lunedì 31 marzo 2014
Un altro governo non migliorerà la situazione
Un altro governo non migliorerà la situazione, un altro governo farà solo i suoi interessi o del clan che rappresenta, l'unica evoluzione possibile è la fine di tutti i governi, di tutte le capitali, di tutte le nazioni. E' un obbiettivo impossibile , ma non facciamoci abbindolare dalla favola che questa struttura organizzativa sia la migliore, frutto dell'inevitabilità della storia . Tutto può cambiare, tutto può migliorare, tutto può peggiorare e tutto può finire e questo ciclo è la cosa più umana che esista. L'assoluto, Dio , l'inevitabile, gli ideali e la certezza, le abbiamo seppellite un secolo fa , il compito della mia generazione è andare al di là per costruire qualcosa di nuovo. Che cosa sarà nessuno lo sa, ma la nostra forza è quello che gli antichi avrebbero confuso con la nostra debolezza; l'abisso di guardare in un mondo senza più punti fermi, in cui lo sbaglio è certo, come direbbe Heisenberg. Questa incertezza ci lega tutti e a ben guardare, è l'unica leva su cui sentirci tutti più vicini, comprensivi e finalmente uomini, senza cartapesta intorno che ci neghi l'orizzonte o peggio ci divida.
domenica 30 marzo 2014
la legge elettorale e la nostra opinione....
I nostri governi sono più impegnati, a fare leggi per governare con meno voti che a governare meglio per essere rieletti con più voti. È un sintomo di una incapacità congenita e di un disinteresse in aumento per la nostra opinione
Billy Budd il marinaio di Melville
Al tempo in cui non c’erano ancora le navi a vapore, o perlomeno
allora più frequentemente che ai nostri giorni, chi se ne andasse a zonzo lungo
le banchine di un qualsiasi porto di mare importante si sarebbe di quando in
quando trovato attratto d’improvviso da un gruppo di marinai color del bronzo,
equipaggio di navi da guerra o marinai di mercantili in abiti da festa, a terra
in libera uscita. In certi occasioni affiancavano , o piuttosto a mo’ di
guardia del corpo davvero circondavano, qualche figura superiore della loro
stessa categoria , che si muoveva insieme a loro come Aldebaran tra le luci minori
della sua costellazione. Quell’insigne oggetto era il Bel Marinaio dei tempi
meno prosaici sia delle flotte militari che di quelle mercantili. Senza una
traccia percettibile di vanagloria di sé, anzi con la noncurante disinvoltura
della regalità naturale, sembrava accettare lo spontaneo omaggio dei suoi
commilitoni di bordo.
Malgrado nell’ora del pericolo o della furia degli elementi
fosse tutto quanto un marinaio dovrebbe essere , tuttavia sotto l’impulso
improvviso di una forte emozione la sua voce , altrimenti singolarmente musicale
, come a esprimere l’armonia interiore, era soggetta a sviluppare un’esitazione
organica, di fatto più o meno una sorta di balbettio se non peggio. In questo
particolare Billy rappresentava un sorprendente esempio di come il malizioso intruso,
l’invidioso guastafeste dell’EDEN, ancora metta più o meno il proprio zampino
in ogni spedizione di uomini consegnata sul pianeta terra. In ogni caso, in un
modo o nell’altro si assicura di infilare il suo biglietto da visita, quanto
basta a ricordarci –qui c’è anche opera mia.
Perché ormai quando i due si incontravano gli si accendeva
sul volto una specie di sguardo canzonatorio, ma solo per un momento e
rimpiazzato talvolta da una mendicante espressione interrogativa sul quel che alla
fine sarebbe capitato a un’indole come quella , caduta in un mondo non privo di
tagliole e contro cui le sottigliezze , il puro coraggio senza esperienza e
tatto, e senza la difesa di una briciola di cattiveria, serve a ben poco; un
mondo dove , durante una situazione critica dal punto di vista morale, tutta l’innocenza
di cui un uomo è capace non sempre aguzza le facoltà o illumina la volontà.
Un’insolita prudenza va di pari passo con la depravazione
più sottile, poiché questa ha molto da nascondere. E nel caso di un’ingiuria anche solo sospettata la sua segretezza la
tiene lontano volontariamente da un eventuale chiarimento e dal disinganno; e ,
non senza riluttanza , si reagisce in base a congetture non meno che in base a
certezze. E la rappresagli rischia di essere atrocemente sproporzionata alla
presunta offesa; perché quando mai in qualcuno la vendetta si è dimostrata
nelle sue estorsioni qualcosa di diverso da uno sfrenato usuraio?
Una lunga esperienza aveva verosimilmente condotto questo
vecchio a quella amara prudenza che non interferisce mai in alcunché e non dà
mai consiglio.
