lunedì 10 agosto 2015

CONSIDERA L'ARAGOSTA di David Foster Wallace

IL FIGLIO GROSSO E ROSSO
L’accademia americana per la medicina d’urgenza lo conferma: ogni anno, fra i dodici e ventiquattro maschi adulti statunitensi vengono ricoverati al pronto soccorso dopo esserci castrati. Con utensili da cucina, di solito, a volte con tenaglie. In risposta all’ovvio domanda, spesso i sopravvissuti spiegano che i loro impulsi sessuali erano diventati fonte di conflitto e ansia intollerabili. Il desiderio di completo appagamento unito alla concreta impossibilità di ottenerlo quando e come volevano, aveva prodotto in essi una tensione insostenibile. E’ ai 30 + maschi testosteronicamente afflitti i cui casi sono stati documentati negli ultimi due anni che i vostri corrispondenti vogliono dedicare questo articolo. E a quelle anime in pena che stanno prendendo in considerazione l’autocastrazione per il 1998, vogliamo dire “ Fermi!  Giù le mani! Buoni con quegli utensili da cucina e/o tenaglie!” perché forse abbiamo trovato l’alternativa.
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Il sig, Jon Dough-vincitore dell’agognatissima statuetta per il migliore attore/video del’96 che nel’97- si alterna fra vari stand, in viso la solita espressione di chi è talmente evoluto psicologicamente, talmente fico e distaccato, che la vita è un unico lungo sbadiglio.
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LA FINE DI QUALCOSA SENZ’ALTRO, VERREBBE DA PENSARE
Su John Hupdike…Inoltre sono sempre degli  incorreggibili narcisisti e donnaioli, si disprezzano, si compatiscano e…sono soli, soli come soltanto un solipsista emotivo può essere solo. Sembra che non appartengano mai a nessun tipo di unità o comunità o causa più ampia. Benchè in genere siano padri di famiglia, in realtà non amano mai nessuno, e in particolare, anche se sono sempre eterosessuali al punto della satiriasi, non amano mai le donne. Persino il mondo circostante, per quanto meraviglioso nella loro maniera di vederlo e descriverlo, di solito esiste fintanto che evoca impressioni, associazioni, emozioni e desideri interni al grande ego.
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Su John Hupdike ..Non sono né stupito, né offeso da questo atteggiamento, più che altro non lo capisco. Ringalluzzito o flaccido che sia, l’infelicità di Bell Turnbull è ovvia sin dalla prima pagina del romanzo. Mai una volta, però, gli viene in mente che il motivo di tanta infelicità sia che è uno stronzo.
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ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA COMICITA’ DI KAFKA CHE FORSE DOVREBBERO  ESSERE TAGLIATE ULTERIORMENTE
-Ahimè-disse il topo- il mondo si rimpicciolisce ogni giorno di più. All’inizio era così grande da farmi paura, e che gioia ho provato quando finalmente ho visto in lontananza le pareti a destra e a sinistra! Ma queste lunghe pareti si restringono così alla svelta che ho raggiunto l’ultima stanza, e lì nell’angolo c’è la trappola cui sono destinato.
-Non devi fare altro che cambiare direzione,-disse il gatto, e se lo mangiò.
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Non per nulla KAFKA parlava della letteratura come di una “scure con cui cerchiamo di scalfire gli oceano di ghiaccio dentro di noi”
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Più aliene di tutto, forse,le figure  dell’autorità di Kafka non sono mai semplici pagliacci vuoti da ridicolizzare, ma sono sempre al contempo assurde, spaventose e tristi, come l’ufficiale di Nella colonia penale.
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“Raggiunta la mezza età ognuno si ritrova con la faccia che si merita”
“c’è speranza ma non per noi”
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Potete chiedere di immaginare che tutte le sue storie siano una specie di porta. Di immaginare noi che ci avviciniamo e battiamo a questa porta, sempre più forte, battiamo e battiamo, non solo perché vogliamo entrare, ma perché ne abbiamo bisogno; non sappiamo cosa sia ma possiamo sentirlo, questo desiderio disperato e assoluto di entrare, e battiamo e spingiamo e calciamo. Finché ecco che la porta si apre..e si apre verso l’esterno.- Eravamo già dove volevamo essere sin dal principio. Das ist komisch.

