Aveva una voce educata, calma, suadente. “ Come tutti i
folli” Pensò il telefonista.
Sei o sette automobili che anche dopo che erano arrivate
continuarono a rombare, stridere e urlare, così come dal centro della città
erano partire suscitando la curiosità dei cittadini e anche quella –effetto del
questore desiderato tradivo al possibile-dei carabinieri: per cui il colonnello
dei carabinieri, cupo in volto, arrabbiatissimo, pronto a litigare, col dovuto
rispetto, col questore, arrivò una mezz’ora dopo…
“Posso permettermi di farle una domanda?...Poi gliene farò
anche altre, di altra natura…Nei componimenti di italiano lei m’assegnava
sempre un tre, perché copiavo. Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?”
“Perché aveva copiato da un autore più intelligente”
Il magistrato scoppiò a ridere. “L’Italiano: ero piuttosto
debole in italiano. Ma, come, vede, non è stato poi un gran guaio: sono qui,
procuratore della Repubblica…”
“L’italiano non è l’italiano: è il ragionare” disse il professore “con meno italiano, lei forse
sarebbe ancora più in alto”
“Io voglio sapere , da lei, signora, se ha qualche ragione o
sospetto riguardo l’uccisione di suo marito”
La signora scrollò le spalle “Era siciliano” disse “ e i
siciliani, orami da anni , chi sa perché , si ammazzano tra loro”
Ma il professore parlò dei propri mali, lasciando memorabile
al brigadiere ( ma non condividibile nell’energia dei suoi trent’anni)la frase
che ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il
morire l’ultima speranza.
Lo richiamarono più di un’ora dopo.
“incidente” disse il magistrato
“Incidente” disse il colonello
“Incidente” disse il questore
E perciò sui giornali: Brigadiere uccide incidentalmente,
mentre pulisce la pistola, il commissario capo della polizia giudiziaria.
Pensò di tornare indietro, alla questura. Ma un momento
dopo: “ E che, vado di nuovo a cacciarmi in un guaio, e più grosso ancora?”. Riprese
cantando la strada verso casa.
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