Eppure l’assoluta innocenza di un bambino non è altro che
vuota ignoranza, e l’innocenza più o meno declina mano a mano che l’intelligenza
cresce.
Ma l’aria franca e l’occasionale parola buona venivano prese
per quello che pretendevano di essere, dato che il giovane marinaio non aveva
ancora sentito parlare dell’”uomo di
parole troppo cortesi”.
Sta di fatto che l’innocenza gli faceva da paraocchi.
mercoledì 26 marzo 2014
Licenziare i padreterni di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo
Il presidente della provincia di
Bolzano Luis Durnwalder prende 34.416 euro l’anno più di Obama? Non capisce lo
scandalo: “Non ha alcun senso fare paragoni, perché Obama ha uno staff e mezzi
enormi a propria disposizione. Per le responsabilità che ho e per la mole di
lavoro che svolgo, ritengo di guadagnare una somma adeguata, in linea con ciò
che guadagnano i manager pubblici”
Mettiamo i conti in fila? Nel
2001,agli albori del decennio berlusconiano interrotto solo dai due anni
prodiani , il Senato costava 349 milioni in valuta attuale, nel 2006 ne costava
527, nel 2010 addirittura 576. Aumento complessivo:227 milioni.
Una nota sottolinea che dall’arrivo
di Obama al 1600 di Pennsylvania Avenue nessun compenso è stato aumentato.
Vale, si capisce, anche per il presidente . Il cui stipendio, fissato per legge
, è di 400.000 dollari annui pari a 275.000 euro. Circa la metà di quanto
guadagna , tra un incarico e l’altro , il capo gabinetto di Giulio Tremonti,
Vincenzo Fortunato.
Il nuovo ente assolutamente “utilissimo”
tra i tantissimi enti inutili, è stato una pensata della presidenza del consiglio.
Missione distribuire soldi ogni anno ai paesi del Veneto e della Lombardia che
stanno a ridosso del confine del Trentino Alto Adige. Così da far loro
dimenticare quella fastidiosa tentazione di indire referendum per andarsene in
una delle provincie autonome. Quanti soldi? Ottanta milioni di euro. Pari al
totale degli incassi di tutti i musei , tutti i siti archeologici, tutte le
ville storiche , tutti i monumenti italiani messi insieme. Insomma un pacco di
soldi. Affidati nel gennaio 2011 in rappresentanza a chi? Ad Aldo Brancher, che
dopo essere stato condannato in primo grado e in appello a due anni per
ricettazione e appropriazione indebita per le vicende della scalata di Antonveneta,
stava per subire la condanna definitiva in cassazione. Una specie di
risarcimento di Berlusconi all’amico..
Per non dire di Nicole Minetti,
la disinibita signorina “di madrelingua inglese” che gestiva le ragazze ai
festini del cavaliere ed è stata premiata lo stesso anno da Silvio Berlusconi
con un seggio al Pirellone. Busta paga 156.000 euro netti all’anno. Un premio
che lei stessa, in una telefonata registrata spiega a Barbara Faggioli così “A
lui gli fa comodo mettere te e me in parlamento perché dice “ bene me le sono
levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo stato””
E’ proprio nelle regioni che si
annidano gli sprechi più insensati. Vedi lo scandalo dei gruppi composti da una
sola persona.
Si pensi allo scandalo delle
municipalizzate romane: aziende dai conti ridotti in poltiglia, investe nell’autunno
2010 dalle polemiche su 854 assunzioni di mogli, ex picchiatori neri, parenti,
fidanzati, amici, ex terroristi e cubiste dai tacchi a spillo.
Vi siete mai chiesti perché le
assicurazioni auto sono così care? Pochi lo sanno, ma le provincie si
finanziano fra l’altro con un imposta del 12,5% sulle Rc Auto. E il decreto sul
federalismo fiscale entrato in vigore il 27 maggio 2011, fortemente voluto
dalla lega, ha fatto loro un altro regalino: la possibilità di alzare l’aliquota fino al 16%.
