lunedì 8 giugno 2015
Chi vuole l’euro vuole l’austerità, cioè la disoccupazione competitiva usata come leva per svalutare il lavoro
"Marco Palombi ha riportato alla luce sul Fatto Quotidiano del 19 maggio 2014 le parole con cui Barca (quello vero, Luciano) scolpì nel 1978 l’alfa e l’omega del progetto di integrazione monetaria europea: “Europa o non Europa questa resta la mascheratura di una politica di deflazione e di recessione anti operaia”. In cambi flessibili gli squilibri fra paesi vengono sanati dalla rivalutazione del Paese forte, la cui valuta si apprezza fisiologicamente perché molto domandata per motivi commerciali e finanziari. Ma in cambi fissi questo meccanismo cade e gli squilibri devono essere sanati dalla disoccupazione del paese debole. L’austerità a questo serve: tagliando la spesa e alzando le tasse il governo costringe le imprese a licenziare o fallire, nella ragionevole presunzione che chi si ritrova disoccupato accetterà un nuovo lavoro a salari inferiori, contribuendo a rendere il paese più competitivo. Chi vuole l’euro vuole l’austerità, cioè la disoccupazione competitiva usata come leva per svalutare il lavoro."
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