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AUTORITA’ E USO DELLA LINGUA
Lo sapevate che tastando il ventre molle della lessicografia statunitense si scoprono conflitti ideologici e controversie e intrighi e animosità e passioni di portata quasi lewinskiana?
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Uno spirito democratico è quello che combina rigore e umiltà, cioè convinzione appassionata e un devoto rispetto per le convinzioni altrui. Come qualsiasi americano sa, tale spirito è difficile da coltivare e mantenere, specie quando si parla di questioni che stanno particolarmente a cuore.
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Argomentazione: al 4 marzo 1999, il problema di definire la vita umana in utero appare irrisolvibile. Cioè , alle luce delle nostre attuali conoscenze mediche e filosofiche di cosa si a rendere qualcosa non solo  un organismo vivente ma una persona, è impossibile stabilire con esattezza in quale momento  durante la gestazione un uovo fecondato diventa essere umano. Tale enigma, insieme alla validità fondamentalmente indiscutibile del principio: “ in caso di dubbio irrisolvibile riguardo all’umanità o meno di una cosa, meglio non ucciderla” , a mio parere richiede che ogni americano ragionevole sia pro-vita.  Allo stesso tempo , però, il principio:” in caso di dubbio irrisolvibile riguardo a qualcosa, non ho il diritto legale né morale di dire a un’altra persona cosa fare, specialmente se quella persona sente di non avere dubbi”è una parte inattaccabile del patto democratico che noi americano stipuliamo gli uni con gli altri, un patto in cui ogni cittadino adulto di trova ad essere un agente morale autonomo; e a mio parere questo principio richiede che ogni americano sia pro-scelta.
Di conseguenza il recensore è, come privato cittadino e agente autonomo, sia pro-vita che pro-scelta. Non è una posizione facile né comoda da mantenere. Ogni volta che una mia conoscente decide di interrompere una gravidanza, devo credere che stia facendo la cosa sbagliata allo stesso tempo  che abbia tutto il diritto di farlo.  In più naturalmente, devo sia credere che una posizione pro vita + pro scelta sia l’unica veramente coerente che trattenermi dal cercare di imporre tale visione alle altre persone le cui convinzioni ideologiche o religiose mi sembrano non tenere conto delle ragione e produrre una posizione (a mio parere) da invasato. E devo continuare a trattenermi persino quando la posizione (per me) da invasato di qualcuno ( mi ) sembra negare quella stessa tolleranza democratica che mi impedisce di cercare di imporgli/le la mia posizione; devo trattenermi dallo spingere o litigare o rispondere persino quando qualcuno mi chiama Servo di Satana o l’Ennesimo stronzo, sopportazione che rappresenta i limiti estremi, da far digrignare i denti, del mio spirito democratico. Insulti a parte, ho incontrato un’obiezione seria a questa posizione pro vita+ pro scelta. Ma è un obiezione potente. Non riguarda la mia posizione in sé per sé, ma certi fatti su di me, la persona che l’ha elaborata e mantenuta. Se tutto questo dovesse sembrarvi sia nebuloso che assolutamente privo di qualsiasi attinenza con l’uso dell’americano, vi prometto che diventerà di una chiarezza e pertinenza quasi dolorosa più avanti.
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Per essere più specifici faccio presente che il dialetto che utilizziamo dipende soprattutto dal tipo di gruppo di appartenenza dell’ascoltatore e dal nostro desiderio di proporci come membro di quel gruppo o meno.
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Ed ecco la mia argomentazione. L’uso della lingua è sempre politico, ma lo è in modo complesso..
L’inglese politicamente corretto ha in sé un’ironia ancora più macroscopica- E cioè che sebbene l’Ipc abbia la pretesa di essere il dialetto della riforma progressista, di fatto è- nella sua sostituzione orweliana degli  eufemismi dell’uguaglianza sociale al posto dell’effettiva uguaglianza sociale- molto più di aiuto ai conservatori  allo status quo di quanto non siano mai state le tradizionali prescrizioni snob.
…In altre parole l’Ipc agisce come forma di censura, e la censura è sempre al servizio dello status quo.
