martedì 30 dicembre 2014
Il caos è bello perchè dà all'ordine un senso....
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Le mie lucide follie
giovedì 18 dicembre 2014
domenica 14 dicembre 2014
giovedì 11 dicembre 2014
sabato 29 novembre 2014
Valerio Massimo Manfredi-La tomba di Alessandro
La morte di Alessandro Magno, come quella di Gesù, di Giulio
Cesare, di Socrate, è uno di quegli eventi in sé negativi che però ebbero un
impatto enorme nella storia dell’umanità. Tre su quattro di questo personaggi
vennero considerati dopo la loro morte, anche se in modo e con significati
diversi , delle divinità. La scomparsa di questi uomini insomma non venne
accettata dai contemporanei e si volle credere in una loro diversa è più alta
esistenza dopo la fine della loro avventura umana.
“Non ho preso niente per me, e nessuno può rinfacciarmi che
io nasconda dei tesori. Io mangio lo stesso cibo che mangiate voi..mi sveglio
prima di voi mentre voi ancora dormite tranquilli nelle vostre brande. Qualcuno
di voi poi potrebbe pensare che mentre voi avete fatto conquiste con fatiche e
sofferenze io me appropriavo senza alcuno sforzo. Ma chi di voi è convinto di
aver durato più fatiche per me che non io per lui? Guardate, chi di voi ha
delle ferite si spoglie e le mostri. Anche io mostrerò le mie. Perché non c’è una parte del mio corpo, almeno davanti, che
non ha cicatrici; non c’è arma corta o da lancio da lontano che non mi abbia
lascato un segno. Sì, sono stato ferito di spada in corpo a corpo. Sono stato
trafitto da frecce, colpito da una catapulta, battuto da pietre e mazze, per
voi, per la vostra gloria e per la vostra ricchezza. Vi ho guidato vittoriosi
attraverso ogni terra, ogni fiume, montagna e pianura..e finchè io vi ho
guidati nessuno di voi è morto fuggendo”
Un vento che nessuno si aspettava e per il quale nessuno si
era preparato Alessandro non aveva ancora compiuto trentatré anni e nemmeno lui si aspettava di morire.
Editto di Teodosio 380 d.c.
In seguito a un altro editto del 391 estese le proibizioni
anche ad Alessandria che godeva di speciali esenzioni. A quel punto il vescovo
della città, Teofilo si ritenne autorizzato ad abbattere i santuari antichi e
guidò la distruzione del Serapeo iniziando lui stesso la demolizione della
colossale statua di Serapide. Poi fu la volta della biblioteca del tempio, una
specie di succursale della Grande Biblioteca che andò completamente perduta. Come
si è detto prima, non sappiamo quali fossero le condizioni della tomba di
Alessandro né se il furore dello zelo cristiano abbia distrutto ciò che di essa
era rimasto.
Sappiamo che vi furono a varie riprese atti di vandalismo
nei confronti delle sedi di civiltà pagana e vi furono gravissime violenze
contro i suoi esponenti culturali, come
l’uccisione di Ipazia nei primi anni del
V secolo a opera di un gruppo di
facinorosi cristiani guidati da un tale
Pietro detto il Lettore. Ipazia, accusata di impedire la riconciliazione tra il
prefetto Oreste e il vescovo Cirilllo era in realtà odiosa perché scienziato,
filosofo e donna bellissima e perché teneva scuola, allevava un gruppo di
solidi intellettuali che avrebbero a loro volta trasmesso i valori di una
civiltà manifestazione dell’errore. Fu strappata dal suo carro, denudata e
trascinata nel Cesareo, il tempio che Cleopatra aveva dedicato al culto di
Cesare, ora chiesa cristiana, e massacrata. Il suo corpo fu scarnificato con
cocci accuminati di vasi , gli ostraka (secondo alcuni quando era ancora viva)
e poi bruciato.