“I partiti di oggi” accusava l’allora segretario del Pci” sono soprattutto macchine
di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei
problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi,
sentimenti e passione civile zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più
contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le
esigenze e i bisogni umani ergenti oppure distorcendoli, senza perseguire il
bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su
questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne
promuovano la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di
correnti, di camarille, ciascuna con un boss e dei sotto boss”
domenica 23 marzo 2014
sabato 15 marzo 2014
L'esercito delle 12 scimmie
Lo sai che cosa è pazzo? Pazzo è quello che impone la maggioranza. (Jeffrey Goines)
I germi non esistono, sono soltanto un'invenzione creata apposta per vendere disinfettanti e saponi. (Jeffrey Goines)
Non c'è giusto, non c'è sbagliato, conta solo l'opinione della gente. (Jeffrey Goines)
Io sono riuscito a contattare certi subalterni, spiriti maligni, segretari di segretari e altri assortiti tirapiedi, i quali avviseranno mio padre e quando mio padre scoprirà questo cazzo di posto!... mi trasferirà in merdoso ricovero di classe. Ah, dove ti trattano con rispetto, come una persona, come un ospite, con gli asciugamani, le lenzuola, come un grandissimo hotel, con droghe di lusso, per tutti gli psicolabili, squinternati e diavoli... (Jeffrey Goines)
Venite! C'è un clistere per tutti. (Jeffrey Goines)
Esperimenti di tortura: tutti quanti siamo scimmie. (Jeffrey Goines)
Forse la razza umana merita di essere eliminata. (James Cole)
Mastercard! Visa! La chiave per la felicità! (Jeffrey Goines)
Il futuro può essere tuo, è l'ultima occasione! (Jeffrey Goines)
Esistono dati reali che confermano che la sopravvivenza della Terra è compromessa dagli abusi della razza umana. La proliferazione dei dispositivi nucleari, i comportamenti sessuali smodati, l'inquinamento della terra, dell'acqua, dell'aria, il degrado dell'ambiente. In questo contesto non le sembra che gli allarmisti abbiano una saggia visione della vita? E il motto dell'homo sapiens: andiamo a fare shopping, sia il grido del vero malato mentale? (Dottor Peters)
Adoro respirare quest'aria! (James Cole)
Arny non hai messo l'abito scuro. Ti avevo detto di passare, ma questa è una cazzo di serata d'onore, ci sono vip, senatori, servizi segreti. Hai fame, Arny? C'è un banchetto da sballo, abbiamo numerosi agnelli morti, mucche morte, maiali morti. Non vuoi approfittare, Arny? (Jeffrey Goines)
La psichiatria come religione: noi decidiamo quello che è giusto e quello che è sbagliato, noi decidiamo chi è pazzo e chi non lo è. (Kathryn Railly)
Io non penso che la mente umana possa esistere in due diverse... com'è che le chiamate?... dimensioni? Sarebbe troppo stressante, dovete convincervene. Confonderemmo quello che è reale con quello che non lo è. (James Cole)
Fanculo i mediocri! (Jeffrey Goines)
Non lo so se ci siete o no. Forse pulite davvero i tappeti. Se è così siete fortunati, vivrete una lunga e felice vita. Ma se siete voi scienziati ad ascoltare lasciate perdere, dimenticate l'esercito delle dodici scimmie: loro non c'entrano. C'è un errore, è stato qualcun altro. L'esercito delle dodici scimmie è solo un gruppo di imbecilli che giocano a fare i rivoluzionari. Sentite, la missione è compiuta, ho fatto come volevate. Buona fortuna. Non tornerò indietro. (James Cole)
Dialoghi [modifica]
TriangleArrow-Right.svg Citazioni in ordine temporale.
James Cole: Mi piace quest'aria... è meravigliosa.
Kathryn Railly: Cos'ha di meraviglioso l'aria, James?
James Cole: È molto fresca. Non ci sono germi.
Kathryn Railly: Perché... perché credi che non ci siano germi nell'aria?
James Cole: Siamo in ottobre, vero?
Kathryn Railly: Aprile.
James Cole: Che anno è questo?
Kathryn Railly: Tu quale credi che sia?
James Cole: 1996
Kathryn Railly: Quello è il futuro James. Credi di vivere nel futuro?
James Cole: Il 1996 è il passato.
Kathryn Railly: No, il 1996 è il futuro. Questo è il 1990.
[James Cole viene rinchiuso in uno squallido ospedale psichiatrico e qui incontra Jeffrey Goines, un paziente che viene incaricato di accogliere il neo arrivato]
Jeffrey Goines: Qui ci sono dei giochi, e qui... [urlando a un paziente che ha occupato la sua poltrona] Levati! Levati!
[riprendendo un tono normale] Stava sulla mia poltrona. Giochi, altri giochi, altri giochil ancora! [indicando uno scaffale di medicinali sotto chiave] Giochi che vogliono scappare. Vedi? Tutti i giochi! Sì, i giochi ti fanno vegetare. Visto? Se fai un gioco è come se prendessi volontariamente un tranquillante. Ti-ti hanno dato qualche schifezza per calmarti, eh? Droghe! Che cosa ti hanno dato? Dorazina? Aldon? Quanto? Quanto? Conosci le droghe? Conosci i dosaggi? È elementare, bisogna...
James Cole: Devo fare una telefonata.
Jeffrey Goines: Una telefonata?
