giovedì 2 maggio 2013

Il Fu Mattia Pascal "Figlia..Papà..Figlia..Papà"...di Luigi Pirandello


Mi pare di vederle ancora, lì, nella culla, l'una accanto all'altra: si sgraffiavano fre loro con quelle manine così gracili eppur quasi artigliate da un selvaggio istinto, che incuteva ribrezzo e pietà:misere, misere, misere più di quei due gattini che ritrovavo ogni mattina dentro le trappole; e anch'esse non avevano forza di vagire, come quelli di miagolare; e intanto, ecco si sgraffiavano!
Le scostai, e al primo contatto di quelle carnucce tènere e fredde, ebbi un brivido nuovo, un tremor di tenerezza, ineffabile-erano mie!
Una mi morì pochi giorno dopo; l'altra volle darmi il tempo, di afferzionarmi a lei, con tutto l'ardore di un padre che, non avendo più altro, faccia della propria creaturina lo scopo unico della sua vita; volle aver la crudeltà di morirmi, quando aveva già quasi un anno, e s'era fatta tanto bellina, tanto, con quei riccioli d'oro c'io m'avvolgevo attorno le dita e le baciavo senza  saziarmene mai; mi chiamava papà, e io le rispondevo subito: -figlia-; e lei di nuovo.-Papà-; così, senza ragione, come si chiamano gli uccelli tra loro.
Mi morì contemporaneamente alla mamma mia, nello stesso giorno e quasi alla stessa ora.

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