lunedì 9 marzo 2020

Ida Magli-La Dittatura Europea

Sono stato sempre un convinto Europeista, è il futuro inevitabile mi dicevo, poi vuoi mettere andare a Parigi e a Berlino senza passaporto. È fantastico, la libertà. Poi nel tempo quella libertà conveniva più all'imprenditore, al banchiere, al finanziere; il primo spostava la produzione dove poteva sfruttare meglio il costo del lavoro, il secondo prendeva i capitali nati con il lavoro della comunità dovevo vivevo e li usava per sfruttare altri mettendoli in competizione sul tasso di interesse, il terzo era diventato così ineffabile e i soldi così fluidi che uno starnuto a Londra distruggeva la solidità delle aziende di mezzo mondo. Il sogno in realtà era il sogno di qualcun altro. In tutto questo trambusto qualche voce come al solito, aveva avvertito, aveva ricordato che i cumuli delle ossa che stanno sparsi per le alpi, erano il prezzo di esserci difesi dalla prepotenza dei popoli più forti. Inascoltata, ammutolita dallo scroscio degli applausi, dalla forza della cultura dominante, che non discute ma fissa solo il rapporto debito/pil, deficit/pil, la % di crescita del pil. Da leggere per capire che chi vi ha indicato la fine della storia, la morte de popoli, che li ha imprigionati in numeri che non hanno nulla di fisico, paragonabili per la loro realtà alla regola della briscola; ha torto e quando ci sveglieremo, e ci sveglieremo, il tonfo sarà enorme. Lo immaginate un fante Italiano che va a morire ai comandi di un colonnello Tedesco? io no.

Nessun commento:

Posta un commento