La morte di Alessandro Magno, come quella di Gesù, di Giulio
Cesare, di Socrate, è uno di quegli eventi in sé negativi che però ebbero un
impatto enorme nella storia dell’umanità. Tre su quattro di questo personaggi
vennero considerati dopo la loro morte, anche se in modo e con significati
diversi , delle divinità. La scomparsa di questi uomini insomma non venne
accettata dai contemporanei e si volle credere in una loro diversa è più alta
esistenza dopo la fine della loro avventura umana.
“Non ho preso niente per me, e nessuno può rinfacciarmi che
io nasconda dei tesori. Io mangio lo stesso cibo che mangiate voi..mi sveglio
prima di voi mentre voi ancora dormite tranquilli nelle vostre brande. Qualcuno
di voi poi potrebbe pensare che mentre voi avete fatto conquiste con fatiche e
sofferenze io me appropriavo senza alcuno sforzo. Ma chi di voi è convinto di
aver durato più fatiche per me che non io per lui? Guardate, chi di voi ha
delle ferite si spoglie e le mostri. Anche io mostrerò le mie. Perché non c’è una parte del mio corpo, almeno davanti, che
non ha cicatrici; non c’è arma corta o da lancio da lontano che non mi abbia
lascato un segno. Sì, sono stato ferito di spada in corpo a corpo. Sono stato
trafitto da frecce, colpito da una catapulta, battuto da pietre e mazze, per
voi, per la vostra gloria e per la vostra ricchezza. Vi ho guidato vittoriosi
attraverso ogni terra, ogni fiume, montagna e pianura..e finchè io vi ho
guidati nessuno di voi è morto fuggendo”
Un vento che nessuno si aspettava e per il quale nessuno si
era preparato Alessandro non aveva ancora compiuto trentatré anni e nemmeno lui si aspettava di morire.
Editto di Teodosio 380 d.c.
In seguito a un altro editto del 391 estese le proibizioni
anche ad Alessandria che godeva di speciali esenzioni. A quel punto il vescovo
della città, Teofilo si ritenne autorizzato ad abbattere i santuari antichi e
guidò la distruzione del Serapeo iniziando lui stesso la demolizione della
colossale statua di Serapide. Poi fu la volta della biblioteca del tempio, una
specie di succursale della Grande Biblioteca che andò completamente perduta. Come
si è detto prima, non sappiamo quali fossero le condizioni della tomba di
Alessandro né se il furore dello zelo cristiano abbia distrutto ciò che di essa
era rimasto.
Sappiamo che vi furono a varie riprese atti di vandalismo
nei confronti delle sedi di civiltà pagana e vi furono gravissime violenze
contro i suoi esponenti culturali, come
l’uccisione di Ipazia nei primi anni del
V secolo a opera di un gruppo di
facinorosi cristiani guidati da un tale
Pietro detto il Lettore. Ipazia, accusata di impedire la riconciliazione tra il
prefetto Oreste e il vescovo Cirilllo era in realtà odiosa perché scienziato,
filosofo e donna bellissima e perché teneva scuola, allevava un gruppo di
solidi intellettuali che avrebbero a loro volta trasmesso i valori di una
civiltà manifestazione dell’errore. Fu strappata dal suo carro, denudata e
trascinata nel Cesareo, il tempio che Cleopatra aveva dedicato al culto di
Cesare, ora chiesa cristiana, e massacrata. Il suo corpo fu scarnificato con
cocci accuminati di vasi , gli ostraka (secondo alcuni quando era ancora viva)
e poi bruciato.
La fine del mondo antico è simboleggiata da eventi passati
quasi sotto silenzio ma di enorme portata fu una fine violenta imposta per
decreto.
Più difficile è dimostrare perché mai il corpo stesso
di Alessandro sarebbe stato spacciato per San Marco. Chugg pensa a qualche suo
ammiratore cristiano, un alto esponente del
clero forse che avrebbe voluto salvar le spoglie mortali dalla furia
iconoclasta in seguito agli editti teodosiani del 391 che diedero di fatto mano
libera ai fanatici che volevano distruggere ogni traccia di religione antica
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