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PERCHE’ TANTA DISEGUAGLIANZA?
Tutti i bambini nascono nudi. Ma, molto presto, alcuni di
loro vengono avvolti in costosi vestitini acquistati nelle migliori boutique,
mentre la maggioranza si veste di stracci. Appena crescono un po’, i primi
storcono il naso ogni volta che i parenti o gli amici portano loro abiti
nuovi ( dato che preferirebbero regali
ben diversi), mentre i secondi sognano
il giorno in cui andranno a scuola con le scarpe non bucate.
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Come avviene in tutte le grandi rivoluzione tecnologiche,
neanche in questo caso siamo stati noi a scegliere di farla. La tecnologia
delle colture, l’economia agricola, ci si è …rivelata. Da quel momento , e
senza sforzi, sono cambiate anche le società umane.
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La chiave non è altro che il surplus agricolo e la relativa
facilità o difficoltà a estendere le coltivazioni in modo che l’accumulo di
surplus e la creazione di grandi stati espansionistici ( o, come si diceva una
volta, imperialistici) si sostenessero a vicenda.
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Le società di mercato sono sorte quando questi tre
co-fattori produttivi si sono mercificati, ossia quando hanno acquistato un
valore di scambio e si sono potuti comprare e vendere in mercati specifici: i
lavoratori che cercavano un impiego nel
mercato del lavoro, gli artigiani che cedevano gli attrezzi ai mercati dedicati ai mezzi di produzione e
infine la terra in compravendite o affittanze.
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PREZZI CONTRO VALORE
“Che ce ne facciamo di tutti questi contadini che coltivano
cipolle e rape?” si sono chiesti. “ Che valore hanno le rape sul mercato
internazionale? Nessuno!”. Hanno deciso, quindi, poiché la lana aveva un valore
superiore, che conveniva sostituire le masse dei fittavoli con le greggi di
pecore, di certo più obbedienti e redditizie. E così hanno fatto. Nel giro di
qualche decennio, la campagna inglese ha cambiato completamente aspetto. La
serenità e la sensazione di continuità tramandate per anni dalla classe dei
contadini senza terra, che da generazioni vivevano nello stesso posto, con lo
stesso padrone, seguendole abitudini e il lavoro dei loro genitori, si sono
dissolte bruscamente
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E’ accaduto proprio questo. Gli ex contadini senza terra
girovagavano a miglia glia sulle strade
carraie, offrendo l’unica merce che avevano a disposizione: la loro
forza-lavoro. Contrariamente ai genitori e ai nonni, che avevano lavorato sì,
ma non avevano mai venduto il loro
lavoro (dato che avevano accesso sia alla terra sia agli attrezzi per
lavorarla), gli ex contadini senza terra sono stati costretti a diventare
mercanti di lavoro-del loro lavoro. La tragedia è stata che per decenni, finchè
non si è bene definita la società di mercato , il nuovo mercato del lavoro si
caratterizzava per un’enorme offerta e una scarsissima domanda: prima che
venissero fondate le fabbriche non c’erano acquirenti in grado di assorbire
questa enorme massa di ex contadini disoccupati. Risultato: carestia, malattie
,desolazione.
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Mi chiederai perché proprio l’Inghilterra? Perché la
Rivoluzione Industriale non è scoppiata anche in Francia o in Cina? Le ragioni
fondamentali sono due. In Inghilterra la proprietà della terra era concentrata
nelle mani di pochi latifondisti. In secondo luogo questi latifondisti non
disponevano di una forza militare significativa, contrariamente a quanto
accadeva in Francia o in Cina, dove i signori feudali avevano veri e propri
eserciti privati. In virtù di questa debolezza, i lord inglesi dovevano
escogitare dei modi per incrementare la
loro ricchezza che non dipendessero dall’uso della violenza.
