lunedì 30 dicembre 2013

Recensione : La scopa del sistema di David Foster Wallace

Al secondo romanzo di David Foster Wallace si giunge ad una sola certezza, che non esiste più il senso del finale. Ci sono delle ombre, degli indizi, delle mezze parole o delle metafore (fin dall'inizio della narrazione) ma il romanzo chiude sempre senza una fine. Forse Wallace, magistralmente ci vuole suggerire, che in in mondo devo ci si illude di sapere tutto, possiamo solo ipotizzare come andrà ad evolversi una storia o una situazione che coinvolga l'immensità di una forma, che fragilmente assume un uomo. Nei suoi romanzi lanciati verso un finale che non arriverà mai, abbozza solo un tassello del polimorfico mosaico che è la natura umana. La capacità di comprenderla, nonostante gli immensi strumenti che offre il parallelismo delle infinite vite che la circonda rimane un'utopia; sappiamo tutto di Leonore ma la fine della sua storia rimane alla vastità delle più svariate ipotesi. Bello, brutto? Forse, ma intricatamente al di là di una fine o un fine, irrimediabilmente un romanzo moderno, sospeso nel contesto dell'universo che lo circonda.

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