James Cole: Sì
Jeffrey Goines: Una telefonata... Vuol dire comunicare col mondo esterno, è a discrezione del dottore! No. Ehi, ehi! [indicando gli altri pazienti] Se tutti questi svitati telefonassero la pazzia dilagherebbe attraverso i cavi telefonici, e perforerebbe le orecchie di tutte quelle povere persone sane, infettandole, capisci? Svitati dovunque, la piaga della pazzia... [in tono confidenziale] In effetti siamo pochi qui. Siamo pochi ad essere malati di mente qui. Non parlo di te, magari tu sei, chessò, tu sei veramente, schizzato come un cavallo. Ma non è per questo che sei qui. Non sei qui per questo! Non sei qui per questo! Sei qui a causa del Sistema. [indicando una tv in sala] Vedi la televisione? È tutta lì la questione, tutta lì la questione. Guarda-ascolta-inginocchia
[James si tocca una gamba] Kathryn Railly: Cos'hai alla gamba? Ti fa male?
James Cole: Mi hanno sparato.
Kathryn Railly: Sparato! Chi ti ha sparato?
James Cole: Non lo so. Durante una guerra. Non importa, tanto non mi credi.
[James afferra l'albergatore per il foulard che porta al collo] James Cole: Non è una pupa adorata! È un dottore, è la mia psichiatra. Hai capito?
[James si allontana] Albergatore: Certo, se questo te lo fa diventare duro...
giovedì 13 marzo 2014
L’ANTISTELLA di Michael Finkel National Geographic Marzo 2014
Ma tutto ciò è nulla se se confrontato con gli ultimi istanti di una stella di massa 20 volte superiore a quella del sole. Se si facesse esplodere una bomba come quella sganciata su Hiroshima ogni millisecondo per l’intera storia dell’universo, l’energia liberata sarebbe ancora inferiore a quella che si genera nelle ultime fasi del collasso di una stella gigante. Il nucleo stellare precipita su se stesso. La temperatura arriva a 55 miliardi di gradi. La forza bruta della gravità è implacabile: masse di ferro più grandi dell’Everest vengono compattate quasi istantaneamente a granelli di sabbia. Gli atomi sono scissi in elettroni, protoni, neutroni, particelle che vengono al loro volta scomposte in quark, leptoni e gluoni. E così via, a scale dimensionali sempre più minuscole e densità sempre maggiori, fino a che…
Nessuno lo sa. Quando si tenta di spiegare un fenomeno di portata così enorme, le due principali teorie che descrivono il funzionamento dell’universo – la relatività generale e la meccanica quantistica- non funzionano più. Vanno in tilt.
Un buco nero è un luogo totalmente separato dal resto dell’universo . La linea di demarcazione tra interno ed esterno è chiamata”orizzonte degli eventi” e tutto ciò che attraversa quell’orizzonte-stella, pianeta, essere umano- è perduto per sempre.
E’ importante chiarire un paio di punti riguardo ai buchi neri. Innanzitutto l’attrazione gravitazionale di un buco nero non è più potente di quella di qualsiasi altra stella di pari massa; l’aspetto straordinario è che gli effetti gravitazionali che esso genera si estendono su un raggio estremamente ampio rispetto alle sue dimensioni. Se all’improvviso il sole si trasformasse in un buco nero la sua massa resterebbe invariata, ma il diametro passerebbe da 1.392.000 chilometri circa a meno di 6,5 chilometri. La terra piomberebbe nel gelo e nell’oscurità, ma continuerebbe a percorrere la sua orbita intorno al sole-buco nero, dato che quest’ultimo eserciterebbe sul nostro pianeta la medesima attrazione di gravità del Sole reale. Perciò, la fantascientifica idea che un buco nero possa risucchiarci tutti è priva di fondamento.
Come dimostrò per la prima volta Einstein, il tempio è influenzato dalla gravità. Gli orologi a bordo dei satelliti per il posizionamento globale, per esempio, devono essere impostati in modo che ritardino leggermente rispetto a quelli sulla superficie terrestre; il caso contrario, il vostro GPS sarebbe impreciso.
Se raggiungeste con un veicolo spaziale Sgr A*, arrivando molto vicini all’orizzonte degli eventi senza attraversarlo, a ogni minuto trascorso nei pressi del buco nero corrisponderebbero 1000 anni sulla terra. Per quanto sia difficile crederlo, la gravità ha la meglio sul tempo. E se invece attraversaste l’orizzonte degli eventi cosa accadrebbe? Agli occhi di un osservatore esterno non cadreste nel buco nero, ma rimarreste bloccati in corrispondenza del suo limite per un tempo infinito. In realtà, tecnicamente, non proprio infinito . Nulla dura per sempre, neppure i buche neri. Il fisico inglese Stephne Hawkimg ha dimostrato che i buchi neri emettono radiazione e che, in un arco di tempo estremamente lungo, finiscono per evaporare del tutto.
