giovedì 10 luglio 2014

Una storia semplice di Leonardo Sciascia

Aveva una voce educata, calma, suadente. “ Come tutti i folli” Pensò il telefonista.

Sei o sette automobili che anche dopo che erano arrivate continuarono a rombare, stridere e urlare, così come dal centro della città erano partire suscitando la curiosità dei cittadini e anche quella –effetto del questore desiderato tradivo al possibile-dei carabinieri: per cui il colonnello dei carabinieri, cupo in volto, arrabbiatissimo, pronto a litigare, col dovuto rispetto, col questore, arrivò una mezz’ora dopo…

“Posso permettermi di farle una domanda?...Poi gliene farò anche altre, di altra natura…Nei componimenti di italiano lei m’assegnava sempre un tre, perché copiavo. Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?”
“Perché aveva copiato da un autore più intelligente”
Il magistrato scoppiò a ridere. “L’Italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come, vede, non è stato poi un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…”
“L’italiano non è l’italiano: è il ragionare” disse il  professore “con meno italiano, lei forse sarebbe ancora più in alto”

“Io voglio sapere , da lei, signora, se ha qualche ragione o sospetto riguardo l’uccisione di suo marito”
La signora scrollò le spalle “Era siciliano” disse “ e i siciliani, orami da anni , chi sa perché , si ammazzano tra loro”

Ma il professore parlò dei propri mali, lasciando memorabile al brigadiere ( ma non condividibile nell’energia dei suoi trent’anni)la frase che ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire l’ultima speranza.

Lo richiamarono più di un’ora dopo.
“incidente” disse il magistrato
“Incidente” disse il colonello
“Incidente” disse il questore
E perciò sui giornali: Brigadiere uccide incidentalmente, mentre pulisce la pistola, il commissario capo della polizia giudiziaria.


Pensò di tornare indietro, alla questura. Ma un momento dopo: “ E che, vado di nuovo a cacciarmi in un guaio, e più grosso ancora?”. Riprese cantando la strada verso casa.

Nessun commento:

Posta un commento