Quando sono tornato dall’ascesa del Pisco, ed ho dormito
dopo 14 giorni, su un letto l’ho trovato di una scomodità intollerabile, duro
come il marmo e stretto. Eppure per 14 giorni avevo dormito su un materassino
imprigionato da un sacco a pelo e dal freddo in una tenda per due, spersa nel
nulla. Ecco la sensazione di un letto duro non mi è uscita più dalle ossa; quel
letto in quella notte era il ritorno alla normalità. Nessuna vetta da scalare,
nessun orizzonte, un quotidiano trascinarsi fra mille ipocrisie per arrivare
sano e salvo alla fine della giornata; spesso mi chiedo cosa sia più terribile
una vetta sconosciuta o questo lento trascinarsi nella vita di tutti giorni.
Ecco cosa è il mal di montagna, è più profondo dal mal di testa, del mal di
stomaco, del vomito, è sentire quella sensazione di non sense che invece la
vetta cancella.
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