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Pensa all’Inghilterra come a un enorme pentolone in cui
sobbollivano centinaia di miglia glia di diseredati senza lavoro, insieme al
denaro che andava moltiplicandosi nelle banche di Londra grazie al commercio
con le colonie britanniche, in particolare dei caraibi, dove gli schiavi
africani lavoravano nei campi dei conquistatori inglesi. Ora aggiungi al
pentolone la macchina del vapore del
signor Watt. Mescola un po’, e cosa pensi di aver ottenuto? Le fabbriche! Ed è
lì che per la prima volta nella storia, i discendenti degli ex contadini senza
terra hanno trovato lavoro come operai e hanno cominciato a sudare accanto alle
macchine.
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Nella storia non era mai successo nulla del genere. Certo,
l’umanità si era globalizzata molto prima (del resto, come sai, siamo tutti
africani). Ma la rivoluzione industriale ha creato la grande contraddizione: la
coesistenza di ricchezze favolose e miseria indicibile. In questo modo, le
disuguaglianze create dalla rivoluzione dell’agricoltura sono diventate ancora
maggiori a causa delle nuove problematiche provocate dalla rivoluzione
industriale e dal trionfo dei prezzi sui valori.
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DEBITO, GUADAGNO, RICCHEZZA
La stessa cosa valeva anche nelle società cristiane quando
Marlowe scriveva. Anche i cristiani, come oggi i mussulmani, ritenevano una
colpa gravissima il prestito a fonte di interessi. Ci sono interi volumi che
descrivono il parto del denaro come qualcosa che avviene nel ventre del
serpente che ha indotto al peccato Adamo ed Eva. Non è casuale, quindi, che nel
cinquecento le banche fondate da poco appartenessero agli ebrei, dato che ,
contrariamente alla religione cristiana e quella islamica, quella ebraica era
allora l’unica a non vietare la corresponsione d’interessi.
E’ ovvio che il passaggio dalle società con dei mercati alle
società di mercato richiedeva la revisione di questo rifiuto ideologico, oltre
che del divieto legale dell’interesse. La sua pubblica condanna non poteva
coesistere con la commercializzazione della terra e del lavoro di cui abbiamo
parlato nel capitolo precedente. Doveva essere abrogata e fu abrogata. Un ruolo
decisivo fu svolto dalla riforma protestante, ossia dai cristiani che si
staccarono dal cattolicesimo romano e abbracciarono la mentalità dei mercanti,
accettando la remunerazione del debito, gli interessi e i relativi tassi.
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Il debito sta alla società di mercato come l’inferno sta al
cristianesimo: è sgradevole, sì , ma indispensabile.
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Innanzitutto il debito acquista il primato del processo
produttivo. La sequenza che un tempo portava al surplus è ribaltata. Laddove
avevamo produzione-distribuzione-debito, ora troviamo l’inverso:
debito-distribuzione-produzione.In secondo luogo, il guadagno diventa feticcio
della nuova classe imprenditoriale. E’ essenziale per sopravvivere: se il
raccolto non fosse stato sufficiente o se il prezzo del prodotto fosse crollato, gli imprenditori
non avrebbero potuto ripagare i debiti contratti e gli interessi. E se questo
fosse accaduto sarebbero diventati schiavi del debito . Più o meno come Faust.
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CREDITO, CRISI, STATO
In questo modo il valore di scambio che non si è ancora
generato si trasferisce all’oggi, per consentire all’imprenditore d’investirlo
in processi produttivi che creeranno valore domani. Così il futuro si compie,
si ristabilisce l’equilibrio temporale e si produce, infine , la ricchezza che
altrimenti , non sarebbe stato possibile generare.
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Quando la mano del banchiere esagera e carica il
presente di impegni impossibili da
mantenere nei confronti del futuro arriva il crack. La bancarotta. Il fallimento. La tracotanza (ybris) del
banchiere viene ripagata con una terribile vendetta (nemesis).
