che hanno fallito e che non si meritano neanche quello che hanno, al punto che non è più nemmeno loro: sarà più facile alimentare la loro rabbia. Ce lo insegna la storia. Da migliaia di anni, la lotta tra ricchi e poveri prende la forma del conflitto tra debitore e creditore: contese tra i pro e i contro del pagamento degli interessi, schiavitù da debito, cancellazione del debito, restituzione, ripresa di possesso, confisca dei greggi, sequestro dei vigneti, riduzione in schiavitù e vendita dei figli del debitore. Analogamente negli ultimi cinquemila anni le insurrezioni popolari sono cominciate regolarmente nella stessa maniera: con la distruzione rituale dei registri del debito, siano stati tavolette, papiri o libri mastri, a seconda del periodo storico (dopodiché, di solito, i ribelli hanno dato la caccia ai registri di proprietà della terra e delle tasse). Come piaceva dire al grande classicista Moses Finley, tutti i movimenti rivoluzionari del mondo antico avevano un unico programma: «Cancellare il debito e redistribuire la terra».5


"manuali di economia parlano di villaggi immaginari perché non possono parlare della realtà. Perfino alcuni economisti sono stati costretti ad ammettere che la terra del baratto evocata da Smith in realtà non esiste.Altrimenti l’economia come disciplina sarebbe stata inventata dai sumeri, o comunque molto prima del 1776, quando fu pubblicata La ricchezza delle nazioni."



"Smith difendeva l’uso della cartamoneta ma, come Locke prima di lui, credeva anche che il relativo successo della Banca d’Inghilterra e della Banca di Scozia fosse dovuto alla politica di ancorare la moneta in maniera salda ai metalli preziosi. Questa divenne la prospettiva economica ufficiale e le teorie alternative che vedevano nel denaro una forma di credito – come quella abbracciata da Mitchell-Innes – furono presto relegate ai margini e i loro sostenitori descritti come dei tipi strambi, il cui modo di pensare portava a cattive banche e bolle speculative."


qualsiasi valore di scambio.8 La prossima domanda è scontata: se il denaro è solo un metro di valutazione, che cosa misura? La risposta è semplice: il debito. Una moneta in effetti è un impegno a pagare una certa cifra, un «IOU», cioè la forma più elementare di «pagherò»."


"Teorici del credito come Mitchell-Innes sostengono che se anche Henry desse a Joshua una moneta d’oro invece che un pezzo di carta, la situazione resterebbe la stessa. Una moneta d’oro è un impegno a pagare qualcos’altro di valore a essa equivalente. Tutto sommato, una moneta d’oro di per sé non serve a niente. Viene accettata solo perché si suppone che anche altri facciano lo stesso. In questo senso, il valore di un’unità di una data moneta non è la misura del valore di un oggetto, ma la misura della fiducia che si ha negli altri individui.In altre parole, nonostante le tenaci tesi liberiste – anche queste ereditate da Smith – che vogliono stati e mercati in opposizione, la documentazione storica dimostra proprio il contrario: le società senza stati tendono a essere anche società senza mercati."


,"Per i fautori della teoria statale della moneta tutto questo ha costituito un problema. Le storie di governanti che usano le tasse per creare mercati nei territori conquistati, per pagare i soldati o altre funzioni statali hanno scarso fascino. Le idee tedesche che vedevano nella moneta una forma di incarnazione della volontà nazionale non viaggiarono granché bene oltreconfine. Qualunque siano le sue origini, negli ultimi quattromila anni la moneta è stata sostanzialmente una creazione dello stato. Gli individui fanno contratti gli uni con gli altri, scriveva Keynes. Contraggono debiti e promettono di pagarli."


"moneta è stato sempre l’elemento delle tasse. Un conto è spiegare perché i primi stati chiedevano le tasse (per creare i mercati); un altro è domandarsi «con quale diritto?». Partendo dall’ipotesi che i primi detentori del potere non fossero semplicemente dei malavitosi e le tasse le loro estorsioni – nessun teorico del credito, a mia conoscenza, ha adottato un punto di vista tanto cinico, neanche rispetto ai primi stati – rimane da capire come rispondessero a questa domanda."


"La tesi principale è che ogni tentativo di separare la politica monetaria dalla politica sociale è fondamentalmente sbagliato. I teorici del debito primordiale sostengono che le cose sono sempre andate allo stesso modo. I governi usano le tasse per creare moneta e possono farlo perché sono diventati i guardiani del debito che tutti i cittadini hanno contratto gli uni con gli altri. Questo debito è l’essenza stessa della società. Esisteva prima ancora del denaro e dei mercati, che non sono altro che modi per apporzionare il debito."


"La natura umana non ci spinge verso una logica di «scambio e baratto». Piuttosto, ci induce a una continua creazione di simboli, come la moneta, appunto. In questo modo siamo arrivati a vederci in un cosmo circondato da forze invisibili, indebitati con l’universo. Il denaro quindi è quasi sempre qualcosa sospeso a metà tra un bene e il contrassegno di un debito. Per questo probabilmente le monete – pezzi d’argento o d’oro, che sono merci con un valore intrinseco ma che, stampate con l’emblema dell’autorità politica del posto, acquistano un valore aggiunto – rimangono nelle nostre menti come la forma pura del denaro, perché sono perfettamente a cavallo della linea divisoria che definisce cos’è davvero la moneta. In aggiunta, la relazione tra i due significati fu fonte di continuo scontro politico. In altre parole, la battaglia tra stato e mercato, tra governi e mercanti, non è innata nella condizione umana."


La migliore risposta a chi voglia prendere sul serio le fantasie di Nietzsche su cacciatori selvaggi che si fanno a pezzi per non aver saldato un debito è costituita dalle parole di un vero raccoglitore-cacciatore, un inuit della Groenlandia reso famoso nell’Eschimese, un libro dello scrittore Peter Freuchen. Freuchen ci racconta come un giorno, dopo essere tornato a casa affamato in seguito a un’infruttuosa spedizione di caccia al tricheco, trovò un cacciatore a cui la caccia era andata bene che gli stava scaricando qualche centinaio di chili di carne."«Qui nel nostro paese siamo esseri umani. E siccome siamo umani ci aiutiamo a vicenda. Non ci piace sentire qualcuno che dice grazie. Quel che io prendo oggi, tu lo prendi domani. Qui diciamo che i doni rendono schiavi e la frusta rende cani.»"L’ultima frase è un classico dell’antropologia e dichiarazioni simili sul rifiuto di calcolare crediti e debiti si possono trovare un po’ ovunque nella letteratura antropologica sulle società egualitarie dei cacciatori. Piuttosto che considerarsi umano perché può fare calcoli economici, il cacciatore sostiene che essere pienamente umano significa rifiutare di fare calcoli del genere, rifiutarsi di misurare e di ricordare chi ha dato cosa e a chi, per la precisa ragione che un atto simile creerebbe inevitabilmente un mondo dove noi cominciamo a «comparare il potere con il potere, a misurare, a "calcolare», riducendoci a vicenda a schiavi o cani attraverso il debito."


