Che cos’è l’uomo?
Dopo aver posto quest’ultima domanda,
l’eminente zoologo G.G. Simpson così scrisse: “ La mia opinione è che tutti i
tentativi di rispondere a questa domanda compiuti prima del 1859 sono
totalmente privi di valore e che faremmo meglio a ignorarli completamente”
Adesso si
trovano in enormi colonie, la sicuro
all’interno di robot giganti, fuori dal contatto con il mondo esterno, con il
quale comunicano in modo indiretto e tortuoso e che manipolano a distanza. Essi
si trovano dentro di voi e dentro di me, ci hanno creato, corpo e mente, e la
loro conservazione è lo scopo ultimo della nostra esistenza. Hanno percorso un
lungo cammino, questi replica tori, e adesso sono conosciuti sotto il nome di
geni e noi siamo le loro macchine di sopravvivenza.
Ma una molecola di
DNA potrebbe teoricamente, vivere sotto forma di copie di se stessa per cento
milioni di anni. Inoltre, proprio come gli antichi replica tori nel brodo
primordiale, copie di un gene particolare possono essere distribuite in tutto
il mondo. La differenza è che le versioni moderne sono ben protette all’interno
dei corpi della macchina di sopravvivenza.
Il gene è l’unità di
base dell’egoismo.
D’altra parte, un
gene che fa sviluppare il cancro in un corpo nell’infanzia non verrebbe passato
per niente. Allora, secondo questa teoria, il decadimento senile è semplicemente
un sottoprodotto dell’accumulo nel pool genico di geni letali e semiletali
tardivi, che hanno potuto scivolare fra le maglie della rete della selezione
naturale semplicemente perché sono tardivi.
L’evoluzione della
capacità di simulare sembra aver raggiunto il culmine con la coscienza
soggettiva. Perché ciò debba essere successo è, per me, il mistero più profondo
della biologia moderna. Non c’è ragione di ipotizzare che i computer
elettronici siano consci quando simulano, anche se dobbiamo ammettere che ciò
in futuro possa avvenire. Forse la coscienza nasce quando la simulazione
celebrale del mondo diventa così completa da includere un modello di se stessi.
Il comportamento
kamikaze e le altre forme di altruismo e di cooperazione delle operaie non sono
più sorprendenti, una volta che accettiamo il fatto che sono sterili. Il corpo
di un animale viene manipolato perché assicuri la sopravvivenza dei suoi geni,
sia generando figlia sia prendendosi cura di altri individui che contengono gli
stessi geni. Il suicidio nell’interesse dei altri individui è incompatibile con
la futura produzione di figli e quindi il sacrificio suicida si evolve
raramente. Ma un’ape operaia non ha mai figli e tutti i suoi sforzi sono diretti a preservare i
propri geni prendendosi cura degli individui con cui è imparentata. La morte di
una singola ape operaia sterile non è più grave peri suoi geni di quanto la
perdita di una foglia in autunno lo sia
per i geni di un albero.
La strategia
permalosa si rileva davvero una strategia evolutiva stabile rispetto a quella
degli ingenui e dei truffatori, nel senso che la popolazione che consiste in
gran parte di permalosi non sarà invasa né da ingenui, né da truffatori.
Nell’uomo la memoria
a lungo termine e la capacità di riconoscere gli individui sono ben sviluppate.
Potremmo perciò aspettarci che l’altruismo reciproco abbia avuto un parte
importante dell’evoluzione umana.
Trivers si spinge fino a suggerire che molte delle nostre caratteristiche
pscicologiche-invidia, gratitudine, simpatia, ecc.- sono state forgiate dalla
selezione naturale per migliorare la capacità di truffare, di individuare i
truffatori e di evitare di passare per un truffatore. Particolarmente interessanti sono i
truffatori astuti che apparentemente restituiscono i favori, ma che sempre
resistituiscono un po’ meno di quello
che ricevono. E’ anche possibile che il grosso cervello dell’uomo e la sua
predisposizione a ragionare matematicamente si siano evoluti come meccanismo
capace di ingannare in modo sempre più sottile e di riconoscere sempre meglio
l’inganno degli altri.
