Poi guarda te che culo crolla la borsa di Shangai per un malfunzionamento ai pc sono ferme le contrattazioni a New York.
Io non riesco proprio a capacitarmi come la 3° economia dell'Europa, l'Italia, sia lasciata fuori da tutti i vertici che contano. Ma noi siamo il terzo contribuente netto dell'Europa; o che si fa si paga senza nemmeno avere la parola? Ma Renzi oltre a scrivere su Twitter ha una politica estera?
Tra l'altro, giorni fa, proprio Renzi in una intervista al 'Corriere della Sera', parlando di Grecia, aveva detto che lui ai vertici non andava anche se Tsipras lo aveva invitato. Come non capire che un terzo incomodo italiano tra Parigi e Berlino, nelle vicende di Atene - oltreché lasciare Tsipras e la Grecia meno soli - sarebbe stato salutare per ridisegnare il ruolo dell'Italia nella Ue e anche condizionare alcune scelte europee?
Bene, Renzi non lo ha capito oppure ha sbagliato i calcoli politici come, del resto, sulle politiche per l'immigrazione dove l'Italia non riesce a far passare, al Consiglio Europeo e in sede decisionale, provvedimenti che allentino il peso degli sbarchi (e degli aiuti) dei profughi sulle nostre coste, redistribuendoli in modo permanente e duraturo, equo, tra tutti i 28 paesi dell'Ue, a cominciare da Francia e Germania per arrivare agli Stati baltici.
“Mille miliardi di euro, tanto abbiamo bruciato noi europei negli ultimi quattro mesi, tra vendite di titoli dell’eurozona e mancata capitalizzazione. A conti fatti, l’equivalente dei fondi per il quantitative easing messi a disposizione dalla Bce”. Numeri che portano a una conclusione quasi paradossale: “La ricchezza che stiamo bruciando è superiore allo stesso debito greco”. E questa non è una scelta politica? L'economia nella questione Greca c'entra poco o nulla.
L'Italia possiede una ricchezza finanziaria netta delle famiglie pari nel 2010 al 175% del Pil contro una media dell'Eurozona del 132,7%. Dunque il nostro stock di risparmio privato eccede quello medio europeo di ben 42,3 punti di Pil. Pretendere di poter scontare questa intera eccedenza dalla quota di debito pubblico superiore al 60% del Pil che è obbligatorio ridurre sarebbe certamente troppo. Ma ammettere la possibilità di una franchigia fino a 25 punti di Pil negli obblighi di riduzione del debito pubblico qualora un Paese, come l'Italia, abbia un gigantesco stock di risparmio privato, non è una proposta fuori luogo.In Europa, solo l'Italia, l'Olanda e il Belgio, tra i Paesi maggiori, dispongono di un simile cuscinetto di riserva. La ricchezza finanziaria netta della Francia, infatti, è più bassa ed eccede quella media dell'Eurozona solo di 9,1 punti di Pil; quella della Germania è persino inferiore alla media europea.
L'unica riforma che ha senso è una politica fiscale comune.Gli armatori Greci minacciano il governo di andare a Cipro se gli verrà chiesto un aumento della tassazione. Ciò in Europa non deve succedere.
L'arroganza della Merkel è odiosa, prima ha chiesto di aspettare il referendum poi una volta fatto ribadisce che non ci sono i margini per trattare. L'Europa ha un solo problema la Germania. Come al solito. Inoltre la Francia e la Germania perché parlano per tutta l'Unione? L'Europa è un direttorio Franco-Tedesco?
Ci voleva il referendum per far uscire Italia e Francia a dire che da domani si tratta. Ad oggi, finalmente i popoli mediterranei rifanno gruppo. Dato politico importante è che Tsipras ha l'appoggio del popolo greco per andare fino in fondo; in Europa già pensavano a una grande coalizione, che lo avrebbe sostituito, che faceva comodo a loro.
Oxii!!Grande Tsipras!! Eccezionali i Greci. In Italia non ci saremmo mai riusciti.
La Grecia ha un debito pubblico di 21'000 E pro capite, l'Italia di 33'000 E pro capite. Speriamo che gli Italiani lavorino più dei Greci.
Ora che la liquidità alle banche greche non venga garantita è il colmo dei colmi. Una banca centrale amministra e garantisce le banche private dal rischio liquidità. Capisco non finanziare la Grecia come stato ma se la BCE non garantisce la liquidità alle banche e la banca centrale greca non ha denaro, i capitali privati chi li sostiene? Ciò significa che se per assurdo l'Italia andasse in default e la bce non rispondesse al ruolo di banca centrale perderemmo anche il risparmio privato che in Italia e uno fra i più alti del mondo. Boh?
Il 6 sarà il più grande evento della politica italiana degli ultimi 3 anni.Se la Grecia dice no e l'Europa l'accetta aiutandola, abbiamo un futuro, in caso contrario al primo segnale di ripresa bisogna uscire dall'euro e svalutare per aiutare l'export. Siamo il paese più indebitato d'Europa ed è impensabile di gestire il debito senza sovranità monetaria e controllo della banca centrale. Il debito pubblico è l'unico polmone che salva l'economica nei suoi cicli ventennali vedi il Giappone ed incaponirsi sull'idea Tedesca che la BCE non compra titoli di stato è il primo passo per il baratro. La banca centrale nei momenti di crisi sostiene l'Economia e non regola solo l'inflazione.