,"Lévi-Strauss, che divenne una divinità intellettuale dell’antropologia, sosteneva la tesi straordinaria che vuole la vita umana composta da tre sfere: il linguaggio (che consiste dello scambio di parole), la parentela (lo scambio di donne) e l’economia (lo scambio di cose). Tutte e tre governate dalla stessa legge fondamentale della reciprocità.3"


anche qui c’è un’interessante tensione, perché le catene di comando dall’alto verso il basso non sono particolarmente efficienti: favoriscono la stupidità di chi sta in alto e il risentimento di chi sta in basso. Più grande è il bisogno di improvvisare, più la cooperazione tende a diventare"

democratica."


"Anche gli autori medievali pretendono di immaginare la società come una gerarchia in cui i preti pregano per chiunque, i nobili combattono per chiunque e i contadini sfamano chiunque: però non è mai venuto in mente a nessuno di stabilire qual è l’equivalente di una tonnellata di frumento in termini di preghiere o protezione militare. Non è stata neanche presa in considerazione l’idea di fare un calcolo del genere. La questione non è nemmeno che a gente «umile» debbano corrispondere cose umili, o viceversa.Il debito è qualcosa di molto specifico, originato da situazioni ancor più specifiche. Richiede innanzitutto una relazione tra due persone che non si considerano sostanzialmente differenti, che almeno potenzialmente sono uguali, almeno nelle cose importanti, e che in un dato momento non si trovano più in uno stato di uguaglianza, ma per i quali c’è la possibilità risolvere la faccenda."


Si tratta di un’innovazione relativamente recente. L’abitudine di dire sempre thank you e please ha iniziato a prendere piede durante la rivoluzione commerciale dei secoli XVI e XVII, in alcuni circuiti della classe media, responsabile della sua divulgazione. Si tratta del linguaggio degli uffici, dei negozi e delle agenzie, e nel corso degli ultimi cinquecento anni si è diffuso per il mondo assieme a queste stesse attività commerciali; un piccolo frammento di una filosofia più estesa, un insieme di credenze sulla natura degli esseri umani, su cosa devono gli uni agli altri, ormai così profondamente inculcate in noi stessi che non siamo più capaci di vederle."

"In questo senso, l’insistenza degli economisti che la vita economica cominci con il baratto, lo scambio di frecce con pali per tende, senza che nessuno si trovi nella posizione di poter stuprare, umiliare o torturare qualcun altro e che le cose continuino a funzionare in questa maniera, è utopicamente ingenua in maniera quasi commovente." Nelle società tradizionali non era assolutamente nell’ordine delle cose che il padre vendesse i propri figli. Si tratta di una pratica con una storia specifica: compare con le grandi civiltà agrarie, dai sumeri a Roma fino alla Cina, proprio nel periodo in cui cominciamo a trovare prove dell’esistenza di denaro, mercati e prestiti a interesse.


,"Tutto questo serve a mettere in evidenza la tesi principale di Rospabé, per cui il denaro può essere visto, nelle economie umane, come il riconoscimento dell’esistenza di un debito che non si può pagare. In certo modo, tutto questo ricorda la teoria del debito primordiale: il denaro emerge dall’ammissione di un debito assoluto verso chi ci ha dato la vita. La differenza è che invece di concepire questo debito nella relazione tra individuo e società o tra individuo e universo, viene immaginato in una rete di relazioni binarie: quasi chiunque in tali società era in un rapporto di debito assoluto verso qualcun altro. Non è che dobbiamo qualcosa alla «società». Se c’è in gioco una qualche nozione di «società» qui – e non è chiaro se c’è –, questa non è altro che l’insieme dei nostri debiti."



"","Tutte le società basate sulla schiavitù tendono a essere contrassegnate da questa dolorosa doppia consapevolezza: sapere che le questioni più alte per cui possiamo batterci sono sbagliate, ma al tempo stesso percepire che tutto ciò è nella natura delle cose."


"una persona poteva essere ridotta in schiavitù erano le stesse: 1) per la legge del più forte: a) per essersi arreso o catturato in guerra; b) per essere la vittima di un sequestro o un’incursione; 2) come sanzione legale per un crimine (incluso il debito); 3) per l’autorità paterna (un padre che vende i propri figli); 4) per la volontaria decisione di vendersi come schiavo;""Ovunque però la maniera considerata più legittima è quella della cattura in guerra. Tutte le altre implicano dei problemi morali. Il sequestro è evidentemente un atto criminale e i genitori che vendono i propri figli devono trovarsi in circostanze disperate."


,"in particolare in quelli databili approssimativamente dal 3000 al 2500 a.C., le donne comparivano in ogni ruolo sociale importante. Gli antichi storici registravano non solo i nomi di svariate sovrane, ma precisavano anche che le donne erano ben rappresentate tra le file di medici, mercanti, scribi, ufficiali pubblici, e in genere erano libere di partecipare a ogni aspetto della vita sociale. Non si può parlare di piena uguaglianza di genere: gli uomini erano ancora predominanti numericamente in tutte queste aree. Tuttavia la sensazione è che fosse diffusa una sensibilità di genere come quella che prevale in gran parte del mondo sviluppato ai nostri giorni. Nel corso dei successivi secoli, tutto questo cambiò. I margini di coinvolgimento delle donne alla vita civile furono erosi; gradualmente, prese forma il modello di famiglia patriarcale che ci è noto, con la sua enfasi sulla castità e la verginità prematrimoniale; l’indebolimento, seguito dalla totale scomparsa del ruolo della donna nella partecipazione al governo, alle professioni liberali e la perdita della condizione legale di indipendenza delle donne, che si ritrovarono sotto la tutela dei mariti. Alla fine dell’Età del bronzo, attorno al 1200 a.C., cominciamo a trovare un numero consistente di donne sequestrate negli harem e (almeno in alcune regioni) costrette a coprirsi col velo. In effetti, sembra che questo rifletta un modello molto più ampio, diffuso su scala mondiale. Si tratta di qualcosa di sorprendente per chi ritiene che i progressi della scienza e della tecnologia, l’accumulazione del sapere e la crescita economica – il cosiddetto «progresso umano» – conducano necessariamente a forme più estese di libertà: per le donne sembra più vero il contrario, almeno fino a epoche recenti. Un simile restringimento delle libertà delle donne si può osservare anche in India e in Cina nella stessa era. La domanda scontata è: perché? La spiegazione classica nel caso sumero attribuisce ogni responsabilità alla graduale infiltrazione di pastori dei deserti circostanti, che presumibilmente"


Legale, tra il titolare del contratto e il contraente: determina che entrambi siano, almeno a un certo livello, sostanzialmente lo stesso tipo di persona. Si tratta ovviamente della forma di uguaglianza più spietata e violenta che si possa immaginare. Ma il fatto che fosse concepita come un’uguaglianza di fronte al mercato ha reso questi accordi ancora più difficili da sopportare.77"


,"giurista tedesco Rudolf von Jhering osservò che l’antica Roma aveva conquistato il mondo tre volte: la prima attraverso i suoi eserciti, la seconda attraverso la sua religione e la terza attraverso le sue leggi."


