lunedì 24 febbraio 2014

Il Vecchio ed il Mare di Ernest Hemingway



Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni che non prendeva un pesce.

Pensava sempre al mare come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una donna. Alcuni fra i pescatori più giovani, di quelli che usavano gavitelli come galleggianti per le lenze  e avevano le barche a motore, comprate quando il fegato di pescecane rendeva molto, ne parlavano come di el mar al maschile. Ne parlavano come di un rivale o di un luogo o perfino di un nemico. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori e se faceva cose strane o malvage era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò.

Parlavano di notte o quando erano bloccati dalle burrasche. Era considerato una virtù non parlare se non in caso di necessità , sul mare, e il vecchio l’aveva considerata tale e l’aveva rispettata.

Quando c’era una burrasca se ne vedono i segni nel cielo giorni e giorni prima, quando si è in mare. A terra non si vedono perché non si sa cosa guardare pensò. E poi la terra deve rendere diversa la forma delle nuvole. Ma ora non c’è burrasca in vista.

“Però lo ucciderò” disse “in tutta la sua grandezza e il suo splendore”. Anche se è ingiusto, pensò. Ma gli farò vedere che cosa sa fare un uomo e che cosa sopporta un uomo.
“Ho detto al ragazzo che sono un vecchio strano” disse. “E’ questo il momento di dimostrarglielo”.
Le mille volte che già lo aveva dimostrato non avevano importanza. Ora lo stava dimostrando di nuovo. Ogni volta era una volta nuova,e non pensava mai al passato, quando la faceva.

“Ma l’uomo non è fatto per la sconfitta”disse. “L’uomo può essere ucciso, ma non sconfitto”. Però mi dispiace di aver ucciso questo pesce, pensò.

Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai. “Mi dai un po’ troppi buoni consigli” disse ad alta voce. “Mi hai seccato”.

E’ facile quando si è battuti, pensò. Non avevo mai provato com’è facile. E che cos’è stato batterti, pensò. “Niente” disse ad alta voce. “ Sono andato troppo al largo”.

 “L’oceano è molto grande , e una braca è piccola e difficile da vedere.” Disse il vecchio. Si accorse di com’era piacevole avere qualcuno con cui parlare invece di parlare soltanto a se stesso e al mare “ mi sei mancato “ disse”Che cosa hai preso?”

“Sarà tutto in ordine” disse il ragazzo. “tu mettiti a posto le mani, vecchio.”
“So come curarle. Questa notte ho sputato una cosa strana e ho sentito che mi si è rotto qualcosa nel petto”
“Mettiti a posto anche quello” disse il ragazzo.

“Che cos’è?” chiese al cameriere , indicando la lunga colonna vertebrale del grande pesce, ormai spazzatura che aspettava di essere portata via dalla corrente.
“Tiburon” disse il cameriere. “Pescecane”. Voleva spiegare cos’ era successo.
“Non sapevo che i pescecani avessero la coda così bella, così ben fatta”
“Neanch’io” rispose il suo compagno.
In cima alla strada,nella campagna il vecchio, si era addormentato. Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.


"..scommetto che non l'avete mai letto. Ma sapete cos'è un classico, vero? Un libro che tutti citano e nessuno legge." Hemingway

Nessun commento:

Posta un commento