martedì 17 settembre 2024

"I padroni del mondo" di Alessandro Volpe


Mentre ci ammorbano con la cantilena, libero mercato,abolizione dei monopoli e concorrenza fra tutti; tre grandi società finanziarie si sono pappate il controllo del mercato azionario, del mercato dei capitali, del mercato delle materie prime, del settore dell'intrattenimento, assicurativo, energetico, farmaceutico delle piazze d'affari e altro ancora. Tre nomi che circolano poco State street, BlackRock, Vanguard; le tre da sole possiedono l’88% del capitale azionario delle S&P 500, in molte decidono sia l'AD, che la politica industriale. La sola BlackRock gestisce un patrimonio di 10 trilioni di dollari, inferiore solo al PIl degli USA e della Cina. Le stesse controllano le agenzie di rating e decidono se comprare o no titoli di stato di un certo paese;quindi se far cadere o tenere in piedi un governo. Il loro potere finanziario che diventa specularmente reale, non ha limiti: potere economico, politico e sociale. Decidono loro tutto dal prezzo del grano a quale azienda deve salire nel mercato azionario. Tanto da essere soprannominati dall'autore del libro “I Padroni del Mondo”. Le vittime sono il mercato e la democrazia,noi, poveri galoppini di un gioco di bari; costretti a correre come levrieri per garantire dividendi e utili, spennati come galline per pagare i servizi essenziali. Ovviamente la tassazione per questi grandi padroni del mondo non esiste. Da leggere.


Alcuni brani estratti dal libro:

“I grandi fondi finanziari, stanno comprando le prin cipali infrastrutture italiane, dalla rete, alle autostrade, ai rigassificatori, e stanno ricevendo lussuosi dividendi dalle principali banche, assicurazioni, società energeti che e manifatture di cui sono azionisti, anche in questo caso senza pagare imposte perché hanno la sede fiscale all'estero. In pratica, stiamo assistendo all'incredibile paradosso per cui i soggetti che maggiormente fanno profitti in Italia e che sono proprietari o concessionari di servizi pubblici non contribuiscono in alcun modo al fisco italiano. Il 2023 è stato un anno record per l'indice della Borsa di Milano che ha superato i 30 mi- la punti ed è tornato ai livelli precedenti alla "grande crisi del 2008. I settori che hanno registrato i livelli più alti sono stati tre. Il primo è quello delle banche con utili stratosferici a cui è corrisposta un'impennata del costo dei mutui per imprese e famiglie italiane. Il secondo è quello dell'energia a cui è corrisposta un'im- pennata delle bollette di luce e gas. Il terzo è quello delle multiutility, in larga parte partecipate dai fondi, a cui è corrisposta un'impennata dei costi per le utenze di tutti gli altri servizi. È logico?”


“Nel nostro paese il 40% dei contribuenti sorregge da solo , il 100% del sistema fiscale…oltre il 70% della ricordata evasione, per circa 800 mld di e, riguarda l’1,3% dei contribuenti più ricchi, quelli che hanno debiti fiscali per oltre 500 milioni di euro. Quindi il minor gettito non proviene da una pletora di cittadini e cittadine morose, ma da un ristretto numero di debitori dello stato. La crisi dello stato sociale non è un prodotto collettivo.”

“In breve, le banche fanno utili incredibili sui tassi di interesse,pagano profumatamente i propri super azionisti, costituiti dai fondi,e ben poche imposte. E versano stipendi stratosferici ai propri manager”


“Si è visto con chiarezza nella vicenda degli extraprofitti energetici e bancari: la presenza pubblica non si è tradotta in un beneficio per la filiera dei prezzi o dei tassi di interesse a vantaggio del sistema paese, ma ha significato soltanto una partecipazione, ridotta, agli utili e ai dividendi.In altre parole, lo Stato azionista non è riuscito negli ultimi anni a impostare politiche industriali ma si è comportato, a tutti gli effetti, come un socio finanziario mutuando le linee di conduzione societaria impostate dai grandi fondi con cui ha condiviso l'azionariato. L'obiettivo principale è sempre stato quello della remunerazione, a breve termine, del capitale investito dai soggetti finanziari a cui pagare dividendi succosi, a discapito di ogni altra prospettiva, compresa quella della riduzione dell'indebitamento.”


“Terna è una società che ha la proprietà dell'intera rete elettrica ad alta tensione..quotata in borsa dal 2005..dal 2004 al 2021 ha distribuito dividendi per 7,1 miliardi di e, senza neanche provarea ridurre il suo indebitamento netto che supera i 10 miliardi”


“L'ossessiva ricerca di dividendi tuttavia avviene, non di rado, a discapito dei servizi e persiono dei conti stessi”


“L'esame dei bilanci della società consente di far emergere in maniera ancora più chiara quale sia stata la sua funzione principale: dalla nascita avvenuta nel 2008 alla fine del 2021, A2A ha pagato ai propri azionisti quasi 3 miliardi di euro, una cifra superiore persino agli utili registrati nel periodo in questione. Proprio il bilancio del 2021 è una testimonianza evidente di questa "filosofia". A2A ha contratto nuovi finanziamenti, in quell'anno, per 1,1 miliardi di euro, di cui oltre 530 milioni sono serviti per pagare le rate dei mutui in corso, 108 milioni per ricomprare azioni proprie, 250 milioni per pagare dividendi e solo 46 milioni per fare nuovi investimenti. In altre parole, il nuovo indebitamento è stato in larga misura utilizzato per arricchire gli azionisti, mentre gli investimenti sono stati coperti soltanto dalle tariffe pagate dai cittadini utenti.”