"Lo stato era sostanzialmente un contratto, una sorta di accordo d’affari in cui i cittadini volontariamente rinunciavano ad alcune delle loro libertà naturali a favore del sovrano. Alla fine, idee simili sono diventate la base per l’istituzione più importante dell’attuale vita economica: il lavoro salariato, che in effetti è la messa in affitto della nostra libertà nella stessa maniera in cui la schiavitù ne era la vendita."


primi quattro capitoli di questo libro hanno descritto un dilemma. Non sappiamo davvero in che termini pensare il debito. O meglio, per essere più precisi, siamo intrappolati tra l’immagine di una società alla maniera di Adam Smith in cui non c’è "quasi posto per il debito – la società come insieme di individui le cui sole relazioni significative sono quelle con i loro beni, che barattano felici per mutua convenienza – oppure sostenere la prospettiva per cui il debito è la sostanza stessa di ogni relazione umana – lasciandoci la sensazione spiacevole che le relazioni umane non siano altro che affari piuttosto disdicevoli e le nostre responsabilità verso gli altri siano in certo modo necessariamente fondate sul peccato e sul crimine. In ogni caso, non si tratta di alternative particolarmente piacevoli."


,"Negli ultimi tre capitoli ho cercato di mostrare che esiste un altro modo per affrontare il problema. Per questo ho sviluppato il concetto di economie umane: quelle in cui ciò che è ritenuto veramente importante degli esseri umani è il fatto che sono un unico nesso di relazioni gli uni con gli altri, e pertanto nessuno potrà mai essere considerato l’esatto equivalente di niente o nessun altro. In un’economia umana, la moneta non è un veicolo per comprare o scambiare gli esseri umani, ma una maniera per esprimere il fatto che ciò non può avvenire. Poi ho proceduto descrivendo come lo scenario precedente abbia cominciato ad andare in pezzi, e gli esseri umani sono diventati oggetti di scambio: prima, forse, con le donne date in matrimonio; quindi, con gli schiavi catturati in guerra. Ciò che queste relazioni hanno in comune, ho osservato, è la violenza. Che si tratti di una ragazza tiv legata e picchiata per essere scappata da suo marito, o di un uomo imbarcato su una nave negriera per andare a morire in una piantagione lontana, il principio è sempre lo stesso: solo con la minaccia di bastoni, corde, lance e pistole si può strappare la gente da quella complicata ragnatela di relazioni con gli altri (sorelle, amici, rivali ecc.) che la rende unica, per poi ridurla a merce."

C’è una linea diretta che discende dalla nuova concezione romana di libertà – non come capacità di formare mutue relazioni con gli altri, ma come una sorta di potere assoluto di «uso e abuso» sullo schiavo vinto, che costituisce il nucleo principale della casa di un ricco uomo romano – fino alle strane fantasie di filosofi liberali vedi Hobbes, Locke e Smith sulle origini della società umana vista come una compagine di maschi di trenta-quarant’anni spuntati dal nulla che abbiano dovuto decidere se cominciare a uccidersi o scambiarsi pelli di castoro."La descrizione del baratto fatta dagli economisti può essere assurda se applicata alle transazioni di un gruppo di vicini della stessa comunità rurale, ma ha molto più senso se si considera,relazione tra un membro della comunità e un mercenario di passaggio."


"L’occasione designata per fare tabula rasa delle relazioni debitorie a Babilonia fu la festa di capodanno, celebrata in primavera. I governanti supervisionarono il rituale di «rottura delle tavolette», ovvero dei documenti che attestavano i debiti, ristabilendo l’equilibrio economico come parte del periodico rinnovamento della società che segue quello della natura. Hammurabi e gli altri sovrani annunciarono questa proclamazione alzando una torcia, che probabilmente simboleggiava Shamash, il dio-sole della giustizia, i cui principi dovevano essere seguiti dai governanti saggi e giusti. Le persone trattenute come pegno per un debito furono rilasciate e poterono tornare alle loro famiglie. Ad altri debitori fu permesso tornare a coltivare la loro terra abituale, liberi da ogni vincolo ipotecario precedentemente accumulato."


"Per esempio, fonti greche riferiscono che il faraone Bakenranef (il cui regno va dal 720 al 715 a.C.) emise un editto per abolire la schiavitù per debiti e annullare tutti debiti rimasti impagati, poiché «gli sembrava assurdo che un soldato, forse proprio nel momento in cui si preparava a combattere per la sua patria, fosse portato in carcere dai creditori per un debito insoluto»"


"È noto che la Stele di Rosetta, scritta in greco ed egiziano, fu la chiave per decifrare e tradurre i geroglifici egiziani. Pochi sono però consapevoli di cosa ci sia effettivamente scritto. La Stele fu eretta originariamente per annunciare un’amnistia, tanto per i debitori quanto per i prigionieri, dichiarata da Tolomeo V nel 196 a.C."


" Durante l’Età assiale, il risultato fu un nuovo modo di pensare alle motivazioni umane, una radicale semplificazione dei moventi che rese possibile cominciare a parlare di concetti come «profitto» e «vantaggio» – come se fosse davvero quello di cui le persone andavano in cerca in ogni aspetto dell’esistenza, come se la violenza della guerra e l’impersonalità del mercato avessero semplicemente permesso a tutti di abbandonare la pretesa che alle persone importasse anche di qualcos’altro.È stato questo a permettere che si potesse ridurre la vita umana a una serie di calcoli fra mezzi e fini, quindi a qualcosa che può essere esaminato utilizzando gli stessi strumenti usati per studiare l’attrazione e la repulsione dei corpi celesti.54 Non è una coincidenza se l’ipotesi di fondo assomiglia a quella degli economisti di oggi, ma con la differenza che si era in un’epoca dove moneta, mercato, stato e guerra erano tutti intrinsecamente connessi; le monete servivano per pagare gli eserciti, che catturavano gli schiavi che estraevano l’oro per produrre le monete; quando concorrenza voleva dire letteralmente che qualcuno poteva essere ucciso, e quindi a nessuno saltava in mente di immaginare che fini egoistici potessero essere perseguiti usando mezzi pacifici. Certamente questo quadro dell’umanità inizia a presentarsi, con impressionante consistenza, in tutta l’Eurasia, ogni volta che vediamo apparire il conio e la filosofia."


