domenica 26 maggio 2013

Dostoevskij-Il giocatore

Non li pagano mica per questo; si racconta così, semplicemente , per disinteressata compiacenza. Non c’è alcuna magnificenza in queste miserabili sale, e d’oro sui tavoli non soltanto non ce n’è a mucchi , ma appena appena lo si vede.

In primo luogo , tutto mi sembrò così sudicio, in certo qual modo , moralmente brutto e sudicio. Non parlo affatto di quei visi avidi e inquieti che a decine, anzi a centinaia, attorniano i tavoli da gioco.

Quel che per Rothschild è esiguo, per me è una ricchezza, e quanto al guadagno e alla vincita, non solo alla roulette, ma dappertutto gli uomini non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa a vicenda.

Un Vero gentleman, perdesse anche tutto il suo patrimonio, non deve agitarsi. Il denaro a tal punto dev’essere al di sotto delle qualità di gentleman che quasi non mette conto di darsene pensiero.

“scusate tanto” gli risposi “ non si sa ancora che cosa di più laido: se la sregolatezza russa o il metodo tedesco di accumulare con l’onesto lavoro?”
“Che pensiero strambo!” esclamò in generale

La stessa perfetta non curanza nel tratto, quando c’incontriamo , e perfino un che di sprezzante e di astioso. In generale non desidera nascondere la sua avversione per me; lo vedo. Ciò nonostante, non mi nasconde nemmeno che le sono necessario per qualche scopo, e che lei per qualche scopo mi tiene in serbo.

M.lle Blanche è bella. Ma io non so se mi capiranno, quando dirò che ha uno di quei volti che possono sgomentare. Per lo meno, ho sempre temuto simili donne.

Cosa strana, non ho ancora vinto al giuoco, ma agisco, sento e penso da riccone e non posso immaginarmi altrimenti.

Me ne sto in questa triste cittaduzza (oh, come sono tristi le cittaduzze germaniche!) e , invece di meditare sul  passo da compiere, vivo sotto l’influsso delle sensazioni or ora fuggite, sotto l’influsso dei ricordi ancor freschi, sotto l’influsso di tutto quel recente turbine che allora mi afferrò col suo vortice e mi sbalestrò nuovamente non so dove. Mi par sempre, a volte, di turbinare tuttora nello stesso vortice,e che da un momento all’altro tornerà a passar veloce quella bufera afferrandomi al passaggio con la sua ala, e io tornerò a balzar fuori dall’ordine e dal senso della misura e mi metterò a turbina, turbinare, turbinare….

E’ proprio vero che Dio anche in vecchiaia chiama a render conto e castiga la superbia. Be’ addio. Marfusà, sollevami !

Si talora il pensiero più bizzarro, il pensiero in apparenza più assurdo si radica in capo con tanta forza che lo prendi , infine, per qualcosa di realizzabile..Non basta: se l’idea si accompagna a un forte, appassionato desiderio, magari finirai certe volte col prenderla per un che di fatale, di necessario, di predestinato, per una cosa tale che non può non essere e non accadere!!

Dopo le dieci rimangono presso i tavoli da giuoco i veri, arrabbiati giocatori, per i quali, nei luoghi d’acque, esiste unicamente la roulette, che sono venuti per essa sola, che poco si accorgo nodi quel che accade intorno a loro e di nulla si durante l’intera stagione, ma giuocano soltanto da mattina fino a notte e sarebbero disposti a giocare magari anche tutta la notte fino all’alba, se fosse possibile.

“vi siete fatto di legno” egli osservò “ non solo avete rinunciato alla vita ,agli interessi vostri  e a quelli sociali , al vostro dovere di cittadino  e di uomo, agli amici vostri  (eppure ne avevate), non solo avete rinunciato a qualsiasi scopo all’infuori del vincere al giuoco , ma avete rinunciato ai vostri ricordi. Io vi ricordo in un fervido e forte momento della vostra vita; ma sono sicuro che avete dimenticato tutte le vostri migliori  impressioni di allora; i vostri sogni, quelli di adesso, i vostri più quotidiani desideri non vanno oltre i l pair et impair, il rouge, il noir, i dodici numeri medi e così via, ne sono sicuro!”

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