Nel centro di un buco nero vi è un enigma la cosiddetta singolarità. Capire la natura della singolarità sarebbe uno dei massimi trionfi scientifici di tutti i tempi. Prima però occorrerebbe inventare una nuova teoria, in grado di andare oltre la relatività generale di Einstein e la meccanica quantistica, due valide approssimazioni della realtà che però non possono essere applicate a un ambiente estremo come l’interno di un buco nero.
Secondo la grande maggioranza dei fisici, i buchi neri esistono, ma sono del tutto impenetrabili. E non sapremo mai che cosa si cela in una singolarità. Ma nel mondo scientifico c’è anche chi la pensa in maniera diversa. Negli ultimi anni sta ottenendo un certo consenso tra i fisici teorici l’idea che non esista soltanto il nostro universo, e che vivremmo piuttosto in un cosiddetto multi-verso : un vasto insieme di universi, ognuno dei quali può essere immaginato come una bolla distinta in una realtà simile a un pezzo di gruviera. Sebbene tutto ciò sia estremamente speculativo, è possibile che , per generare un nuovo universo , sia necessario prendere materia da un universo esistente, ridurla a componenti elementari e segregarla totalmente. Vi sono familiare? Dopo tutto, sappiamo che cosa è accaduto ad almeno una singolarità. Il nostro universo ebbe origine 13,8 miliardi di anni fa, in un colossale evento noto come big bang. Nell’istante precedente esisteva solo un punto infinitamente piccolo e incredibilmente denso: una singolarità. Forse potremmo paragonare il multi verso a una quercia: di tanto in tanto una ghinda caduta trova il terreno ideale e germoglia. La stessa cosa potrebbe accadere ad una singolarità, seme di un nuovo universo.
giovedì 6 marzo 2014
La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth-Racconto
Una sera di primavera dell’anno 1934 un signore di età matura scese gli scalini di pietra che da uno dei ponti della Senna conducono alle rive del fiume. Là sono soliti dormire, o meglio accamparsi, i vagabondi di Parigi, cosa nota quasi a tutti, ma che pur merita ricordare in questa occasione.
Ovviamente duecento franchi sono meglio di venti, ma sono un uomo di parola. Sembra che lei non riesca neanche a vedermi".
"Ecco quel che sono veramente: cattivo, sbronzo, ma in gamba"
Ordinò un pernod con la sicurezza di chi sa di avere del denaro in tasca, e lo bevve con la sicurezza di uno che già ne ha bevuti molti nella sua vita. Ne bevve ancora un altro e un terzo, aggiungendo sempre meno acqua nel suo bicchiere.
La notte si apriva dinnanzi a loro come un deserto troppo luminoso. E non sapevano più cosa farsene l’uno dell’altro, dopo aver con leggerezza dissipato l’esperienza essenziale che è data a un uomo e a una donna. Così decisero per quella che è la risorsa degli uomini del nostro tempo quando non sanno che cosa fare: andare al cinema.
A questo punto Andreas esclama:”Vedi! E’ un segno di Dio. Ora attraverso la piazza e pago finalmente il mio debito!”
“Ma hai ancora tempo per farlo fino a che termina la messa” replicò Woitech. “ Che bisogna hai della messa? Tanto durante la messa non puoi restituire il denaro. Dopo andrai in sagrestia,e nel frattempo beviamo!”
Il nostro povero Andreas viene portato dunque in sagrestia, e purtroppo non riesce più a parlare, fa solo un gesto come per toccarsi nella tasca sinistra interna della giacca, dove è il denaro che deve alla piccola creditrice, e dice “Signorina Teresa!”, dà il suo ultimo sospiro e muore.
Conceda Dio a tutti noi, a noi bevitori, una morte così lieve e bella!
martedì 4 marzo 2014
Angelo del Boca “Italiani, brava gente?”
Angelo del Boca “Italiani, brava gente?”