"Sembra che i mercati siano dapprima comparsi, almeno nel Vicino Oriente, come effetti collaterali dei sistemi amministrativi di governo. Tuttavia, nel corso del tempo, la logica del mercato si è collegata alle questioni militari, divenendo quasi indistinguibile dalla logica mercenaria propria alle guerre dell’Età assiale, logica che infine conquista il governo stesso, arrivando a definirne lo scopo ultimo.”


"Come risultato, ovunque assistiamo all’emergere del complesso di coniazione militare schiavista, vediamo anche la nascita delle filosofie materialiste. Sono materialiste in entrambi i sensi del termine: da una parte prefigurano un mondo costituito di forze materiali piuttosto che divine, dall’altra sostengono che il fine ultimo dell’esistenza umana sia l’accumulazione di ricchezze materiali, utilizzando ideali quali la moralità e la giustizia come strumenti per tenere a bada le masse. 3. Inoltre, in questi luoghi vediamo anche svilupparsi una reazione filosofica, con scuole di pensiero che esplorano idee come l’umanità e l’anima, cercando una nuova fondazione per l’etica e la moralità. 4. Dovunque alcuni di tali filosofi si votano alla causa dei movimenti sociali, che inevitabilmente si formano in opposizione a queste nuove élite straordinariamente ciniche e violente. Il risultato fu qualcosa di nuovo per la storia umana: movimenti popolari che al contempo erano anche movimenti intellettuali, per il fatto che coloro che contrastavano strutture di potere esistenti lo facevano in nome di una qualche teoria sulla natura della realtà."Dovunque, questi movimenti furono prima di tutto movimenti per la pace, poiché rifiutavano la nuova concezione della violenza, e specialmente la guerra d’aggressione, come fondamento della politica. 6. Inoltre sembra che in ogni dove ci sia stato un impulso iniziale a usare i nuovi strumenti intellettuali forniti dai mercati impersonali per trovare un nuovo fondamento della morale, tentativo che fallì ovunque. Il moismo, con la sua nozione di profitto sociale, ebbe un breve momento di gloria prima di scomparire. Fu sostituito dal confucianesimo, che rifiutava completamente queste idee. Abbiamo già visto come il tentativo di riconfigurare le responsabilità morali in termini di debito – un impulso manifestatosi tanto in Grecia quanto in India – per quanto quasi inevitabile dato il nuovo contesto economico, sembrò dimostrarsi uniformemente insoddisfacente.80 La spinta più forte fu verso l’immaginazione di un altro mondo dove i debiti fossero completamente annichiliti, e con loro tutti i legami terreni, perché i legami sociali erano a questo punto visti come catene, proprio come il corpo è una prigione.In India, Ashoka tentò di rifondare il suo regno sul buddhismo; a Roma, Costantino si rivolse alla cristianità; in Cina, l’imperatore Han Wu-Ti (157-87 a.C.), di fronte a una crisi militare e finanziaria simile, fece del confucianesimo la religione di stato. Di loro tre, alla fine solo Wu-Ti ebbe successo: sotto qualche forma, l’Impero cinese durò per due millenni, mantenendo quasi sempre il confucianesimo come ideologia ufficiale. Nel caso di Costantino, l’Impero occidentale finì in pezzi, ma la Chiesa romana cattolica resistette. Possiamo "In parole povere: se qualcuno riserva lo spazio sociale alla semplice acquisizione egoistica di beni materiali, è quasi inevitabile che presto o tardi qualcun altro creerà un altro spazio sociale in cui poter predicare che, dalla prospettiva dei valori fondanti dell’animo umano, i beni materiali sono del tutto insignificanti; che l’egoismo – o persino l’individualità – è illusorio, e dare sia meglio che ricevere. Se non altro, è sicuramente importante sottolineare che tutte le religioni dell’Età assiale enfatizzano l’importanza della carità, un concetto di cui prima era in dubbio persino l’esistenza."


"La pura avarizia e la pura generosità sono concetti complementari; nessuno dei due potrebbe essere effettivamente immaginato senza l’altro; entrambi possono manifestarsi solo in contesti istituzionali che incentivano,comportamenti così estremi e risoluti; e pare che entrambi siano apparsi insieme quando è entrata in scena l’impersonale moneta, coniata e liquida."

Forse l’insurrezione popolare più paradigmatica in questo senso è la rivolta del Deccan nel 1875, quando i contadini indebitati si ribellarono e iniziarono a distruggere sistematicamente i libri contabili degli usurai del luogo. Sembrerebbe che la servitù per debiti susciti molta più rabbia e rivolta che non un sistema che fatto della disuguaglianza pura la sua stessa premessa."


"declino dell’impero, degli eserciti e dell’economia monetaria, l’ascesa delle autorità religiose, indipendenti dallo stato, che ottennero molta della loro legittimazione popolare dalla capacità di regolare i nuovi sistemi di credito."

"

Anche questo ci può sembrare bizzarro, poiché siamo abituati a pensare che il capitalismo e il mercato siano la stessa cosa, ma, come ha osservato il grande storico francese Fernand Braudel, sotto molti aspetti i due si possono vedere anche come opposti. Mentre i mercati sono delle istituzioni per scambiare merci usando la moneta come mezzo – storicamente, un modo per coloro che avevano un’eccedenza di grano di procurarsi delle candele e viceversa maniera analoga, si credeva che i mercanti fossero avari e sostanzialmente immorali; eppure se mantenuti sotto una stretta supervisione amministrativa, si poteva utilizzare il loro operato per il bene comune.29 Si può pensare quello che si vuole di questi principi, ma i loro risultati sono innegabili. Per la maggior parte della storia la Cina mantenne il più alto tenore di vita al mondo. L’Inghilterra riuscì a superarla solo negli anni venti dell’Ottocento, dopo la Rivoluzione industriale.30"


Questa considerazione è importante, perché spesso la storia tende a ritenere l’esperimento cinese di moneta cartacea una disfatta; i metallisti lo usarono addirittura come prova che la fiat money, ovvero la moneta coperta unicamente dalla potenza dello stato, era sempre destinata al fallimento.57 La cosa è particolarmente strana, poiché i secoli in cui circolava la moneta cartacea sono spesso considerati l’epoca economicamente più dinamica della storia cinese."


,"Dalla prospettiva di una storia mondiale, sembra molto più appropriato considerare il giudaismo, il cristianesimo e l’islam tre diverse manifestazioni della stessa grande tradizione intellettuale occidentale, che per gran parte della storia umana s’incentrò in Mesopotamia e nel Levante, per poi estendersi fino in Grecia in Europa e in Egitto in Africa, ma che talvolta si spingeva più a occidente nel Mediterraneo o lungo il corso del Nilo."