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“il processo mediante il quale le banche creano denaro è
talmente semplice che si fa fatica a crederlo”
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I primi interventi riguardano in genere il sistema bancario,
ossia la radice del male. Nel momento in cui scoppia il panico e chiude una
banca dopo l’altra, l’unico modo per lo stato
di arginare la catastrofe è porre fine alla reazione a catena,
permettendo ad alcune banche di rimanere aperte. Come? Prestando loro dei
soldi. Ma dove trova lo stato tanti soldi in così breve tempo?
Per avere questa possibilità lo stato è costretto a fondare
una sua banca, che chiameremo banca centrale e che può prestare denaro alle
banche in cattive acque. Ma da dove li
prende questi soldi la banca centrale? Dal
nulla! In un momento difficile, com’era già successo alla banca commerciale
che aveva partorito i 500000 euro da prestare a Michalis fabbricante di
biciclette, la banca centrale partorisce milioni e se necessario miliardi, per darli alle
banche commerciali. Per poterlo fare, però, deve avere il monopolio di battere
moneta. Ed è pressappoco così che è sorto il diritto esclusivo che ha lo stato
di stampare denaro e gestire la valuta.
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Ti ho già spiegato che , se lo stato non creasse denaro per
ammorbidire gli scossoni del sistema bancario, la società di mercato
vacillerebbe. Non è questa l’unica per cui lo stato è indispensabile- ossia per
dare modo ai potenti di guadagnare e alla società di mercato di sopravvivere.
Ce ne sono anche altre e sono molte.
….. In parole povere senza la violenza dello Stato,
l’esistenza stessa del guadagni privato e dell’economia di mercato sarebbe
stata impossibile.
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1 il debito privato è la materia indispensabile del guadagno
2 il debito privato porta al crack e alla crisi perché le banche producono
crediti dal nulla, o meglio: quanto maggiore è il valore di scambio che
riescono a sottrarre al futuro e a portare nel presente, tanto maggiori sono
gli utili che accumulano. 3 Nelle società di mercato , il surplus viene
prodotto a livello collettivo, ma in seguito, con l’auto dello Stato, viene
privatizzato da coloro che hanno più potere sociale. 4 le banche sono
parassitarie per antonomasia, mente lo stato ha il ruolo indispensabile di
stabilizzatore perché argina la crisi originata dal settore privato e,
parallelamente, aiuta i potenti a
mantenersi tali.
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MECCANISMI STREGATI
Perché, come abbiamo visto nel terzo capitolo, il guadagno
era diventato per la prima volta uno scopo in sé, dato che i neo imprenditori
dovevano accaparrarsi il credito prima (
e al fine) di mettere in moto il processo produttivo. Senza guadagno, sarebbero
diventati schiavi dei loro debiti, come il dottor Faust nei confronti di
Mefistofele. Ecco perché la meccanizzazione, l’elettricità, il magnetismo
eccetera hanno acquisito un valore di scambio che andava ben oltre il loro
valore d’esperienza (costituito dalla gioia della scoperta e della produzione
di nuova conoscenza); le macchine, costruite sul base del metodo sperimentale, accrescevano
la produzione di ogni operaio,
diminuivano i costi e, in questo modo , permettevano agli imprenditori di
sopravvivere.
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Perché questa è l’opzione peggiore? Perché in una situazione
del genere, nonostante la tendenza all’aumento degli utili delle imprese sopravvissute
alla crisi più nera, l’influenza delle banche sulla società ( e sui cittadini)
può allontanare la ripresa e lasciare la società di mercato nella palude della
depressione. Solo se la società nel suo complesso si solleva e chiede con forza un intervento coordinato
dello stato per la cancellazione del debito può esserci un miglioramento. Solo
così l’atmosfera può ripulirsi da questa nebbia e ripresa cominciare. Certo, c’è
uno scenario ancora peggiore- una guerra che imponga ai politici di cancellare
il debito attraverso la distruzione di edifici e macchinari ( e l’uccisione di miglia
glia di persone). In questo caso anche la crisi verrebbe annientata in quattro
e quattr’otto.