“Privatizzazione e finanziarizzazione, come abbiamo visto, sono intimamente legate e hanno ormai come principale elemento distintivo e caratterizzante la centralità dei grandi fondi finanziari che, con i risparmi globali e con un vasto repertorio di strumenti, puntano a sostituire le forme fino ad oggi conosciute dello Stato sociale. Il 2022 ha segnato un anno record per i patrimoni gestiti da tali fondi finanziari. I primi dieci fondi del pianeta hanno registrato attivi per 44 mila miliardi di dollari e due soli di essi, Black Rock e Vanguard, ne gestiscono quasi la metà. In pratica, due soli fondi gestiscono un valore pari ad un quinto dell'intero Pil mondiale. Ma non finisce qui: gli stessi dieci fondi detengono ormai circa il 30% - secondo alcuni studi il 40% - delle prime 500 società mondiali. Una concentrazione di potere, e di capacità di incidere sul panorama politico e sociale, oltre che eco- nomico, mai conosciuta nella storia contemporanea.”


“Del resto, è la normativa europea e internazionale a consentire che organismí il cui "core business" è la valutazione di strumenti finanziari cruciali, come nel caso dei debiti sovrani, possano essere di proprietà degli stessi player che non solo scommettono su tali strumenti finanziari ma anche, non di rado, li producono.”


“La riduzione del personale è diventato lo strumento ordinario attraverso cui abbattere i costi e alimentare i rendimenti finanziari dei titoli, a cui concorre, in maniera altrettanto fisiologica, la strategia di elusione fiscale. In estrema sintesi, gli utili delle imprese si distribuiscono solo alla finanza e la remunerazione del lavoro è diventata una variabile indipendente, costantemente al ribasso. Insomma, anche da questa prospettiva il grande condizionamento esercitato dalla finanza sull'economia appare in tutta la sua pesantezza, togliendo fiato e spazio alla politica”


“L'ortodossia monetaria, che chiede tassi alti e rigore di fronte all'inflazione, mal si concilia con le regole truccate del casinò finanziario cresciuto con una smisurata liquidità capace, perennemente, di gonfiare i prezzi. La finanza americana continua ad essere il vero baricentro del caos: adultera i prezzi reali con i derivati, celebra il dollaro con i conflitti per finanziare il debito interno ed esporta inflazione e shock immobiliari”


“Questo sistema però ha vincitori e vinti. Tra marzo e maggio 2023, mentre i fondi facevano shopping, le obbligazioni emesse dalle banche degli Stati Uniti sono state svalutate per quasi 2 mila miliardi di dollari. Una cifra simile all'intero prodotto interno lordo italiano. Ma chi possiede queste obbligazioni? In gran parte sono nei fondi sanitari e previdenziali dei lavoratori statunitensi che, dunque, avranno pensioni più basse e faticheranno a curarsi. Finanziarizzazione privatizzazione e disuguaglianze sono tre espressioni dello stesso fenomeno¹. Sarebbe bene prenderne atto nel momento in cui questa ricetta sembra avere facile la loro diffusione, anche nel nostro paese”


“Ma il più grande "favore" ai super fondi proviene dalla totale inadeguatezza del sistema fiscale, a cominciare da quello internazionale. Le risorse dei nuovi colossi sono costituite da flussi di informazioni, immagini, suoni, parole, sussidi di varia natura che attraversano paesi e demoliscono confini, in un processo velocissimo rispetto al quale qualsiasi rivendicazione di sovranità appare debolissima, quasi  inerme. Mentre la produzione della ricchezza sta spostandosi sui mercati finanziari e sulle reti, i sistemi fiscali continuano a colpire beni e consumi fisici, con l'effetto di determinare una pressione gigantesca, e spesso insostenibile, su quella parte delle società contemporanee, a iniziare dai lavoratori dipendenti, che sta invece impoverendosi. Serve dunque una radicale revisione dell'idea stessa di fiscalità. Serve pensare ad una tassazione che sia capace di esercitare la propria azione sull'immaterialità, su contribuenti che ora stanno facendo enormi profitti e pagano imposte per meno del 3% dei loro fatturati”


“Questo significa due cose. C'è chi guadagna sempre: i grandi fondi che sono azionisti di tutte queste società. E c'è chi perde sempre: il mondo del lavoro che prima paga il conto dell'inflazione, poi subisce i danni dei tassi alti e infine non conosce aumenti retributivi perché, quando i tassi scendono, bisogna tutelare i profitti”


“Mi sembra sempre più facile capire che la strategia del controllo finanziario di larga parte del pianeta passa attraverso la capacità di tre giganti di disporre di un portafoglio infinito di partecipazioni azionarie e obbligazionarie in grado di dare la sensazione della fine del rischio: chi possiede tutto e decide i prezzi diventa nell'immaginario comune dei risparmiatori, grandi e piccoli, assai più solido e sicuro degli Stati. Così finisce il "libero mercato" e la dimensione pubblica, politica, del potere sbiadisce di fronte alla sicurezza garantita dai "signori del mondo"; una sicurezza tutta finanziaria che divora ogni altro valore.”

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