Pare quindi che gran parte della nostra dottrina del libero mercato sia stata presa a prestito da un universo sociale e morale molto diverso dal nostro.93 La furono bollati come eresie e soppressi violentemente, ma molti degli stessi"


"Ciò che risulta evidente confrontando l’Europa con il mondo musulmano è proprio il legame tra commercio, finanza e violenza." La Repubblica di Genova inventò anche un modello unico per finanziare le guerre, noto come sottoscrizione di guerra, dove coloro che pianificavano una spedizione vendevano azioni a investitori in cambio del diritto a una percentuale equivalente del bottino. Furono queste stesse galee, con gli stessi «mercanti avventurieri» a bordo, a oltrepassare le Colonne d’Ercole per risalire la costa atlantica fino alle fiere nelle Fiandre o nella Champagne, cariche di noce moscata o di pepe di Caienna, seta e indumenti di lana – assieme alle indispensabili lettere di cambio."


"filosofi musulmani quanto quelli cristiani ed ebrei: cosa significa dire che possiamo conoscere Dio solo attraverso le facoltà della nostra Ragione, ma che al contempo questa stessa Ragione appartiene a Dio?"


","Legalmente, la nostra nozione di corporation è in gran parte un prodotto del Medioevo europeo. L’idea della società come «persona fittizia» (persona ficta) – una persona che, come scrive Maitland, il grande storico giuridico britannico, «è immortale, può chiamare ed essere chiamata in giudizio, possiede delle terre, ha un suo sigillo, emana dei regolamenti per le persone fisiche di cui è composta»166 – è nata nel diritto canonico con papa Innocenzo IV nel 1250. Le prime entità a godere di questo status furono i monasteri – ma anche università, chiese, municipalità e gilde.Vale la pensa sottolineare tutto ciò perché, mentre noi siamo abituati a pensare che ci sia qualcosa di naturale o di inevitabile nell’esistenza delle società, in termini storici queste sono delle creature strane, esotiche. Nessuna delle grandi tradizioni s’è inventata niente di simile.170 Sono il contributo più propriamente europeo all’infinita proliferazione di entità metafisiche che caratterizzò il Medioevo, oltre che il più duraturo."


Uno degli effetti perversi della peste bubbonica, che uccise circa un terzo della forza lavoro europea, fu che i salari aumentarono in maniera impressionante. Non successe in modo immediato, ma ciò fu a causa delle prime reazioni delle autorità, che fecero passare leggi per congelare i salari o addirittura per legare di nuovo i contadini liberi alla terra. Questi sforzi si scontrarono con una decisa resistenza, che culminò in una serie di rivolte popolari in tutta Europa. I tumulti furono soppressi, ma le autorità furono costrette al compromesso. In breve tempo, nelle mani delle persone comuni stava arrivando così tanto denaro che i governi dovettero iniziare a introdurre legislazioni che vietassero alle persone di bassa estrazione sociale di indossare seta ed ermellino, e limitarono i giorni di festa, che in molte città e in molte parrocchie occupavano un terzo dell’anno, talvolta addirittura la metà. Infatti, il quindicesimo secolo è considerato il culmine della festosità medievale, con i suoi carri allegorici e i suoi dragoni, le sue danze e le birre, i suoi Abati dell’Irragionevolezza e i suoi Signori del Malgoverno.1"


"Si trattò di una battaglia politica, ma anche di una disputa concettuale sulla natura della moneta. Il nuovo regime di moneta metallica poteva essere imposto solo con una violenza senza precedenti – non solo oltremare, ma anche in patria. In gran parte d’Europa, la prima reazione alla «rivoluzione dei prezzi» e alle recinzioni delle terre comuni che la accompagnò non fu molto diversa da quella che si era appena verificata in Cina: migliaia di ex contadini in fuga oppure costretti ad abbandonare i propri villaggi per diventare vagabondi o «uomini senza signore», un fenomeno che culminò in insurrezioni popolari. Tuttavia, la risposta dei governi europei fu completamente diversa rispetto al caso cinese. Le ribellioni furono schiacciate, questa volta senza nessuna concessione. I vagabondi furono intercettati e spediti nelle colonie come lavoratori forzati, o vennero reclutati negli eserciti e nelle marine coloniali – oppure messi al lavoro nelle fabbriche in patria. Quasi tutto questo fu compiuto attraverso una manipolazione del debito. Come risultato, la stessa natura del debito divenne uno dei principali oggetti del contendere."


"colonizzatori scelsero di utilizzare la servitù per debiti: il solito trucco di stabilire tasse molto alte, prestare denaro a interesse a quelli che non potevano pagarle per poi domandare che il debito fosse saldato con il lavoro."


E caratteristica peculiare del capitalismo moderno. La struttura della società per azioni è un esempio molto istruttivo – e non è affatto una coincidenza che le prime grandi società per azioni del mondo furono le Compagnie delle Indie inglesi e olandesi, istituzioni che avevano gli stessi scopi di esplorazione, conquista e sfruttamento che avevano motivato i conquistadores. Si tratta di una struttura costruita per eliminare tutti gli imperativi morali tranne quello del profitto. I dirigenti che prendono le decisioni possono sostenere – e lo fanno regolarmente – che, se stessero gestendo il proprio denaro, ovviamente non licenzierebbero impiegati che hanno lavorato in azienda tutta la vita una settimana prima del pensionamento, o che non scaricherebbero rifiuti tossici e cancerogeni vicino alle scuole. Eppure sono moralmente costretti a ignorare queste considerazioni, perché stanno agendo come semplici dipendenti, la cui unica responsabilità è garantire il maggior rendimento possibile all’investimento degli azionisti dell’azienda (ovviamente, a questi azionisti non è dato esprimere la loro opinione). Figure come Cortés sono istruttive per un’altra ragione."


,"Questa sembra essere la grande differenza. Nell’Età assiale, la moneta era uno strumento dell’impero. Per un governante, poteva essere conveniente incoraggiare mercati in cui tutti avrebbero trattato il denaro come un fine autonomo; al tempo, i governanti possono addirittura essere arrivati a concepire l’intero apparato statale come una macchina per fare profitti; ma il denaro rimase sempre uno strumento politico. Questo è il motivo per cui in seguito al collasso degli imperi e alla smobilitazione degli eserciti il sistema poteva semplicemente disfarsi. Nel nuovo ordine capitalistico che andava affermandosi, fu garantita l’autonomia all "logica del denaro; il potere politico e quello militare furono poi gradualmente riorganizzati intorno a questa logica. Vero, si tratta di una logica finanziaria che non avrebbe mai potuto esistere senza l’appoggio iniziale di stati ed eserciti. Come abbiamo visto nel caso dell’islam medievale, in vere condizioni di libero mercato – in cui lo stato non ha un ruolo significativo nella regolamentazione del mercato, nemmeno nel far valere i contratti commerciali – non si svilupperanno dei mercati puramente competitivi, e sarebbe effettivamente impossibile riscuotere dei prestiti a interesse. In realtà, fu solo la proibizione islamica dell’usura a rendere possibile la creazione di un sistema economico separato dallostato."


