Stanno schiattando, piegati in
due, e Leonore ride con quella stramba risata di solidarietà che viene quando
intorno a te ridono tutti quanti e ridono talmente tanto da far venire da
ridere pure a te.
JAY Quando si deciderà a capire
che la gelosia è solo una malsana proiezione dell’insicurezza degli sciocchi?
Dei loro problemi d’identità? Della loro ansia igienista?
-I cappelli corti. Ad
affascinarmi è soprattutto questo. I capelli corti liberano quelle donne da una
prigione. Una prigione estetica. Le
liberano dalla tirannia dei cento colpi di spazzola a sera..
-…che per citare quello che m’è
toccato sentire per anni e anni e che immagino che tu abbia sentito mille
volte, il significato di una cosa non è più o meno altro che la sua
funzione….Certo che, per una convinta che il significato sia l’uso, sentirsi
priva d’uso..insomma venne da me e mi disse che infelice..
Scale e botole era probabilmente
il più sadico gioco da tavolo ma inventato. Gli adulti lo odiavano ; i bambini
lo adoravano. Sicché l’universo aveva sancito che un adulto finisse
invariabilmente impelagato a giocarci con un bambino…I bambini trovavano
spassosissimo questo potenziale di annichilimento delle speranze con
conseguente ritorno ai primordi. A Leonore faceva venire la voglia di prendere
il tabellone e sbatterlo contro il muro.
Ero sempre o così insensatamente
e inspiegabilmente felice da non trovare luogo che fosse grande abbastanza da
contenere tutta la mia felicità oppure talmente triste, malinconico e abbattuto
da non avere il coraggio di mettere piede
altrove che in un gabinetto. Odiavo quel posto. Ma non sono mai stato
tanto felice come quando lo frequentavo. E tra questi due stati d’animo io sto
come tra l’incudine e il martello della
Verità.
Adesso circondato da inseriti:
nuove leve, appartenenti e spavalde, coi loro occhi complessi. Gli occhi di
Lang, occhi color delle piante, non erano complessi. Li guardi nello specchio.
Erano come i miei occhi. Erano occhi di uomo che torna nella casa dov’è
cresciuto, e trova nuovi bambini a giocare nel suo cortile, e vede un nuovo
Rawling Everbounce andare a canestro in un nuovo canestro avvitato nel muro del
suo garage,e vede un nuovo osso di gomma nella cuccia sotto il rododendro di
mamma. Tristi, tristi. Forse era solo per via del whiskey,
Fieldbinder sorrise simpaticamente- Dottore, i nostri
progressi sono tali che mi sento di poterle dire in tutta onestà che
l’avvenimento non mi ha affatto sconvolto – con tutte le ramificazioni e i
significati impliciti nella scelta del termine. L’attaccamento alle cose , ai
luoghi, agli altri esseri viventi richiede a mio avviso un dispendio di energie
e di attenzione decisamente eccessivo rispetto al valore delle cose così
rapportate all’attaccamento. Lo trova irragionevole? Il tentativo di far sì che
il controllo della propria vita dipenda da cose e persone esterne a detta vita
è una cosa stupida, una cosa forse adatta a gente più debole, meno fortunata e
matura di me.
Fieldbinder sorrise e proseguì: -La invito a riflettere su
come tale programma non faccia altro che proporci le gesta di un personaggio,
il coyote, funzionante all’interno di un sistema che ha l’interessante ruolo di
Natura matrigna, un personaggio che incessantemente, instancabilmente, disastrosamente
persegue un oggetto/scopo- ossia l’uccello eponimo del programma- oggetto e
scopo il cui valore è assai inferiore rispetto a quello dello sforzo e delle
risorse che il protagonista investe nella sua ricerca.-Fieldbinder sorrise
beffardamente.- L’oggetto perseguito – un uccello rachitico e ossuto- è assai
meno prezioso dell’energia e dell’attenzione e delle risorse economiche
consumate dal coyote nel corso della ricerca. Esattamente come qualsiasi nesso
irradiato dall’Io verso l’esterno avrebbe assai meno valore del prezzo che l’impianto
di tale nesso pretenderebbe.
-Mi fai male, Andy-dice Leonore-Mi fai male dentro.
-Tesoro, questo è l’amore-dice W.D.L
-E fu così che Billy Visone andò a letto senza cena. Ma
aveva imparato tre cose molto importanti, tre cose che non avrebbe più
dimenticato: primo , che spesso l’ingegno conta più dell’abilità; secondo, che
farsi beffe del prossimo è una cosa non solo scortese ma anche assai stupida;
terzo, che perdere la trebisonda (arrabbiarsi) è la cosa più stupida del
mondo.-
“Ehi Joe, mi spiace ma devo proprio dirti che questa roba sa
di cacca di alce. Però ottima” pg499
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