giovedì 18 ottobre 2018

RECENSIONE La Scopa Di Don Abbondio di Luciano Canfora

David Foster Wallace scrive un romanzo di 100 pagine su una riunione di marketing che lancia una merendina, ammetto di non essere riuscito a finirlo, anche perchè la complessità di seguire la storia non è banale gli intrecci fra espressioni, storie, movenze dei personaggi (sì, in un libro può restituire la storia dei movimenti di un corpo) è veramente complessa e richiede una memoria elefantiaca. Ora passare da Wallace a un saggio di 96 pagine, in cui si afferma che la storia è ciclica, citando ma non raccontando, che la storia è una continua lotta fra dominanti e dominati, in un lento e progressivo riequilibrio con continui momenti di avanzamento ed arretramento intendendoli e mai spiegandoli mi fa pensare di aver buttato via 12 euro. Come un personaggio di Sciascia, chiudo la recensione affermando: “E poi in casa ci sto benissimo; e specialmente qui dentro- levando le mani ad indicare ed accogliere tutti i libri d’intorno-“
“Bella biblioteca disse Laurana”
“Non è che non mi capiti, anche qui dentro , di imbattermi nei ladri, negli imbecilli…Parlo di scrittori beninteso , non di personaggi…Ma me ne libero facilmente; il restituisco al libraio o li regalo al primo cretino che viene a farmi visita”, la Scopa d Don Abbondio lo restituisco al Libraio.


ps: spero che Canfora non me ne abbia e credo che abbia scritto libri di ben altro spessore, ma sinceramente questo opuscolo rimane tale.

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