Il
problema della velocità e che se non ti uccide alla lunga ti asseufà. Corri ,
corri, non ti volti, non aspetti, dando alla tua fretta la colpa della
solitudine in cui ti trovi. Gli anni passano così in fretta, persone entrano e
escono dalla tua vita,non riesci nemmeno a trattenerle perchè di te non
vogliono sapere più nulla. Sali su un altro treno e di corsa salti su un altro.
La tua vita si consuma e mille attività senza una fine bussano alla tua porta.
E' il caos in cui vivi è il mondo in cui sei cresciuto, dici a te stesso e
sempre più di corsa vai avanti, inseguendo un sogno, un lavoro, un dovere. Lo
stress è il tuo più fedele compagno, l'ansia è tramortita dalla temerarietà con
cui ti muovi, guidi, corri o vai in moto...vivi. Ed in questo centrifugare
continuo che non ti dà più nessun centro per un attimo ti volti, vedi una
strana cosa. Due individui su una panchina che stanno fermi,che non hanno
fretta, non devono andare da nessuna parte, abbracciati a guardarsi. Tu stai lì
perchè hai appuntamento devi incotrare qualcuno per fare qualcosa di
importante. Al momento non ci fai caso e borbotti sull'inutilità di tali
svaghi. Ma dopo ore ripassi per lo stesso posto e li trovi ancora lì, fermi a
guardarsi negli occhi nello stesso indetico modo, nella stessa posizione.
Allora ritorni indietro e trovi che anche tu hai fatto la stessa sciocchezza e
ricordi un'illusione in cui credevi in giovinezza: il paradiso è negli
occhi di chi si ama perchè il tempo e lo spazio sono piegati
dall'illusione di uno sguardo, il mondo si annichilisce e rimani lì in pace in
un nido di braccia intrecciate.
Ad un analisi razionale tutto cio che si intreccia e cambia la percezione della realtà è solo una prigione e camminando borbottando te ne vai...
Ad un analisi razionale tutto cio che si intreccia e cambia la percezione della realtà è solo una prigione e camminando borbottando te ne vai...
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