Saggio STORICO
CAP.1 FARE GLI ITALIANI
Gli italiani, nel loro insieme, non hanno mai goduto, negli
ultimi tre secoli, di molta reputazione. Non c’era viaggiatore straniero che percorresse,
per diletto o affari la penisola, che non esprimesse, in diari o lettere ai
congiunti, giudizi sugli italiani tutt’altro che lusinghieri. Ma anche gli
osservatori nostrani, appartenenti alle classi colte, non erano da meno nel
rilevare vizi e difetti dei loro concittadini. Si passava da valutazioni argute
a sentenze senza appello. Da osservazioni ironiche a congetture
pseudoscientifiche. Non mancavano infine, i casi di autoflagellazione. Per fare
qualche esempio, gli italiani erano definiti, tout court, pigri, scansafatiche,
indifferenti. E inoltre ignoranti, creduloni, baciapile, papisti. E ancora:
inaffidabili, voltagabbana, servili, imbelli. E anche insensibili a tutti gli
ammonimenti, a tutti gli insulti, persino alle pedate. E si potrebbe
continuare. Pag 11
Montesquie Rincarava la dose: Una pubblica simonia regna
oggi a Roma. Non si è mai visto, nel governo della chiesa, regnare il delitto
così apertamente. Uomini vili sono preposti da ogni parte alle cariche. Ed il
papato, da parte sua, non si cura affatto di ciò che può accadere. Da come
vanno le cose, è impossibile che sia eletto papa un uomo di merito. Pag17
Per Leopardi del suo tempo erano crudeli, insensibili,
indifferenti, incapaci di veri costumi. “Le classi superiori d’Italia”
precisava “ sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni . Il
popolaccio italiano è il più cinico dei popolacci. Inoltre “ in fatto di
scienze filosofica e cognizione matura e profonda dell’uomo e del mondo “ l’Italia
era “ incomparibilmente inferiore alla Francia, all’Inghilterra, alla Germania”.
Ma c’era di peggio: la vita degli italiani era “senza prospettive di miglior
sorte futura, senza occupazione, senza scopo, e ristretta solo al presente”. L’italia
infine, non conosceva altre manifestazioni di vita collettiva all’infuori del
passeggio, della messa e delle feste sacre e profane. Pag 24
Mussolini, come è noto , non teneva in grande considerazione
la massa. Nella celebre intervista nel 1932 concessa a Emil Ludwig non esitava
a sostenere: “ la massa per me non è altro che un gregge di pecore, finchè
non è organizzata. Non sono affatto
contro di essa, soltanto nego che essa
possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini:
entusiasmo e interesse”. Nessuna stima, dunque, per la massa informe. Pag42
Il giudizio di Mussolini sugli italiani, dunque era
severissimo, senza appello. Alla vigilia della guerra, perfettamente informato
sullo spirito pacifista della propria gente dichiarava :” la razza italiana è
una razza di pecore, non bastano diciotto anni, per trasformarla, ce ne
vogliono 180 o forse 180 secoli”. Pag 45
Giustamente fa osservare Fabrizio Battistelli che “ più dell’innata
incapacità militare degli italiani, gli insuccessi bellici appaiono determinati
dalla inettitudine delle classi dirigenti”.
Ancora oggi a centoquarantacinque anni dall’unità del paese,
questa è messa in pericolo da manovre secessioniste e da grottesche invenzioni
come la Padania. Ancora oggi ci sembra di attualità il giudizio espresso nel
1894 da un piemontese a Bazin :” noi siamo un paese troppo lungo, signore.
Giammai la testa e la coda si toccheranno. E se li si forza, la testa morderà
la coda” pag46
Il mito degli “italiani brava gente” è , come abbiamo già
detto , una leggenda intramontabile. Per fare un esempio l’Italia ha inviato in
Iraq nel 2003 un corpo di spedizione denominato Antica Babilonia, modestamente
armato e con scarsa conoscenza della situazione.
Ma i promotori dell’impresa
facevano assegnamento sul fatto che tanto gli alleati quanto gli
avversari avrebbero riconosciuto al soldato italiano lo status di privilegiato
del “buono italiano”. E quando, invece, i guerriglieri di Abu Omar al-Kurdi
mettevano a segno a Nassiriya un violentissimo attacco contro il contingente
italiano, che causava 21 morti, l’episodio suscitava più sorpresa che
disapprovazione, come se i guerriglieri
di al-Kurdi avessero infranto in patto non scritto ma sottointeso.
Dietro questo paravento protettivo di ostentato e falso
buonismo, si sono consumati, negli ultimi centocinquant’anni, in Italia e nelle colonie, i peggiori crimini.
