domenica 12 maggio 2019

Lo guardai, disorientato per lo stupore...Nepal


«Lo guardai, disorientato per lo stupore. Se ne stava li, davanti a
me, variopinto, come se fosse uscito da una compagnia di mimi,
euforico, favoloso. La sua stessa esistenza era improbabile,
inspiegabile, e del tutto sconcertante. Era un problema insolubile. Era inconcepibile come avesse vissuto, come fosse riuscito ad arrivare sin li e continuare a rimanerci - perché non svanisse
all'istante. "Mi sono spinto un po' più in là," disse "poi ancora un
po' più in là - finché non mi sono trovato talmente distante da
non sapere come tornare indietro. Non ha importanza. C'è tempo.
Posso cavarmela. Ma lei porti via Kurtz in fretta - in fretta - mi
raccomando." il fascino della gånventù avvolgeva i suoi cenci
multicolori, la sua povertà, la sua solitudine, l'essenziale
desolazione del suo inutile vagabondare. Per mesi - per anni - la
sua vita era rimasta appesa a un filo; eppure era li, pimpante nella sua spensierata vitalità, apparentemente indistruttibile, in virtù soltanto della sua giovane età e della sua temeraria avventatezza. Mi ritrovai sedotto da una sorta di ammirazione - di invidia.
L'incanto lo spronava, l'incanto lo manteneva sano e salvo. Di
sicuro ciò che chiedeva a quella terra selvaggia non era altro che lo spazio per respirare e per spingersi oltre. Aveva bisogno di esistere, di andare avanti a qualunque costo e con il massimo di privazioni. Se mai uno spirito di avventura assolutamente puro,
disinteressato e privo di senso pratico avesse animato un essere
umano, esso animava questo giovane pieno di toppe. Arrivavo
quasi a invidiargli di possedere quella fiamma chiara e senza
pretese che sembrava avergli consumato ogni preoccupazione
riguardo a se stesso, al punto che, anche quando parlava, ci si
scordava che era stato proprio lui - l'uomo li davanti ai vostri occhi-quello che aveva affrontato tutte quelle situazioni. CONRAD, Cuore Di Tenebra

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