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In breve, il grande errore della sinistra non è concettuale, né ideologico ma spirituale e retorico: l’attaccamento narcisistico a presupposti che accrescono  la loro immagine di virtuosi, fa perdere loro tanto la scienza quanto la guerra
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LA VISTA DA CASA DELLA SIG.RA THOMPSON
Sineddoche in autentico stile del Midwest, la gente di Bloomington non è scostante ma tende a essere riservata. Può capitare che uno sconosciuto vi sorrida calorosamente, ma in genere non ci saranno chiacchiere nelle sale d’attesa o in fila alla cassa. Adesso però, grazi all’Orrore, c’è qualcosa di cui parlare che è più forte di ogni inibizione, come se fossimo tutti lì e avessimo appena visto lo stesso incidente stradale.
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Nessuna è abbastanza scafata da avanzare la scontata e perversa lagnanza postmoderna: già visto. Invece, quello che fanno è starsene sedute lì a sentirsi malissimo,e pregare. Nessuna del gruppo della sig.ra Thompson sarebbe mai così nauseabonda da cercare di far pregare tutti ad alta voce o formare un cerchio di preghiera, ma si capisce lo stesso cosa stanno facendo.
Non fraintendete, questo è per lo più un bene. Ti costringe a pensare e a fare cose  che quasi di sicuro non faresti se fossi da solo, come per esempio pregare, in silenzio e con fervore, che ti sbagli sul presidente, che forse lo vedi in modo distorto e che in realtà è molto più in gamba e sostanzioso di quanti credi, che non è soltanto un golem senz’anima o un groviglio di interessi aziendali vestito in giacca e cravatta, ma è uno statista coraggioso e probo e….ed è un bene, è un bene pregare per questo. Anche se ci si sente un po’ soli a doverlo fare. La gente davvero perbene, la gente innocente può mettere a dura prova. Lungi da me suggerire che tutti quelli che conosco a Bloomington, sono come la sig.ra Thompson ( per es. suo figlio F- non lo è, anche se è una persona straordinaria). Sto cercando, piuttosto, di spiegare come parte dell’Orrore dell’Orrore sia stato sapere, nel profondo del mio cuore, che qualsiasi fosse l’America che gli uomini su quegli aerei odiavano tanto, era molto di più la mia America, e quella di F- e quella del povero detestabile Duane, che non quella di queste signore.
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COME TRACY AUSTIN MI HA SPEZZATO IL CUORE
Il libro avrebbe potuto-visto che ottenere il massimo a diciassette anni e perderlo a ventuno a causa di eventi che sono al di fuori del tuo controllo è esattamente come morire solo che poi devi continuare a vivere- essere davvero ispirante.
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Potrebbe essere benissimo che noi spettatori, privi dei doni divini degli atleti, siamo gli unici ad essere davvero in grado di vedere, esprimere e animare l’esperienza del dono a noi negato. E che coloro i quali lo ricevono e mettono in pratica il dono del genio atletico debbano, di necessità, essere ciechi e muti al riguardo, e non perché la cecità e il mutismo siano il prezzo di quel dono, ma perché ne sono l’essenza.
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FORZA SIMBA SETTE GIORNI DI CAMMINO CON UN ANTICANDIDATO
Uomini troppo poco simili ad essere umani persino per odiarli. Ciò che suscita la loro vista altro non è che una travolgente sensazione di disinteresse, il genere profondo di disimpegno che spesso è solo una difesa contro il dolore. Contro la tristezza. Di fatto, è probabile che se così tanti di noi sono così poco interessati alla politica è proprio perché i politici moderni ci intristiscono, ci feriscono profondamente e in modi di cui è difficile persino trovare il nome, figuriamoci parlarne. E’ assai più facile alzare gli occhi al cielo e fregarsene. Anzi è probabile che non abbiate voglia di sentir parlare nemmeno di questo.
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Cosa che sua volta, afferma il basso ma rispettatissimo cameran dell Cbs, spiega in parte perché, anche se poi i nostri deputati eletti sono sempre lì a battersi il petto e commentare preoccupati le basse affluenze, nulla di sostanziale viene mai fatto per rendere la politica meno squallida o deprimente, né tantomeno per spingere più persone a votare: i nostri deputati eletti sono già in carica, e le affluenze basse, proprio come i soft money, favoriscono i politici già in carica.
