mercoledì 2 luglio 2014

Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace

Ho sentito cittadini americani maggiorenni e benestanti che chiedono all’Ufficio Relazioni con gli Ospiti se per fare snorkeling c’è bisogno di bagnarsi, se il tiro al piattello si fa all’aperto, se l’equipaggio dorme a bordo e a che ora è previsto il buffet di mezzanotte.

Confrontate questa debolezza con la forza pubblicitaria della 7NC: l’uso quasi imperativo della seconda persona, i dettagli minuziosi che si estendono persino a  quello che direte ( siete voi che dite “sono perfettamente d’accordo” e “facciamo tutto”). Nella Brochure della crociera voi siete esonerati dalla fatica di costruire il sogno. Lo fa la pubblicità al posto vostro. La pubblicità, insomma, non manipola la vostra capacità d’azione, né la ignora: semplicemente, la sostituisce.

"io ho trentatre anni, e sento di aver già vissuto tanto che ogni giorno passa sempre più velocemente. Ogni giorno sono costretto a compiere una serie di scelte su cosa è bene importante o divertente, e poi devo convivere con l'esclusione di tutte le altre possibilità che quelle scelte mi precludono. E comincio a capire che verrà un momento in cui le mie scelte si restringeranno e quindi le preclusioni si moltiplicheranno in maniera esponenziale finché arriverò a un qualche punto di qualche ramo di tutta la sontuosa complessità ramificata della vita in cui mi ritroverò rinchiuso e quasi incollato su di un unico sentiero e il tempo mi lancerà a tutta velocità attraverso vari stadi di immobilismo e atrofia e decadenza finché non sprofonderà per tre volte, tante battaglie per niente, trascinato dal tempo. E' terribile. Ma dal momento che saranno proprio le mie scelte a immobilizzarmi, sembra inevitabile, se voglio diventare maturo, fare delle scelte, avere rimpianti per le scelte non fatte e cercare di vivere con essi.
-Non cosi sulla lussuosa e immacolata Nadir."..

Perché è prorpio questa- La promessa di appagare la parte di me che, sempre e soltanto, vuole-l’illusione fondamentale che la brochure vende. E’ da notare che la vera illusione , qui, non è che questa promessa sarà mantenuta, ma che sia possibile mantenerla. Questa è una grande, gigantesca menzogna. E naturalmente io voglio crederci- fanculo a Budda- voglio credere che magari questa vacanza dell’estrema illusione mi vizierà a sufficienza, che il lusso e il piacere saranno somministrati in maniera così completa e impeccabile che la mia parte infantile si sentirà finalmente appagata. Ma la mia parte infantile è insaziabile- e anzi, la sua essenza, i suo Dasein o quant’altro, sta proprio nella sua insaziabilità a priori. In risposta alla prospettiva di una gratificazione e un accadimento straordinari, la mia insaziabile parte infantile non farà che accrescere la soglia di soddisfazione fino a conseguire di nuovo la sua omeostasi di grave insoddisfazione.

Se ci ripenso adesso mi pare che questa bambina sia un po’ troppo alta per avere nove anni, ha un’aria spenta, le spalle curve in quella postura che assumono di solito le ragazze molto più grandi- una postura di difesa psicologica. Per quanto sia brava a scacchi, non è una bambina felice. Non penso sia una cosa adatta alla sua età- Deirde prende una sedia e dice che di solito preferisce il nero e mi informa del fatto che in molte altre culture il nero non rimanda al lutto ma è l’equivalente spirituale di ciò che rappresenta il bianco negli stati uniti e che in queste altre culture è il bianco che rappresenta il macabro. Le dico che tutto questo già lo so.

Il pubblico della conferenza  è composto da uomini calvi, solidi e dai polsi spessi, tutti ultracinquantenni, che sembrano quei tipi che arrivano ad amministrare un’azienda risalendo dalle fila della sezione ingegneristica interna, e non da qualche master strafico in business Administration.

Anche SE , più che di ferro bisognerebbe parlare di lega al titanio purissimo: tutti i pesi dell’OHC sono di metallo inossidabile e lucido, e stanno in uno di quei posti con gli specchi su tutti e quattro i lati, che vi costringono a esibirvi in un autoesame pubblico tanto irresistibile, quanto straziante, e ci sono macchine enormi che sembrano insetti giganti che imitano le condizioni aerobiche di scalinate, barche a remi, biciclette da corsa e sci da fondo inopportunamente sciolinati, complete di elettrodi per il monitoraggio cardiaco; e su queste macchine ci sono persone in lycra che vorresti davvero prendere da parte e consigliargli nella maniera più delicata e amorevole di non mettersi mai più quella tutina.



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