La fine del mondo antico è simboleggiata da eventi passati
quasi sotto silenzio ma di enorme portata fu una fine violenta imposta per
decreto.
Più difficile è dimostrare perché mai il corpo stesso
di Alessandro sarebbe stato spacciato per San Marco. Chugg pensa a qualche suo
ammiratore cristiano, un alto esponente del
clero forse che avrebbe voluto salvar le spoglie mortali dalla furia
iconoclasta in seguito agli editti teodosiani del 391 che diedero di fatto mano
libera ai fanatici che volevano distruggere ogni traccia di religione antica
venerdì 28 novembre 2014
La confessione negativa
La confessione negativa: "Solo allora il defunto, scortato da Anubi, era ammesso al cospetto di Osiride per il giudizio finale. Davanti al tribunale del supremo Dio dell'Aldilà, composto da 42 divinità, egli doveva pronunciare la "confessione negatvia", elencando tutte le colpe di cui non si era macchiato: . Per accertarsi di queste affermazioni, però, Anubi avrebbe p osto su una bilancia da un lato il cuore del defunto, dall'altro la piuma di Maat, dea della verità. Se il cuore si fosse rilevato più pesante della piuma perchè carico di peccati, sarebbe stato inghiottito da Ammit, la "divoratrice", un demone mostruoso con la testa di coccodrillo e il corpo metà leone e metà ippopotamo, che avrebbe precluso all'anima l'agognata eternità. In caso contrario, il defunto sarebbe stato "giustificato", ovvero dichiarato 'giusto di voce' e avrebbe avuto accesso al regno di Osiride" N.69-Novembre 2014, Storica, le Mummie Di Anubi
giovedì 27 novembre 2014
Il nichilismo passivo e attivo in F. Nietzsche
Il nichilismo passivo e attivo in F. Nietzsche
"..Nietzsche non ama Rousseau, perché Nietzsche dice una cosa, a mio avviso anche molto intelligente. Che oramai noi siamo così impregnati di civiltà che non riusciremmo a tornare a animali. Se l'uomo decade diventa peggio dell'animale; perché non ha neanche più la forza istintuale dell'animale. Allora cosa consiste questo nichilismo attivo, nell'esperimentare nuovi valori, nuovi tipi di uomini..Se si dice a Nietzsche, per banalizzare ma per essere chiari, come deve essere fatto il sopra-uomo? Nietzsche vi risponde non lo so..."
Giametta: il moralista e il filosofo per Nietzsche.
Giametta: il moralista e il filosofo per Nietzsche.
“Nietzsche si è interrogato sul valore della conoscenza. Che valore ha la conoscenza? Conosce l’uomo la realtà o l’uomo si illude di conoscere la realtà. Da che cosa è condizionata la conoscenza umana? e purtroppo, la conclusione a cui la sua ricerca morale ha messo capo è una conclusione terribile, ciò che l’uomo non conosce veramente la realtà. Perché secondo Nietzsche la realtà non esiste proprio, una realtà, una verità. L’uomo conosce, quello che gli serve per vivere in base a una prospettiva, alla prospettiva che lui ha come ogni essere vivente. Ora la prospettiva, è comunque una infinita restrizione, di quello che noi chiamiamo realtà, insomma, è una abbreviazione delle cose. Ed è una abbreviazione in base all'istinto di sopravvivenza.”
“Nietzsche si è interrogato sul valore della conoscenza. Che valore ha la conoscenza? Conosce l’uomo la realtà o l’uomo si illude di conoscere la realtà. Da che cosa è condizionata la conoscenza umana? e purtroppo, la conclusione a cui la sua ricerca morale ha messo capo è una conclusione terribile, ciò che l’uomo non conosce veramente la realtà. Perché secondo Nietzsche la realtà non esiste proprio, una realtà, una verità. L’uomo conosce, quello che gli serve per vivere in base a una prospettiva, alla prospettiva che lui ha come ogni essere vivente. Ora la prospettiva, è comunque una infinita restrizione, di quello che noi chiamiamo realtà, insomma, è una abbreviazione delle cose. Ed è una abbreviazione in base all'istinto di sopravvivenza.”