Si pensi ai 100.000 libici uccisi tra il 1911 e il 1932 in aspri combattimenti
o nell’inferno dei campi di
concentramento. Ai tre giorni di sangue ad Adis Abeba dopo l’attentato a
Graziani nel febbraio 1937. Ai 2000 preti e diaconi assassinati nella città
conventuale di Debrà Libanòs, per il semplice sospetto che fossero implicati
nella congiura contro Graziani. Alle bonifiche praticate nei Balcani. Nei prossimi capitoli esamineremo
gli episodi più crudeli, cominciando con la guerra al brigantaggio, il peggior
esordio che l’Italia appena unificata potesse attendersi. Pag49
CAP.2 GUERRA Al
BRIGANTAGGIO
Per reprimere questi moti, che ponevano in grosse difficoltà
il governo di Torino, già sconvolto per la repentina morte di Cavour, veniva
sostituito il comandante del 6°corpo d’armata il generale Giovanni Durando, con
il generale Enrico Cialdini, il conquistatore di Gaeta e forse il militare più
famoso dell’esercito piemontese. Subito dopo il cambio, i soldati impiegati nel
sud salivano da 15000 a 50000 , e più tardi nel 1863, a 116000 pag57
Tre mesi dopo le stragi, il deputato della sinistra Giuseppe
Ferrari raggiungeva, dopo un viaggio particolarmente difficoltoso, la località
di Pontelandolfo. Di questo grosso paese di seimila abitanti, erano rimaste in
piedi tre case. Pag62
Non crediamo infatti che Stanislao Mancini, pronunciando alla camera, il 27
gennaio 1866, quella terribile minaccia:” Non mi costringete a fare delle
rivelazioni, di cui l’Europa dovrebbe inorridire” , volesse soltanto coprire le
stragi di POntelandolfo e Casalduni o il lager di Fenestrelle. Pag 68
CAP.3 L L’INFERNO DI NOCRA
Chi erano gli sventurati ospiti di Nocra? All’inizio
soltanto criminali comuni. Poi dal 1889, anche politici, ossia i capi e gregari
di tribù che non accettavano la dominazione italiana, ma anche spie o presunte
tali, collaboratori infedeli, agitatori,, maghi e indovini che predicavano la
fine della presenza degli italiani. Nel 1892, con Oreste Baratieri governatore
militare e civile della colonia, il carcere di Nocra raggiunse con un migliaio
di detenuti il massimo della capienza. Pag81
CAP 4. IN CINA CONTRO I BOXER
Inutilmente nella tornata del 6 luglio, il deputato
repubblicano Napoleone Colajanni, ben noto per la sua dirittura morale e per
aver denunciato lo scandalo della Banca Romana, si era rivolto ai banchi del
governo con frasi provocatorie “Che direste voi, se uno straniero domani
esclamasse: “ Mi piace il porto di Messina” e se lo prendesse? E poi facesse
altrettanto con Napoli? Gli europei hanno operato così in Cina!”
CAP5. SCIARA SCIARAT-
STRAGI E DEPORTAZIONI
Da allora come
vedremo, le forche fiorirono ovunque in Libia, come gramigne inestirpabili, e
suggeriranno a Scalarini quei tremendi
disegni satirici che inchiodavano Giolitti e compagni alle loro responsabilità.
Tuttavia il peggio doveva ancora venire. Non erano bastati i 4000 morti nella
caccia all’arabo traditore per le vie di Tripoli. Non erano bastate le
impiccagioni collettive nella piazza del pane…pag114
Così finiva nel sangue e nella vergogna il primo tentativo
di occupare la Libia. Era durato quattro anni. Per raggiungere l’occupazione
integrale della quarta sponda sarebbero occorsi altri 17 anni e l’annientamento
in combattimento e nei campi di sterminio, di un ottavo della popolazione
libica. Pag123
CAP6. LE COLPE DI CADORNA
La verità è che il piano Cadorna era interamente sbagliato e
averlo riproposto per 11 volte era semplicemente delittuoso. Pag138
Come ha lodevolmente rivelato Giovanna Procacci, la morte in
massa dei soldati prigionieri fu provocata ed in larga parte voluta, dal
governo italiano, e soprattutto dal comando supremo. Cosicché l’Italia trasformò
il problema dei prigionieri di guerra, che tutti i governi belligeranti dovettero
affrontate con urgenza, in un vero e proprio caso di sterminio collettivo.
Il rifiuto dello stato italiano di provvedere direttamente,
come facevano gli altri paesi in guerra, all’invio di soccorsi (cibo e
vestiario) ai soldati detenuti nei campi di concentramento austriaci, nasceva
dal preciso intento di distogliere i soldati al fronte da ogni tentativo di
resa. Pag141
CAP7.GLI SCHIAVI DELL’UEBI SCEBELI
Come ha osservato Mario Giovana, più che una guerra
tradizionale si trattava di una riedizione coloniale delle spedizioni punitive
dello squadrismo delle origini. In altre parole azioni terroristiche a sorpresa
e, come sempre, dieci contro uno. Pag157
CAP8. SOLUCH COME AUSCHWITZ
Mentre il quadrumviro Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon
ripuliva il nord della somalia dai ribelli e ingaggiava un pugno di squadristi
per liquidare un santone ostile, ricompensandoli consentendo loro di praticare
la più abbietta schiavitù, in Libia si consolidava la fama di un giovane colonnello,
Rodolfo Graziani, destinato a diventare il più celebrato (e odiato) tra gli
ufficiali coloniali.pag171
Cinque giorni dopo aver scritto questa lettera, che avrebbe
provocato la deportazione di 100000 libici, Badoglio, si incontrava con
Graziani e insieme concertavano le modalità per effettuare l’operazione, che
non ha precedenti nella storia dell’Africa moderna. Badoglio e Graziani però
non erano i soli responsabili di questa infamia. Il ministro delle colonie De
Bono sollecitava da tempo tale misura estrema e non ci risulta che Mussolini
abbia avuto qualche scrupolo nell’approvarla. pag183
L’ultimo insulto a Omar al-Mukhtar veniva compiuto in tempi
recenti, con la proibizione di proiettare in Italia il film il leone del
deserto.
