martedì 11 novembre 2014

BREVI INTERVISTE CON UOMINI SCHIFOSI di David Foster Wallace

Sulla scia del brusco abbandono senza parole della terapeuta, esternava dal telefono in cuffia della sua postazione lavorativa, quanto fosse angosciosamente esiguo il numero delle persone con le quali poteva sperare di comunicare davvero e esternare e costruire, sani, aperti, fiduciosi, rapporti di reciproco incoraggiamento sui quali fare affidamento.

Si sarebbe accontentata anche di quello, promise rannicchiata e tremante in posizione semifetale sulla punta della sedia ergonomica nel cubicolo della sua postazione lavorativa- e perciò ora esortava l’amica malata terminale a continuare, a non tirarsi indietro, a dirgliene quattro: quali parole e termini si potevano impiegare per descrivere e valutare quel vuoto e quella spugna emotivi così solipsistici , auto logoranti e senza fondo che ora le sembrava di essere?

Il diavolo è un tipo impegnato

Io chiesi a papà che lezione trarre dalla cosa e lui disse che secondo lui era che non puoi insegnare a un porco a cantare e mi disse  di andare a rastrellare la ghiaia del vialetto del fossato prima che fottesse il canale di scolo.

Più l’intensità di quella spinta sembra essere direttamente proporzionale all’intensità e all’urgenza con la quale a quanto pare trovo poi la maniera di tirarmi indietro. I trascorsi indicano che questa sorta di improvvisa inversione della spinta avviene proprio quando ho la sensazione di averle. Qualunque cosa significhi averle- a essere onesto mica lo so bene. A quanto pare significa quando so per certo e sento che ormai sono coinvolte nel rapporto e nella prospettiva futura quanto lo sono io. Lo sono stato. Lo ero.

A certi complessi è meglio semplicemente arrendersi e accettarli anziché lottare contro l’imago per pura forza di volontà.

E’ un libro davvero straordinario e adesso pensaci, se non ci fosse stata una cosa come l’Olocausto non ci sarebbe stato un libro come alla ricerca di un significato della vita….avere un atteggiamento stereotipato nei confronti di qualsiasi cosa è un grande errore, questo dico.

Ma non ce l’ho. Nessuno ce l’ha. Succedono cose davvero terribili. L’esistenza e la vita spezzano continuamente le persone in tutti i cazzo di modi possibili e immaginabili. Dammi retta, io lo so, io ci sono passato, io.

Due drogati terminali all’ultimo stadio erano seduti contro il muro di un vicolo senza niente da iniettarsi, niente di niente, nessun posto dove andare o stare. Uno soltanto aveva il cappotto. Faceva freddo, e uno dei drogati terminali batteva i denti e sudava e tremava per la febbre. Sembrava gravemente malato. Puzzava da fare schifo. Stava seduto contro il muro con la testa sulle ginocchia. Questo succedeva a Cambridge, Massachusetts in un vicolo dietro il Commonwealth centre per il recupero delle lattine di alluminio di Massachusetts Avenue nelle prime ore del 12 gennaio 1993. Il drogato terminale con cappotto si tolse il cappotto e corse a rannicchiarsi vicino al drogato terminale gravemente malato e prese e stese il cappotto in modo che li coprisse tutti e due e poi si rannicchiò un altro poco tanto da ritrovarsi schiacciato contro l’altro e lo circondò con un braccio e lasciò che si sentisse male sul suo braccio, e rimasero così insieme contro il muro per tutta la notte.
D: quale dei due è sopravvissuto.

Una analogia potrebbe essere: immagina di essere andato a una festa dove non conosci quasi nessuno, e poi tornando a casa all’improvviso ti rendi conto che per tutta la festa ti sei talmente preoccupato di capire se piacevi o no ai presenti che adesso non hai la minima idea se a te è piaciuto qualcuno di loro. Chiunque abbi avuto una simile esperienza sa che è assolutamente letale presentarsi a una festa con un simile atteggiamento.


L’intensità di un desiderio D è inversamente proporzionale alla facilità di soddisfazione di D. Noto anche come amore romantico.

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