martedì 10 giugno 2014

I MALAVOGLIA di Giovanni Verga

                                            

Oppure:- quando avrà provato il pane salato che si mangia altrove, non si lagnerà più della minestra di casa sua.
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-Come se non fossero fatti vostri quelli della confratenità della buona morte, che nessuno paga più un soldo ! gli diceva don Gianmmaria.-La gente, quando si tratta di cavare i denari di tasca, diventa una manica di protestanti, peggio dello speziale, e vi lascia tenere la casa della Confraternità per farvi ballare i sordi, che è una vera porcheria!
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“Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto”
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Allora le comari si affacciarono sull’uscio, colle conocchie in mano a sbraitare che volevano ammazzarli tutti, quelli delle tasse, e volevano dar fuoco  alle loro cartacce, e alla casa dove le tenevano. Gli uomini, come tornavano  dal mare, lasciavano gli arnesi ad asciugare, e stavano a guardare la rivoluzione che facevano le mogli.
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“Non piove perché hanno messo quel maledetto filo del telegrafo, che si tira tutta la pioggia e se la porta via”
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-A voi che ve ne importa se mettono la tassa sul pelo? Gli domandava Mena, come lo vedeva arrivare coll’asino tutto ansante e colle orecchie basse.-Sì che me ne importa, ma bisogna camminare per pagarla, la tassa; se no si pigliano il pelo con tutto l’asino, e il carro pure.-
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Alfio si mise a ridere, anche questa volta a malincuore, come quando era andato a dirle addio.- O bella! Perché ci vado? E voi perché vi maritate con Brasi Cipolla? Si fa quel che si può, comare Mena. Se avessi potuto fare quel che volevo io, lo sapevo cosa avrei fatto!... Ella lo guardava e lo guardava, cogli occhi lucenti.
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Barbara nell’altra stanza fingeva di non udire, e seguitava a far girare l’arcolaio lesto lesto. Ma appena ‘Ntoni si affacciava sull’uscio chinava gli occhi sui cannelli, e allungava il muso anche lei. Talché il poveraccio si faceva giallo e verde e di cento colori, e non sapeva che fare, perché Barbara lo teneva invischiato come un passerotto, con quegli occhioni neri, e gli diceva poi:- Vuol dire che a me non mi volete bene come ai vostri! E si metteva a piangere nel grembiule quando non c’era la mamma.
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Di solito gli uomini non s’immischiano in quelle liti di donne, se no le questioni s’ingrosserebbero e potrebbero andare a finire a coltellate; invece le comari, dopo che hanno messo fuori la scopa, e si sono voltate le schiene, e si sono sfogate a dirsi improperi, e a strapparsi i capelli, si riconciliano subito, e si abbracciano e si baciano, e si mettono sull’uscio a chiacchierare come prima.
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-Nulla ho. Ho che sono un povero diavolo.
-E che vuoi farci se sei un povero diavolo? Bisogna vivere come siano nati.
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“il buon pilota si riconosce dalle burrasche” rispondeva il vecchio
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Tu, Mena, fai sempre come ha fatto tua madre, che è stata una santa donna , e dei guai ne ha visti anche lei; e ti terrai sotto le ali tua sorella, come fa la chioccia coi suoi pulcini. Finché si aiuterete l’un l’altro i guai vi parranno meno gravi. Ora ‘Ntoni è grande, presto Alessi sarà in grado di aiutarvi anche lui.
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Sapete zio Crocefisso , se giungiamo a metterli insieme, quei denari della casa, dovete venderla a noi , perché è stata sempre dei Malavoglia;”ad ogni uccello il suo nido è bello” e desidero morire dove sono nato.”Beato che muore nel proprio letto”.
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-Bestie che siete! E volete il progresso! E volete la repubblica!-La gente gli voltava le spalle, e lo piantava lì a strepitare come un pazzo. Da che il mondo è mondo le acciughe si son fatte col sale e coi mattoni pesti.
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-Ringrazia Dio piuttosto, che t’ha fatto nascer qui; e guardati dall’andare a  morir lontano dai sassi che ti conoscono. “ Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova”. Tu hai paura del lavoro, hai paura della povertà; ed io che non ho più né le tue braccia né la tua salute  non ho paura, vedi! “Il buon pilota si prova alle burrasche”. Tu hai paura di dover guadagnare il pane che mangi; ecco cos’hai! Quando la buon’anima di tuo nonno mi lasciò la provvidenza e cinque bocche da sfamare, io  ero più giovane di te , e non aveva paura; ed ho fatto il mio dovere senza brontolare; e lo faccio ancora; e prego iddio di aiutarmi a farlo sempre sicché ci avrò gli occhi aperti , come l’ha fatto tuo padre, e tuo fratello Luca, benedetto! Che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere. Tua madre l’ha fatto anche lei il suo dovere , povera femminuccia, nascosta, fra quelle quattro mura; e tu non sai quante lagrime ha pianto,e quante ne piange ora che vuoi andartene; che la mattina tua sorella trova il lenzuolo tutto fradicio! E nondimeno sta zitta e non dice di queste cose che ti vengono i mente; e ha lavorato, e si è aiutata come una povera formica  anche lei; non ha fatto altro , tutta la sua vita, prima che le toccasse piangere tanto, fin da quando ti dava la poppa, e quando non sapevi ancora abbottonarti le barche, che allora non ti era venuta in mente la tentazione di muovere le gambe, e andartene pel mondo come un zingaro.
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Mi sento vecchia! Ripeteva, mi sento vecchia! Guardami in faccia! Ora non ho più la forza di piangere tanto, come quando mi hanno portato la notizia di tuo padre e di tuo fratello. Se vado al lavatoio, la sera torno a casa stanca che non ne posso più; e prima non era così. Non figlio mio, non sono più quella! Allora, quando fu di tuo padre e di tuo fratello, ero più giovane e forte.
Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va pezzo a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato. Ora mi manca il coraggio, e ogni cosa mi fa paura; mi pare di bevermi il cuore, come quando l’onda vi passa sulla testa, se siete in mare. Tu vattene se vuoi; ma prima lasciami chiudere gli occhi. (Longa A ‘Ntoni)
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Come se ne andavano ad uno ad uno quelli che volevano bene, ella si sentiva davvero un pesce fuori dell’acqua. (Mena quando parte ‘Ntoni)
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Ma per fortuna delle donnicciuole tutt’a un tratto, si venne a sapere che era tornato ‘Ntonidi pdaron ‘Ntoni, di notte, con un bastimento catanese, e che si vergognava  di farsi vedere senza scarpe. Se fosse stato vero che tornava ricco , i danari non avrebbe avuto dove metterli, tanto era lacero e pezzente.
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-Non ci  posso tornare nella barca, ora che ‘Ntoni è carcerato: non ci posso tornare. Ognuno ci guarderebbe dove passiamo, e poi non ho più la testa al suo posto , ora che ‘Ntoni è carcerato. E tornava a ripetere  sempre la stessa cosa, intanto che i denari se ne andavano come l’acqua, e tutti i suoi passavano le giornate rincantucciati in caso, coll’uscio chiuso.
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‘Ntoni rispondeva che aspettava la morte, la quale non voleva venire a prenderselo, perché “ lo sfortunato ha i giorni lunghi”
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Padron Fortunato stette un po’  a fregarsi il mento, e poi lasciò andare :- il matrimonio è come una trappola di topi: quelli che son dentro vorrebbero uscirne, e gli altri ci girano intorno per entrarvi-
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Uno che se ne va dal paese è meglio che non ci torni più

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