"Nel 1525, l’anno successivo al sermone di Lutero, ci fu una grande sollevazione di contadini, minatori e poveri cittadini in tutta la Germania: i ribelli, nella maggior parte dei casi, si dichiaravano dei semplici cristiani che cercavano di ristabilire il vero comunismo dei Vangeli. Più di centomila di questi ribelli vennero massacrati. Già nel 1524, Lutero iniziò a rendersi conto che la situazione gli stava sfuggendo di mano e che presto avrebbe dovuto prendere posizione: lo fece nel testo riportato sopra. Disse che le leggi del Vecchio Testamento, come l’anno sabbatico, non erano più valide; che i Vangeli si limitavano a descrivere solamente un comportamento ideale, che gli umani sono creature prone al peccato e quindi la legge è necessaria; mentre l’usura è empia, un tasso d’interesse del 4 o 5 per cento è effettivamente legale in alcune circostanze; e che mentre raccogliere gli interessi è una pratica empia, in nessuna circostanza è legittimo sostenere che per questa ragione i debitori abbiano il diritto di violare la legge.26"Poco dopo, Calvino rifiutò completamente il divieto assoluto di usura, e per il 1650 quasi tutte le sette protestanti concordavano sulla sua tesi per cui un tasso d’interesse ragionevole (solitamente il 5 per cento) non era empio, se il creditore agiva secondo coscienza e non faceva del prestare la sua unica attività, oltre a non sfruttare i poveri.28 (La dottrina cattolica fu più lenta nel raggiungere queste posizioni,"


,"Incaricare i creditori dell’amministrazione civile ebbe effetti prevedibili: un aumento della tassazione dei sudditi, alcuni dei quali vennero sommersi dai debiti."


Allo stesso tempo, sembra che il comportamento di Casimiro – per la combinazione di calcolo freddo, senza scrupoli e di scoppi di crudeltà vendicativa quasi inesplicabile –, come quello degli infuriati soldati di Cortés quando fu lasciata loro mano libera sulle province azteche, incarni alcuni aspetti fondamentali della psicologia del debito."Oppure forse, più precisamente, delle caratteristiche del debitore che sente di non aver fatto nulla per meritarsi tale status: la convulsa necessità di dover convertire in denaro tutto quello che lo circonda, unita a rabbia e indignazione per essere stato ridotto a comportarsi in quel modo."


"altri luoghi, i clienti del macellaio, del fornaio o del calzolaio acquistavano semplicemente le merci a credito. Lo stesso succedeva nei mercati settimanali, ma anche tra vicini che si vendevano latte, formaggio o cera. In un villaggio tipo, le uniche persone che probabilmente pagavano in contanti erano i viaggiatori di passaggio e la marmaglia: poveri e buoni a nulla, la cui cattiva reputazione era così diffusa che nessuno faceva loro credito. Poiché tutti vendevano qualcosa, tutti erano al contempo debitori e creditori; la maggior parte del reddito familiare prendeva la forma di promesse di altre famiglie; tutti conoscevano il sistema e tenevano il conto dell’ammontare dei vari debiti; infine, ogni sei mesi o una volta all’anno, le comunità organizzavano una giornata pubblica di «resa dei conti», compensando i debiti tra loro in un grande cerchio, per poi pagare in monete o in merce solo i debiti residui.43 Il motivo per cui queste scoperte sconvolgono le nostre ipotesi è che siamo abituati a identificare la causa dell’ascesa del capitalismo in qualcosa vagamente chiamato «il mercato»; la rottura degli antichi sistemi di solidarietà e di mutuo aiuto,con la contemporanea creazione di un mondo di freddo calcolo razionale, dove tutto ha il suo prezzo. In realtà, sembra che gli abitanti dei villaggi inglesi non vedessero contraddizione tra questi due fenomeni. Da una parte, credevano fermamente nell’amministrazione collettiva dei campi, delle foreste, dei fiumi, e nella necessità di aiutare il vicino in difficoltà."


"Dall’altra, i mercati erano considerati una versione attenuata dello stesso principio, perché si fondavano interamente sulla fiducia.Nel tempo tutto ciò portò alla frattura sempre più ampia tra due distinti universi morali. Per la maggior parte della popolazione, che cercava di evitare di restare coinvolta tanto nel sistema legale quanto negli affari di soldati e criminali, i debiti rimasero il tessuto stesso della società. Coloro che invece lavoravano per il governo o le grandi case commerciali iniziarono a sviluppare gradualmente una prospettiva completamente diversa, dove il pagamento in contanti era la norma, mentre il debito aveva un’aura di criminalità."


"Agostino, desideri infiniti in un mondo finito significa competizione senza fine,"


"Quindi la storia delle origini del capitalismo non è la storia della progressiva distruzione delle comunità tradizionali a opera delle forze impersonali del mercato. È piuttosto la storia di come un’economia di credito fu convertita in un’economia d’interesse; è la storia della graduale trasformazione delle reti costruite dalla moralità a causa dell’intrusione della potenza impersonale e spesso vendicativa dello stato.Nel periodo elisabettiano o durante il regno degli Stuart, agli abitanti dell’Inghilterra rurale non piaceva fare ricorso al sistema giudiziario, nemmeno quando la legge era dalla loro parte – in parte per il principio secondo cui i vicini devono risolvere le questioni tra loro, ma principalmente perché la legge era incredibilmente severa. Durante il regno di Elisabetta, per esempio, la punizione per vagabondaggio (la disoccupazione) nel caso della prima violazione era avere le orecchie inchiodate alla gogna; in caso di offesa reiterata, la pena capitale.60"


più sicuro e redditizio manipolare le finanze dello stato. La storia degli strumenti finanziari moderni e quindi in definitiva delle origini della cartamoneta inizia veramente con l’emissione di titoli di debito municipale – una pratica promossa dal governo veneziano nel XII secolo, quando, necessitando di una rapida iniezione di liquidità per finanziare le spese militari, impose un prestito forzoso ai contribuenti, promettendo in cambio un tasso d’interesse annuo del 5 per cento, e permettendo che i titoli risultanti divenissero negoziabili, creando quindi un mercato per il debito governativo. Essi tendevano a essere piuttosto meticolosi nel pagamento degli interessi, ma, poiché i titoli non avevano una data di scadenza, il loro prezzo di mercato spesso fluttuava ampiamente seguendo le fortune militari e politiche della città, che a loro volta indicavano quanto fosse probabile che il debito sarebbe stato ripagato. Rapidamente"


"lettore si ricorderà che la Banca d’Inghilterra fu creata quando un consorzio di quaranta banchieri di Londra ed Edimburgo – in gran parte già creditori della corona – offrì a re Guglielmo III un prestito di 1,2 milioni di sterline per aiutarlo a finanziare la sua guerra contro la Francia. I banchieri lo convinsero anche a concedere loro in cambio il diritto di formare una società con il monopolio dell’emissione delle banconote – che in effetti erano titoli che rappresentavano il loro credito verso il re. Questa fu la prima banca centrale nazionale indipendente; presto le sue banconote divennero la prima moneta cartacea nazionale in Europa."