Il denaro è un esempio formale di altruismo reciproco
ritardato.
Quando si pianta un
meme fertile in una mente, il cervello ne viene letteralmente parassitato e si
trasforma in un veicolo per la propagazione del meme, proprio come un virus può
parassitare il meccanismo genetico di una cellula ospite. E questo non è
soltanto un modo di dire: il meme che predispone “diciamo” a credere nella vita
dopo la morte si realizza fisicamente, milioni di volte, come una struttura del
sistema nervoso degli uomini di tutto il mondo.
Dio. Esso fornisce
una risposta superficiale plausibile a problemi profondi e inquietanti
sull’esistenza; suggerisce che le ingiustizie di questo mondo possono essere
eliminate nell’altro; fa da cuscino alle nostre inadeguatezze e, come un
placebo, non è meno efficace per il fatto di essere immaginario. Queste sono
alcune delle ragioni per cui l’idea di Dio viene copiata così prontamente dalla
successive generazioni di singoli cervelli. Dio esiste, non fosse altro che
sotto forma di un meme ad alto valore di sopravvivenza, o ad alta virulenza,
nell’ambiente fornito dalla cultura umana.
Abbiamo il potere di
andare contro i nostri geni egoisti e, se necessario, ai memi egoisti del
nostro indottrinamento. Possiamo addirittura discutere modi di coltivare deliberatamente l’altruismo
disinteressato e puro, qualcosa che non trova posto in natura, qualcosa che non
è mai esistito nella storia del mondo. Siamo stati costruiti come macchine dei
genie e coltivati come macchine dei memi, ma abbiamo il potere di ribellarci ai
nostri creatori. Noi unici sulla Terra, possiamo ribellarci alla tirannia dei
replica tori egoisti.
Alcune strategie
erano ingegnose, anche se naturalmente molto meno ingegnose dei loro autori. E’
notevole che la strategia vincente sia stata la più semplice e superficialmente
la meno ingegnosa di tutte. Si chiamava Tit for Tat ed era stata mandata dal
professor Anatol Rapoport di Toronto, notissimo psicologo e studioso della
teoria dei giochi. Tit for Tat inizia cooperando nella prima mano e poi non fa
che copiare la mossa precedente dell’altro giocatore.
Alcune strategie del
torneo di Axelrod erano molto più sofisticate di queste due, ma anch’esse
finivano con meno punti, in media del semplice Tit for Tat. In effetti la
peggiore di tutte le strategie (a parte quella casuale) era la più elaborata.
Era stata mandata da un anonimo: forse un’eminenza grigia del pentagono? Il capo
della CIA? Henry Kissinger? Lo stesso Axelrod? Non lo sapremo mai.
Questo può sembrare
eccessivamente santo e magnanimo, ma Axelrod ha calcolato che, se qualcuno
avesse mandato Tit for two Tats, questa avrebbe vinto il torneo, perché è
estremamente vantaggioso evitare serie di recriminazioni reciproche. Quindi
abbiamo identificato due caratteristiche delle strategie vincenti: bontà e
perdono.
La natura spesso ha
il ruolo di banchiere e gli individui perciò trarre beneficio dal successo
reciproco, senza essere costretti a sconfiggere rivali. Ecco perciò in che modo,
pur senza allontanarsi dalle leggi fondamentali del gene egoista,la cooperazione e l’assistenza reciproca possono
fiorire anche in un mondo sostanzialmente ingeneroso. Ecco in che modo, nel
senso dato da Axelrod all’espressione, i buoni arrivano primi.
E’ come se i geni
agissero al di fuori del proprio corpo e manipolassero il mondo esterno. Come nel
caso delle larve di tricotteri…
I replica tori non
sono più sparsi liberi nel mare ma sono tutti uniti in enormi colonie i singoli
corpi. E le conseguenze fenotipiche, invece di essere distribuite uniformemente
nel mondo, sono in molti casi congelate in questi corpi. Ma l’esistenza del
singolo corpo, così familiare nel nostro pianeta, non era inevitabile. L’unica
specie di entità che deve esistere perché esista la vita, in qualunque parte
dell’universo , è il replicatore
immortale.
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