lunedì 17 novembre 2014
martedì 11 novembre 2014
BREVI INTERVISTE CON UOMINI SCHIFOSI di David Foster Wallace
Sulla scia del brusco abbandono senza parole della
terapeuta, esternava dal telefono in cuffia della sua postazione lavorativa,
quanto fosse angosciosamente esiguo il numero delle persone con le quali poteva
sperare di comunicare davvero e esternare e costruire, sani, aperti, fiduciosi,
rapporti di reciproco incoraggiamento sui quali fare affidamento.
Si sarebbe accontentata anche di quello, promise
rannicchiata e tremante in posizione semifetale sulla punta della sedia
ergonomica nel cubicolo della sua postazione lavorativa- e perciò ora esortava
l’amica malata terminale a continuare, a non tirarsi indietro, a dirgliene
quattro: quali parole e termini si potevano impiegare per descrivere e valutare
quel vuoto e quella spugna emotivi così solipsistici , auto logoranti e senza
fondo che ora le sembrava di essere?
Il diavolo è un tipo impegnato
Io chiesi a papà che lezione trarre dalla cosa e lui disse
che secondo lui era che non puoi insegnare a un porco a cantare e mi disse di andare a rastrellare la ghiaia del
vialetto del fossato prima che fottesse il canale di scolo.
Più l’intensità di quella spinta sembra essere direttamente
proporzionale all’intensità e all’urgenza con la quale a quanto pare trovo poi
la maniera di tirarmi indietro. I trascorsi indicano che questa sorta di
improvvisa inversione della spinta avviene proprio quando ho la sensazione di
averle. Qualunque cosa significhi averle- a essere onesto mica lo so bene. A quanto
pare significa quando so per certo e sento che ormai sono coinvolte nel
rapporto e nella prospettiva futura quanto lo sono io. Lo sono stato. Lo ero.
A certi complessi è meglio semplicemente arrendersi e
accettarli anziché lottare contro l’imago per pura forza di volontà.
E’ un libro davvero straordinario e adesso pensaci, se non
ci fosse stata una cosa come l’Olocausto non ci sarebbe stato un libro come
alla ricerca di un significato della vita….avere un atteggiamento stereotipato
nei confronti di qualsiasi cosa è un grande errore, questo dico.
Ma non ce l’ho. Nessuno ce l’ha. Succedono cose davvero
terribili. L’esistenza e la vita spezzano continuamente le persone in tutti i
cazzo di modi possibili e immaginabili. Dammi retta, io lo so, io ci sono
passato, io.
Due drogati terminali all’ultimo stadio erano seduti contro
il muro di un vicolo senza niente da iniettarsi, niente di niente, nessun posto
dove andare o stare. Uno soltanto aveva il cappotto. Faceva freddo, e uno dei
drogati terminali batteva i denti e sudava e tremava per la febbre. Sembrava
gravemente malato. Puzzava da fare schifo. Stava seduto contro il muro con la
testa sulle ginocchia. Questo succedeva a Cambridge, Massachusetts in un vicolo
dietro il Commonwealth centre per il recupero delle lattine di alluminio di
Massachusetts Avenue nelle prime ore del 12 gennaio 1993. Il drogato terminale
con cappotto si tolse il cappotto e corse a rannicchiarsi vicino al drogato
terminale gravemente malato e prese e stese il cappotto in modo che li coprisse
tutti e due e poi si rannicchiò un altro poco tanto da ritrovarsi schiacciato contro
l’altro e lo circondò con un braccio e lasciò che si sentisse male sul suo
braccio, e rimasero così insieme contro il muro per tutta la notte.
D: quale dei due è sopravvissuto.