"Soprattutto, affidarsi all’oro e all’argento sembrò essere l’unico modo per limitare i pericoli connessi alle nuove forme di moneta creditizia, che si moltiplicarono molto velocemente, specialmente perché anche alle normali banche era permesso creare moneta. Divenne presto chiaro che la speculazione finanziaria, slegata da qualunque vincolo legale o di comunità, era capace di produrre risultati che parevano ai limiti della follia. La«C’è molto oro da qualche parte sotto le tue terre» nota Faust «emetti delle note dove prometti ai tuoi creditori che in seguito lo consegnerai a loro. Poiché nessuno sa quanto oro ci sia in realtà, non c’è limite a quanto puoi promettere.»85"


sistema monetario moderno crea moneta dal nulla. Questo processo è forse il trucco più sorprendente mai inventato. L’attività bancaria è stata concepita nell’iniquità ed è nata nel peccato. I banchieri possiedono il mondo; portateglielo via, e con un tratto di penna creeranno abbastanza denaro per ricomprarlo […]. Se volete rimanere schiavi dei banchieri, e pagare i costi della vostra schiavitù, lasciateli continuare a creare depositi.87"


"tasso a cui dovrebbe crescere il PIL di ogni nazione. Quello che un tempo era un meccanismo impersonale che obbligava le persone a vedere tutto ciò che le circondava come una potenziale forma di profitto, ora viene considerato l’unica misura obiettiva della salute della comunità umana stessa."


"A partire da una data iniziale, che possiamo fissare nel 1700, quello che vediamo all’alba del capitalismo moderno è un gigantesco apparato finanziario di credito e debito, che nella pratica agisce per estrarre sempre più lavoro da tutti coloro con cui entra in contatto, e che come risultato produce un volume sempre crescente di beni materiali.Non lo fa solo usando un impulso morale, ma soprattutto usando la spinta morale per mobilizzare la pura forza fisica. Il familiare ma peculiare legame europeo tra guerra e commercio riappare in ogni momento, spesso assumendo nuove e spaventose forme."


,"alta dal resto della popolazione. Come tutti sanno, il mercato mondiale iniziato dagli imperi spagnoli e portoghesi sorse intorno al commercio delle spezie. In breve tempo si divise in tre ampi ambiti commerciali, che potremmo chiamare il commercio delle armi, il commercio degli schiavi e il commercio delle droghe. L’ultimo ovviamente si riferisce principalmente a droghe leggere, come il caffè, il tè e lo zucchero per addolcirli, il tabacco, ma in questo momento della storia umana appaiono anche i liquori distillati; inoltre, come tutti sappiamo, gli europei non avevano alcun rimorso a vendere aggressivamente oppio in Cina per mettere finalmente fine alla necessità di esportare metallo prezioso."


uomini che collegavano queste catene – i vari snodi commerciali della catena del debito che legava gli operatori di borsa londinesi ai sacerdoti aro in Nigeria, i cercatori di perle nelle isole Aru nell’Est dell’Indonesia, le piantagioni di tè del Bengala, o i raccoglitori di gomma dell’Amazzonia – danno l’impressione di essere stati uomini sobri, calcolatori, privi di fantasia."


,"mentre i coolies indiani scavarono le miniere del Sudafrica. I contadini di Russia e Polonia, che nel Medioevo erano liberi e possedevano le loro terre, furono ridotti alla servitù solo all’alba del capitalismo, quando i loro signori iniziarono a vendere grano nei nuovi mercati mondiali per sfamare le nuove città industriali dell’Occidente.98"


,"Uomini come Smith e Bentham erano idealisti, addirittura utopisti. Tuttavia, per capire la natura del capitalismo, per prima cosa dobbiamo renderci conto che il quadro che abbiamo in mente, quello di lavoratori che timbrano ordinatamente alle otto del mattino e vengono pagati altrettanto regolarmente tutti i mesi, sulla base di un contratto temporaneo da cui ogni contraente può liberarsi in ogni momento, iniziò come una visione utopistica, messa in opera solo gradualmente anche in Inghilterra e Nord America e mai, in nessun momento, è stata il modo principale di organizzare la produzione per il mercato, ovunque. Questo è il motivo per cui il lavoro di Smith è così importante. Egli ha creato la visione di un mondo immaginario quasi completamente libero da debito e credito,quindi anche da colpa e peccato; un mondo dove uomini e donne sono semplicemente liberi di calcolare il loro interesse sapendo che tutto è stato preordinato da Dio, e che il loro calcolo contribuirà al bene comune. Questi costrutti immaginari sono ovviamente ciò che gli scienziati chiamano «modelli», e non hanno niente di intrinsecamente sbagliato. In realtà, penso si possa sostenere che non siamo in grado di pensare senza di essi. Il problema di questi modelli – o almeno il problema che sembra ricorrere quando si cerca di modellizzare quella cosa chiamata «mercato» – è che, una volta creato il modello, tendiamo a trattarlo come una realtà obiettiva, o anche a inginocchiarci al suo cospetto e adorarlo come se fosse una divinità. «Dobbiamo obbedire alle richieste del mercato!»"


"Quasi nessuno dei grandi teorici del capitalismo, da Marx a Weber, da Schumpeter a von Mises, pensava che il capitalismo sarebbe durato per più di una generazione o due al massimo. Ma ci si potrebbe spingere ancora più avanti: nel momento in cui la paura di una rivoluzione imminente non era più plausibile, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, ci è stato immediatamente messo di fronte lo spettro dell’olocausto nucleare.116 Poi, quando anche questa minaccia non sembrava più attendibile, abbiamo scoperto il riscaldamento globale. Con ciò non intendo dire che queste minacce non fossero o non siano reali. Eppure sembra strano che il capitalismo senta la continua necessità d’immaginare, o addirittura di costruire, i mezzi per la sua imminente estinzione. Questo è in forte contrasto con il comportamento dei leader dei regimi socialisti, che appena arrivati al potere iniziarono subito a comportarsi come se il sistema fosse destinato a durare per sempre; fatto piuttosto ironico, considerando che in realtà questi sistemi si dimostrarono simili a degli incidenti storici. Forse la ragione è che quello che era vero nel 1710 vale ancora oggi. Il capitalismo – o il capitalismo finanziario, che dir si voglia – di fronte alla prospettiva della propria eternità semplicemente esplode. Perché se non c’è una fine, non esiste alcuna ragione per non generare credito – ovvero moneta futura – all’infinito. Gli eventi recenti sembrano confermare esattamente questa tesi. Nel periodo antecedente al 2009 molti hanno iniziato a pensare che il capitalismo sarebbe davvero durato per sempre; o almeno, nessuno sembrava più in grado di immaginare un’alternativa. L’effetto più immediato è stato una serie di bolle sempre più sconsiderate che ha portato tutto l’apparato al collasso."