Il lungo ostracismo contro il film di Akkad si inserisce in
una più vasta e subdola campagna di mistificazione e di disinformazione, che
tende a conservare alla nostra recente storia coloniale, una visione romantica,
mitica, radiosa. Cioè falsa. Pag189
CAP.9 UNA PIOGGIA DI IPRITE
Ma questo Mussolini è ben noto in Africa , dovunque i suoi
ordini hanno significato violenze e stermini: da Gebel cirenaico alle montagne
lunari della Migiurtinia, dalle strade di Addis Abeba alla città conventuale di
Debra Libanos. Se l’Africa avesse potuto pretendere una propria Norimberga, se
avesse avuto tanta forza da poter istruire processi per i delitti di lesa
Africa, questo Mussolini africano non si sarebbe salvato.pag200
E’ lui che concede il permesso di utilizzare le armi
proibite dalla convenzione di Ginevra, i micidiali gas tossici. Pag201
A Mussolini non interessava tanto vincere la guerra quanto
sterminare gli avversari, per questo si accaniva contro le popolazioni inermi
consentendo che venissero ipritate e con esse il bestiame, i raccolti, i fiumi
, i laghi. Pag206
CAP.10 DEBRA’ LIBANOS: UNA SOLUZIONE FINALE
Dopo aver esercitato la propria vendetta sulla nobiltà
amhara, sugli esponenti di spicco dell’intellighenzia etiopica, sui cadetti
della scuola militare di Oletta, sulla folla anonima e misrabile di indovini,
cantastorie, stregoni ed eremiti, nell’ultima decade di maggio Graziani
prendeva come bersaglio il clero cristiano-copto e , in modo particolare, la
città conventuale di Debrà Libanòs.pag225
Poiché Graziani aveva assicurato al ministro delle colonie
Lessona che “ le esecuzioni disposte in conseguenza del citato attentato
saranno effettuate in luoghi isolati e che nessuno-ribadisco- nessuno può
esserne testimone” pag227
Il degiac veniva in realtà decapitato, e la sua testa,
infilzata su di una picca, veniva esposta nella piazza del mercato di Socotà e
poi in quella di Quoram. Pag231
CAP.11 SLOVENIA UN TENTATIVO DI BONIFICA ETNICA
Anche se la presenza dell’Italia fascista nei Balcani ha
superato di poco i due anni, i crimini commessi dalle truppe di occupazione
sono stati sicuramente, per numero e ferocia, superiori a quelli consumati in
Libia e in Etiopia. Anche perché, nei Balcani, a fare il lavoro sporco, non c’erano
i battaglioni amhra-eritrei e gli eviratori
galla della banda di Mohamed Sultan. Nei balcani, il lavoro sporco, lo hanno fatto interamente gli
italiani, seguendo precise direttive dei più beni nomi del Gotha dell’esercito:
i genrali Mario Roatta, Mario Robotti, Gastone Gambara, Taddeo Orlando,
Alessandro Maccario, Vittorio Ruggero, Guido Cerruti, Carlo Ghe…pag242
In altre paolre , più di 50000 Sloveni o persero la vita o
subirono gravissime offese da parte delle truppe di occupazione , nell’arco di
appena due anni pag243
Avendo assunto la deprecabile decisione di non consegnare a
paesi stranieri gli italiani colpevoli di crimini di guerra, Roma rinunciava
anche, salvo per un pugno di personaggi, a chiedere alla Germania la consegna
dei nazisti che si erano macchiati in Italia, tra il 1943 ed il 1945 , di un
numero infinito di stragi. Pag254
CAP.13 TUTTI RICCHI, TUTTI FELICI, TUTTI ANTICOMUNISTI
Anche se incompleto, il quadro che presentiamo dei crimini
di guerra compiuti dagli italiani negli ultimi centocinquattr’anni ci sembra
tuttavia sufficiente per poter formulare un severo giudizio di condanna. Ciò
non vuol dire che gli italiani guidino la classifica delle imprese delittuose.
Essi sono però alla pari- certamente secondi ai nazisti- degli altri popoli
che, nello stesso periodo di tempo, hanno promosso campagna coloniali e hanno preso parte agli ultimi conflitti
mondiali. Gli italiani però , si differenziano nettamente dagli altri popoli
per il continuo ricorso a uno strumento auto consolatorio, il mito degli
italiani brava gente , che ha coperto, e continua a coprire tante infamie.pag306
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