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Se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per arroccati establishment dei due principali partiti, i quali, potete starne certi, stupidi non sono, ma anzi hanno una consapevolezza profonda di quanto gli convenga mantenervi in una condizione di disgusto e noia e cinismo, fornendovi ogni possibile motivazione psicologica perché il giorno delle primarie ve ne stiate a casa a farvi i cilum guardando MTV. Sia chiaro: avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pesando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.
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In altra parole un vero leader è uno che sa aiutarci a superare i limiti individuali di pigrizia e dell’egoismo e della debolezza e della paura, riuscendo  a farci fare cose migliori e più difficili di quelle che riusciremmo  a fare da soli.
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Il nocciolo della questione è che se siete giovani elettori tutti d’un pezzo e rotti ai meccanismi del marketing,  l’unica cosa che potete stare sicuri di provare nei confronti della campagna di John Mc-Cain è una forma moderna e molto americana di ambivalenza, una sorta di dissidio interiore tra il bisogno profondo di credere e la convizione profonda che il bisogno di credere sia una stronzata, che in giro non ci sia rimasto altro che vendite e piazzisti.
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Ma il paradosso è che la scatola che rende McCain reale è, per definizione, chiusa. Nessuno può entrare,né uscire. Anche ciò è importantissimo; dovete tenerlo bene a mente. E’ lui il motivo per cui, malgrado tutte le matite accreditate “dietro le quinte” che vengono spedite ad indagare su di lui, un ritratto  di John McCain non sarà mai altro  che questo: un’unica faccia, esterna, scomposta e diffratta da così tante lenti che alla fine di uomini da vendere c’è n’è più di uno. Piazzista o leader o tutte e due le cose  o nessuna che sia, il paradosso finale- quello più minuscolo e centrale, perso nelle profondità remote di tutte le altre scatole e riquadri rotanti che formano il puzzle della campagna elettorale e rivestono McCain- è che il fatto che lui sia davvero “reale” dipende meno da ciò che c’è nel suo cuore che da ciò che c’è nel vostro. Cercate di rimanere svegli.
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CONSIDERA L’ARAGOSTA
Di per sé hanno un buon sapore. O almeno così pensiamo adesso. Fino a un momento imprecisato dell’Ottocento, tuttavia, l’aragosta era cibo per ceti bassi, consumato solo dai poveri e dagli internati. Persino nel duro ambiente penale dell’America degli albori alcune colonie avevano leggi che vietavano di dare aragosta ai detenuti più di una volta alla settimana perché veniva considerato crudele e anomalo, come costringere la gente a cibarsi di topi.
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E ci vogliono parecchie acrobazie intellettuali e sottilizzazioni comportamentistiche per non riconoscere che agitarsi, dibattersi e sbatacchiare il coperchio corrispondano esattamente a quel tipo di comportamento. Secondo gli zoologi marini, in genere le aragoste ci mettono fra i 35 e i 45 secondi a morire nell’acqua bollente.
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IL DOSTOEVSKIJ di JOSEPH FRANK
E’ ben nota l’ironia del fatto che Dostoevskij, le cui opere sono celebri per compassione e rigore morale, nella vita reale era per molti versi uno stronzo: vanitoso, arrogante, sprezzante ed egoista. Ossessionato dal gioco, di solito era al verde, e si lamentava in continuazione di quanto era povero, e molestava sempre amici e  colleghi perché gli prestassero urgentemente dei soldi che di rado restituiva, ed era capace di serbare per anni rancori meschini per questioni finanziarie, e faceva cose tipo impegnare il cappotto invernale della moglie cagionevole per poter giocare d’azzardo eccetera. E’ altrettanto vero che la vita di Dostoevskij fu piena di incredibili sofferenze, drammi, tragedie ed eroismi.
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IL COMMENTATORE
Oppure potreste chiamarla atavica, un ritorno a prima che Joseph Pulitzer cominciasse ad avvertire tutti “ Una stampa cinica, mercenaria, demagogica col tempo produrrà un popolo altrettanto vile”
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Come analisi post-incontro, vale la pena notare che nessuno dei due partecipanti ha avuto da ridire o ha battuto ciglio su un certo assunto implicito nell’analogia sulla sig.na Christina Aguilera, e cioè che un processo penale sia un prodotto dell’intrattenimento quanto una canzone della top 40.

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