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DUE MERCATI EDIPICI
Questa è l’essenza della parabola di Rosseau: spesso il
risultato dei nostri sforzi collettivi dipende dal grado di ottimismo di cui il
nostro gruppo, la nostra società dispone. Se crediamo in un risultato positivo,
allora faremo quel che serve per realizzarlo. E il risultato ci darà conferma
dei nostri sforzi. Ma è vero anche il contrario: se crediamo che un buon
risultato sia difficile da raggiungere allora non faremo tutto quel che
serve a ottenerlo e le nostre previsioni
pessimistiche saranno confermate.
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Contrariamente a quel che succede sul mercato dei pomodori,
delle case e delle automobili, in quello del lavoro la domanda degli
acquirenti-datori di lavoro può benissimo diminuire, o addirittura crollare,
proprio perché il prezzo (il salario) è sceso. Solo un demone nascosto nelle
viscere del meracto poteva riuscire in un’operazione del genere.
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STUPIDI VIRUS?
A giudicare della tre religioni monoteistiche’ebraismo, il
cristianesimo e l’islam- gli essere umani hanno un’opinione di fin troppo
grandiosa. Ci piace credere si essere stati creati a immagine e somiglianza di
Dio, del Perfetto e dell’unico. Ci sentiamo semidei padroni della Terra, i solo
mammiferi con il dono della parola della verità e con la capacità di piegare l’ambiente
alle proprie esigenze, invece di esservi sottomessi come capita alle altre
forme di vita.
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Cominci a vedere l’essenza del problema, vero? Le società di
mercato enfatizzano solo i valori di
scambio che, quindi, hanno il sopravvento sui valori d’esperienza.
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Sarebbe sensato secondo te, che gli astronauti avvelenassero
l’ossigeno all’interno della loro navicella spaziale? Eppure è esattamente quel
che facciamo come esseri umani. E lo
facciamo da trecento anni a questa parte, da quando si sono formate le società di mercato , da
quando i valori di scambio hanno sopravanzato quelli d’esperienza e il guadagno
( ossia il surplus di scambio) ha acquisito un potere assoluto e indisputato
sulle anime e sulle azioni degli uomini.
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Nell’ antica Grecia, quanti non ragionavano tenendo in
considerazione l’interesse comune, quello della società, venivano chiamati
idiotes.
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E’ possibile sposare l’interesse privato con quello
planetario? Ma certo che è possibile! Gli aborigini ce l’hanno fatta benissimo:
hanno collaborato in modo da pescare e cacciare poco, riuscendo comunque a
ottenere molto da mangiare, ma conservando anche tanto tempo libero da dedicare
ai loro rituali, ai miti del Tempo, del Sogno eccetera. Sia come persone, sia
come comunità intenzionata a vivere in armonica con l’ambiente, se la cavavano
molto bene. Lo stesso accadeva in Europa prima della società di mercato ,quando
gli uomini, anche se molto più numerosi degli aborigeni riuscivano a dare alla natura lo spazio che le serviva per
vivere. A porre il pianeta su una rotta disastrosa è stata la
commercializzazione di tutte le cose, la privatizzazione dei campi, il trionfo
dei valori di scambio su quelli d’esperienza, il prevalere del guadagno
personale sull’interesse pubblico. Se ci interessa la salvezza della terra,
dobbiamo trovare un modo intelligente per ripristinare la capacità degli uomini
di decidere e agire in forma collegiale, smettendo di fare gli idiotes.
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I mercati non sono stati costruiti per trattare i mali , perché
solo quando si occupano di beni hanno qualche speranza di funzionare a dovere (
e qualche volta neppure in quel caso, come abbiamo visto con i mercati del
lavoro e del denato).