Una analogia potrebbe essere: immagina di essere andato a
una festa dove non conosci quasi nessuno, e poi tornando a casa all’improvviso
ti rendi conto che per tutta la festa ti sei talmente preoccupato di capire se
piacevi o no ai presenti che adesso non hai la minima idea se a te è piaciuto
qualcuno di loro. Chiunque abbi avuto una simile esperienza sa che è
assolutamente letale presentarsi a una festa con un simile atteggiamento.
L’intensità di un desiderio D è inversamente proporzionale
alla facilità di soddisfazione di D. Noto anche come amore romantico.
mercoledì 15 ottobre 2014
1984 di George Orwell
Su ogni pianerottolo, di fronte al pozzo dell’ascensore, il
manifesto con quel volto enorme guardava dalla parete. Era uno di quei ritratti
fatti in modo che, quando vi muovevate,
gli occhi vi seguono. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.
Il volume dell’apparecchio ( si chiamava teleschermo)poteva
essere abbassato , ma non vi era modo di spegnerlo.
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è
forza
Il ministero della verità , che si occupava dell’infromazione,
dei divertimenti, dell’istruzione delle belle arti; il Ministero della
Pace che si occupava della guerra; il
ministero dell’amore, che manteneva la legge e l’ordine pubblico; il ministero
dell’Abbondanza responsabile degli affari economici.
La cosa orribile dei due
minuti dell’Odio era che nessuno veniva obbligato a recitare. Evitare di farsi
coinvolgere era infatti impossibile. Un’estasi orrenda, indotta da un misto di
paura e di sordo rancore , un desiderio di uccidere, di torturare, di
spaccare facce a martellate, sembrava
attraversare come una corrente elettrica tutte le persone lì raccolte,
trasformando il singolo individuo, anche contro la sua volontà, in un folle
urlante, il volto alterato dalle smorfie.
La mente gli scivolò nel mondo labirintico del bi pensiero.
Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si
pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due
opzioni che si annullavano a vicenda; sapendole contraddittorie tra di
loro e tuttavia credendo ad entrambe,
fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell’atto
di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo
vedere nel Partito l’unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era
necessario dimenticare ma, all’occorenza essere pronti a richiamarlo alla
memoria,per poi dimenticarlo di nuovo.
Nel tuo cuore preferiresti ancora l’archeolingua, con tuta
la sua imprecisione e le sue inutile sfumature di senso. Non riesci a cogliere
la bellezza insita nella distruzione delle parole. Lo sapevi che la neolingua è
l’unico linguaggio al mondo il cui vocabolario si riduce giorno per giorno?
Non capisci che lo scopo principale a cui tende la neolingua
è quello di restringere al massimo la sfera d’azione del pensiero? Alla fine
renderemo lo piscoreato letteralmente impossibile, perché non ci saranno parole
con cui poterlo esprimere. Ogni concetto di cui si possa aver bisogno sarà
espresso da una sola parola, il cui significato sarà stato rigidamente
definito, priva di tutti i suoi significati ausiliari, che saranno stati
cancellati e dimenticati.
In effetti il pensiero non esisterà più almeno non come lo
intendiamo ora. Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare.
Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa.
La libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro.
Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente.
Se si osservano le regole piccole, si potevano infrangere
quelle grandi.
La guerra è un modo per mandare in frantumi, scaraventare
nella stratosfera, affondare negli abissi marini, materiali che altrimenti
potrebbero essere usati per rendere le masse troppo agiate e, a lungo andare,
troppo intelligenti.
La libertà è schiavitù. Hai mai pensato che si possono
invertire i termini? La schiavitù è libertà. Da solo, libero , l’essere umano è
sempre sconfitto. Deve essere per forza così, perché l’essere umano è destinato
a morire, e la morte è la più grande delle sconfitte. Se però riesce a compier
un atto di sottomissione totale ed
esplicita , se riesce a uscire dal proprio io , se riesce a fondersi con
Partito in modo da essere lui il Partito, diviene onnipotente e immortale.
Ora amava il grande fratello.
lunedì 29 settembre 2014
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