giovedì 2 maggio 2013

Il consiglio d'Egitto di Leonardo Sciascia


“Benissimo..E dunque portatevi in giro costui , dategli tutto quello che chiede , accontentatelo in ogni cosa, in ogni capriccio: donne di malaffare o dame di rango incluse”.
“Eccellenza!” Aveva protestato don Giuseppe, indicando la croce gerosolimitana che portav sul petto.
“Toglietevela, e andate a donne anche voi: ci scommetto non sarebbe cosa nuova” aveva risposto il viceré aprendosi a un sorriso di malizia.

Così, dall’ansia di perdere certe gioie appena gustate, dall’innata avarizia, dall’oscuro disprezzo per i propri simili, prontamente cogliendo l’occasione che la sorte gli offriva, con grave ma lucido azzardo, Giuseppe Vella si fece protagonista della grande impostura.

“Deus, judica causam tuam” disse ironico l’avvocato DiBlasi: il motto dell’inquisizione, che il viceré aveva fatto scalpellare dal palazzo dello Steri.

“I pensieri che attingono alle idee sono come i tumori: ti crescono dentro e ti strozzano, ti acccecano”

La Storia non esiste. Forse che esistono le generazioni di foglie che sono andate via da quell’albero, un autunno appresso all’altro? Esiste l’albero, esistono le sue foglie nuove: poi anche queste foglie se ne andranno; e a un certo punto se ne andrà anche l’albero: in fumo, in cenere.

“la mia esperienza di avvocato” disse Francesco Paolo “ ho visto tante volte la verità confusa e la menzogna assumere l’apparenza della verità..Quando ho sentito Hager dire che non poteva, su due piedi, tradurre un passo del codice, di colpo ho capito da quale parte stava la verità..”

“In effetti” disse Di Blasi “ ogni società genera il tipo d’impostura che, per così dire, le si addice. E la nostra società, che è di per sé un impostura, impostura giuridica, letteraria, umana..Umana sì: addirittura dell’esistenza direi..La nostra società non ha fatto che produrre, naturalmente, ovviamente, l’impostura contraria”

…ma era calmo , parlava con quel tono netto e profondo che il Damiani gli aveva ammirato nei processi, nelle conservazioni: con quella vena d’ironia che le persone che vigilano sui propri sentimenti mettono in ogni cosa..

“l’avevano proprio pensata bella,” disse la pretoressa “ con giudizio: poiché il giovedì santo le chiese mettono in parata tutti i loro tesori” Questa era una finezza propagandistica di monsignor Lopez; che aveva una gran paura il popolo si sollevasse, e perciò aveva inventato una favola che ne colpisse il sentimento.

Il tuo corpo non ha più niente di umano : è un albero di sangue. Bisognerebbe farla provare ai teologi , che finalmente capiscano che la tortura è contro Dio, che devasta l’immagine di Dio che è nell’uomo..

“Per me repubblica e regno sono lo stesso brodo, la stessa sporcheria. Che ci siano i re, consoli, dittatori o come diavolo si chiamino, me ne  importa quanto del corso degli astri, e forse meno..Per la rivoluzione, ve lo confesso , ho invece un sentimento diverso: quel levati tu che mi ci metto io, che ci posso fare?..Mi piace..I potenti che vanno ad intanarsi e i miseri che fanno trionfo..”..
“ Le test che cadono”aggiunse ironicamente il bendettino.
“Beh, qualcuna” disse l’abate senza scomporsi: e si sentiva come un ragazzo lanciato a far dispetto. “Qualcuna: e del resto a che serva una testa che non ragiona”.
“Quello che a voi manca di provare non appartiene all’uomo: che capisco quello che volete dire…Ma il carcere sì, il carcere è dell’uomo; direi anche che è nell’uomo”

Questo non deve accadere a un uomo pensò: e che non sarebbe più accaduto nel mondo illuminato dalla ragione. E la disperazione avrebbe accompagnatole sue ultime ore di vita se soltanto avesse avuto il presentimento che in quell’avvenire che vedeva luminoso popoli interi si sarebbero votati a torturarne altri; che uomini pieni di cultura e di musica, esemplari nell’amore familiare e rispettosi degli animali: con implacabile metodo, con efferata scienza della tortura; e che persino i più diretti eredi della ragione avrebbero riportato la questione nel mondo: e non più come elemento del diritto, quale almeno era nel momento in cui la subiva, ma addirittura come elemento dell’esistenza.

Pregava il suo Dio , il Dio delle capre e del malocchio, che gli desse mano ferma a recidere la corsa, che la mannaia cadesse bene.
Fu esaudito.

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