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(sulla tesi liberale della privatizzazione di beni come
laghi, fiumi, aria)
Sei la padrona. Ti dico queste cose per farti capire perché i
ricchi e i potenti della Terra appoggiano la soluzione della privatizzazione
delle risorse naturali: perché hanno la possibilità di acquistare la maggior
parte delle azioni e , quindi , di decidere da soli il futuro del pianeta.
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DENARO
Non è un caso che la parola nomisma, che vuol dire moneta,
abbia la stessa radice del verbo nomizo , che significa credo, ritengo: infatti
un sistema monetario crolla se i cittadini smettono di credere che la moneta
manterrà il suo valore di scambio. Ma c’è un rimando anche alla parola nomoòs,
che significa legge perché in effetti, è necessario l’intervento della legge
per aiutare i cittadini a credere che la moneta effettivamente manterrà il suo
valore di scambio.
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A un certo punto , quando ormai il fronte era arrivato
vicino ai confini della Germania, cessarono anche gli inviì di pacchi da parte
della croce rossa. Così i prigionieri si fumarono le sigarette che avevano accumulato,
i debiti che avevano alcuni nei confronti dei banchieri andarono in fumo
(ossia, come diremmo oggi in Grecia, furono rapati a zero) e l’economia di
scambi del campo crollò. E’ evidente che un’economia monetaria non può
funzionare neppure in modo rudimentale in una situazione di miseria e di profonda insicurezza. Anzi,
anche solo la previsione di una tale eventualità è sufficiente per creare il
crollo!
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LA PILLOLA ROSSA
La verità che noi umani siamo diventati schiavi delle
macchine che abbiamo inventato perché fossero
a nostra disposizione. La verità è che, invece di essere i mercati a servirci,
ci siamo ridotti a servi, anzi schiavi di mercati impersonali e disumani.
La verità che il modo in cui abbiamo costruito le nostre
società ci fa somigliare a Faust senza Mefistofele; pochi tra noi ricordano ,
invece il dottor Frankeinstein, creatore di mostri che minacciano la sua stessa
vita. La verità è che tutto il giorno ci affanniamo per ottenere cose che, in
realtà neanche vogliamo e di cui non abbiamo bisogno, solo perché la Matrix del
marketing e della pubblicità è riuscita a proiettarle nelle nostre teste. La
verità che ci comportiamo come stupidi virus che distruggono l’organismo in cui
abitano. La verità che le nostre società sono semplicemente ingiuste: sono
spaventosamente inefficaci nella misura in cui disperdono le nostre
potenzialità di produrre vera ricchezza, son il risultato di diventare….ingiuste
appunto. La verità, infine, è che le persone che vogliono affrontare questa
verità e rivelarla, vengono punite in modo spietato da una società che non
sopporta di guardarsi allo specchio della logica e del pensiero critico.
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Molti ribatteranno che tuo padre non sa cosa dice. Che l’economia
e la teoria economica sono scienze. Che come la fisica analizza con metodo e
strumenti matematici la natura, così l’economia combina, la matematica, la
statistica e la logica per analizzare scientificamente i fenomeni
socioeconomici. Scemenze!
L’economia può anche utilizzare modelli matematici e metodi
statistici, ma assomiglia molto di più all’astrologia che all’astronomia. Mente
in fisica il giudice imparziale delle ipotesi degli scienziati è la fysis, come
dicevano gli antichi greci, ossia la natura, in economia non abbiamo nulla di
analogo, per il semplice fatto che non possiamo creare un laboratorio in cui
controllare le nostre ipotesi riguardo a come si sarebbe sviluppata l’economia
greca nel 2010 se , invece di accettare il prestito memorandum, l’amministrazione
pubblica avesse proclamato la sospensione dei pagamenti.
Questa impossibilità di verificare empiricamente le nostre
teorie è ciò che differenzia l’economia , il pensiero economico , dalle scienze
positive.
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