"storie ufficiali: il ruolo della guerra e della potenza militare. C’è una ragione perché lo stregone ha questa strana capacità di creare denaro dal nulla. Dietro di lui, c’è un uomo con la pistola."


","Molti sostengono che sganciando il dollaro dall’oro Nixon abbia reso la moneta USA pura fiat money: dei semplici pezzi di carta, senza alcun valore intrinseco, trattati come moneta solo grazie al volere degli Stati Uniti. In questo caso, si potrebbe affermare che ora il dollaro sia sostenuto unicamente dalla potenza militare degli Stati Uniti. In un certo senso è vero, ma il concetto di «moneta fiduciaria» si basa sull’assunzione che la moneta «fosse» veramente oro inizialmente. In realtà, ci troviamo di fronte solo a un altro tipo di valuta creditizia."


,"L’essenza della sua predominanza militare nel mondo deriva in ultima analisi dal fatto che l’America può sganciare bombe come e quando vuole, con solo poche ore di preavviso, in qualsiasi punto della superficie terrestre.11 Nessuno stato ha mai avuto capacità anche lontanamente comparabili. Infatti, si potrebbe benissimo affermare che è questa stessa potenza a tenere in piedi l’intero sistema monetario mondiale, organizzato intorno al dollaro. A causa del deficit di bilancia commerciale degli Stati Uniti, un numero enorme di dollari circola all’estero; inoltre, uno degli effetti della scelta di Nixon è che le banche centrali estere possono farci ben poco con questi dollari, tranne comprare titoli del tesoro americano.12 Ecco cosa significa l’affermazione che il dollaro è diventato la «moneta di riserva» globale. Questi titoli del debito statunitense, come ogni altra obbligazione, dovrebbero essere prestiti che infine arriveranno a scadenza e dovranno essere ripagati, ma come nota l’economista Michael Hudson, che iniziò a interessarsi del fenomeno nei primi anni settanta, in realtà non succede mai: Finché questi pagherò del tesoro americano sono parte integrante della base monetaria mondiale, non saranno mai rimborsati, ma continuamente rifinanziati. Questa caratteristica è l’essenza dell’opportunismo finanziario americano, una tassa imposta a spese di tutto il globo.13 Inoltre, l’effetto combinato dell’inflazione e dei bassi tassi d’interesse pagati da questi titoli è che essi nel tempo si sono deprezzati, aumentando la tassa globale, oppure usando le parole che ho scelto nel primo capitolo, aumentando il «tributo». Gli economisti preferiscono chiamarlo «signoraggio». Comunque, il suo effetto è che la potenza imperiale americana si basa su un debito che non sarà mai ripagato e mai potrà esserlo. Il suo debito pubblico è diventato una promessa non solo ai cittadini americani, ma alle nazioni di tutto il mondo, che tutti sanno non verrà mantenuta.Allo stesso tempo, gli Stati Uniti insistevano affinché tutti i paesi che avevano titoli del debito pubblico americano nelle proprie riserve si comportassero in modo esattamente opposto: dovevano osservare politiche monetarie restrittive e ripagare scrupolosamente i propri debiti."

",un lato – secondo la visione di Jefferson – si tratta dell’apoteosi della perniciosa alleanza tra militari e banchieri; dall’altro ha aperto le porte all’idea che lo stato stesso sia un debitore morale, che la sua libertà sia qualcosa che letteralmente deve alla nazione."


"Quella promessa diceva che tutti gli uomini, sì, i neri come i bianchi, avrebbero goduto dei «diritti inalienabili alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità». "potessero avere sindacato, pensione e cure mediche. Il capitalismo non funziona in questo modo. In definitiva è un sistema di potere ed esclusione, e quando raggiunge il punto di rottura, i sintomi si ripresentano, come successe negli anni settanta: rivolte alimentari, shock petroliferi, crisi finanziarie, l’improvvisa e allarmante realizzazione che il sistema corrente non era ecologicamente sostenibile, scenari apocalittici di ogni sorta."


","Come siamo arrivati fin qui? Il mio sospetto è che ci troviamo di fronte all’ultimo stadio della militarizzazione del capitalismo americano. Infatti, si potrebbe benissimo dire che negli ultimi trent’anni si è assistito alla costruzione di un vasto apparato burocratico per la creazione e il mantenimento della disperazione, una macchina gigantesca, realizzata prima di tutto per distruggere ogni speranza nella possibilità di un futuro alternativo. Alla sua radice c’è una vera e propria ossessione dei governanti di tutto il mondo – in risposta alle sollevazioni degli anni sessanta e settanta – per assicurarsi che i movimenti sociali non possano crescere, espandersi o proporre alternative; che non si possa mai e poi mai dare l’idea che coloro che si oppongono al sistema di potenza vigente siano visti come vittoriosi.35 Questo compito richiede un vasto apparato di eserciti, prigioni, polizie, aziende private di sicurezza, sistemi di spionaggio militare e civile, e macchine per la propaganda di ogni tipo, la maggior parte delle quali non attacca direttamente le alternative, ma crea un clima pervaso di paura, di conformismo sciovinista, e di semplice disperazione che fa apparire ogni pensiero di cambiare il mondo solo una vana fantasia. Per i sostenitori del libero mercato, pare che mantenere in vita questo apparato sia più importante che non garantire un’economia mondiale sostenibile."


C’è da tempo bisogno di un giubileo del debito in stile biblico, che riguardi tanto i debiti internazionali quanto quelli dei consumatori. È salutare non solo perché risparmierebbe molte sofferenze, ma anche perché sarebbe il nostro modo per ricordarci che la moneta non è ineffabile, e ripagare i propridebiti non è l’essenza della moralità, che tutte queste credenze sono convenzioni umane, e, se la democrazia vuol dire qualcosa, che essa è la capacità di mettersi d’accordo per cambiare le cose."


"Tuttavia, a questo punto è stato messo in luce come questo principio sia una sfacciata menzogna. Come mostrano i fatti, non «tutti» devono pagare i propri debiti. Solo alcuni sono obbligati. Niente sarebbe più utile e importante di fare tabula rasa per tutti, rompendo con la nostra morale abituale, e ricominciare da capo. Alla fine, che cos’è un debito? Un debito è solo la perversione di una promessa. È una promessa corrotta dalla matematica e dalla violenza. Se la libertà (la vera libertà) è la capacità di avere amici, allora è necessariamente anche la capacità di fare vere promesse. Quale tipo di promesse possono fare uomini e donne genuinamente liberi gli uni con gli altri? A questo punto non siamo nemmeno in grado di dirlo. La questione è come arrivare a un luogo che ci permetta di scoprirlo. E il primo passo di questo viaggio è accettare che, nel più ampio disegno delle cose, proprio come nessuno ha il diritto di dirci qual è il nostro vero valore, nessuno ha il diritto di dirci di che cosa siamo veramente debitori."