Tutte le grandi testate italiane danno a Syriza l'etichetta movimento antieuropeo populista quando non è mai stato nessuno delle due cose, più semplicemente un movimento socialista. È la distorsione della realtà per trovare un disallineato dall'idea imperante e colpirlo duramente. Scandaloso eppoi é accusare Tsipras di eresia,nell'aver indetto un referendum; Dio bono a chi chiedi se vuole fare sacrifici se non a chi deve farli? La democrazia che valore aggiunto ha, se decide Junker per tutti.
l'Islanda non ha ripagato nemmeno un dollaro o sterlina dei suoi debiti e non è diventata un paese del terzo mondo. E' inutile fare questo terrorismo economico; il rischio dell'uscita della Grecia è solo politico. Alla fine si arriva sempre a una ristrutturazione del debito.
Se la Grecia esce per la miopia della classe dirigente Europea,una stella alla volta l'Europa si spegnerà. ps: le quote dei migranti-rifugiati ripartite fra i paesi non sono vincolanti e da decidere fra due mesi, significa che il problema rimane nostro grazie Eurogruppo.
La Grecia non ha nemmeno il tempo di esprimersi con un voto popolare sulle misure prese dall'Eurogruppo. La stupidità della questione è ridicola, se un credito è inesigibile non è aumentando le rate che il problema si risolve, va ristrutturato come ha sempre detto Vaurofakis. Si mette il paese in condizione di crescere e si prende quello che può ridarti. Nella situazione Greca, l'Europa ha colpe innegabili visto che lei ha certificato i bilanci e dato i prestiti a una classe politica filo Europea e filo Troika. Ha coinvolto il FMi mentre poteva benissimo lasciarlo fuori in questo modo ha esternalizzato il disastro. Questa Europa non solo è dannosa, stupida, miope e contraria al benessere dei popoli ma è inutile. Vediamo come andrà a finire, ma già da ora L'Europa è solo un nome di un aggregato di individualismi egoisti che opprime il più debole e rende i più forti i padroni del gioco.
OGNI VOLTA CHE CI SCHIERIAMO CON LA GERMANIA SIAMO FOTTUTI E NON CONTIAMO NULLA
Massimiliano Lenzi per "Il Tempo"
Massimiliano Lenzi per "Il Tempo"
Impressionante, non c'è altro aggettivo per descrivere il fallimento della linea politica tenuta da Matteo Renzi sulla crisi greca. Ieri, chiuse le urne del referendum popolare nel paese ellenico e visti i primi sondaggi che davano il no in vantaggio, Angela Merkel, la Cancelliera tedesca, annunciava che sarebbe volata oggi a Parigi, per incontrare il presidente francese Hollande in un vertice d'emergenza in cui decidere il da farsi.
L'Italia, in questo nuovo e complicato risiko politico che si apre all'indomani del voto greco, appare irrilevante e la ragione è semplice: l'errore imperdonabile di Matteo Renzi di schierarsi con il più forte, la Germania, e quindi di appiattire sul muro tedesco verso Tsipras ogni possibile linea di mediazione italiana. Ecco, quindi, che all'indomani del referendum l'asse franco-tedesco si rivela centrale ancora una volta, costringendo il nostro Paese ad una irrilevanza strategica in un momento storico e decisivo per il futuro dell'Unione europea.
La mediazione tra la linea tedesca, i creditori, la Bce, e la Grecia la porterà avanti con ogni probabilità proprio Hollande che sulla durezza delle scelte dell'Eurogruppo aveva già espresso, prima del voto di ieri, diverse perplessità e in rappresentanza italiana, per nazionalità ma non per mandato politico, resterà solo il governatore della Bce Mario Draghi. Ciò che colpisce della linea in politica estera che Matteo Renzi sta imprimendo all'Italia è la totale sua inadeguatezza al momento storico e politico.
Tra l'altro, giorni fa, proprio Renzi in una intervista al 'Corriere della Sera', parlando di Grecia, aveva detto che lui ai vertici non andava anche se Tsipras lo aveva invitato. Come non capire che un terzo incomodo italiano tra Parigi e Berlino, nelle vicende di Atene - oltreché lasciare Tsipras e la Grecia meno soli - sarebbe stato salutare per ridisegnare il ruolo dell'Italia nella Ue e anche condizionare alcune scelte europee?
Bene, Renzi non lo ha capito oppure ha sbagliato i calcoli politici come, del resto, sulle politiche per l'immigrazione dove l'Italia non riesce a far passare, al Consiglio Europeo e in sede decisionale, provvedimenti che allentino il peso degli sbarchi (e degli aiuti) dei profughi sulle nostre coste, redistribuendoli in modo permanente e duraturo, equo, tra tutti i 28 paesi dell'Ue, a cominciare da Francia e Germania per arrivare agli Stati baltici.
Impressionante, appunto, un aggettivo che all'inizio di questo articolo non abbiamo impiegato a caso visto che è il termine più frequente con cui negli ultimi quattro anni, dalla fine del 2011 anno in cui han costretto a sloggiare Silvio Berlusconi, la Merkel definisce le riforme italiane, indipendentemente dal premier che incontra, che sia Renzi, Monti o Enrico Letta. Eppure a Renzi sarebbe bastato poco, rileggersi un po' di storia sulla nascita dell'Europa, dal progetto dei padri fondatori a metà del secolo scorso, sino ad oggi per capire che schiacciarsi sulle posizioni tedesche, per l'Italia, non è mai un vantaggio politico.
Non lo è stato nelle due guerre mondiali, la I l'abbiamo vinta contro gli Imperi centrali e contro la Germania, la II l'abbiamo persa da alleati della Germania nazista, salvo poi cercar redenzioni dopo il 25 luglio e l'8 settembre. A Renzi sarebbe bastato avere un poco più di coraggio politico perché la politica estera non si fa regalando a Tsipras una cravatta (come fece mesi fa Matteo Renzi, dicendo al Premier greco di indossarla quando il suo Paese sarebbe uscito dalla crisi) e non andando ai vertici. Impressionante, direbbe la Merkel. Perché Renzi non regala una cravatta pure a lei?
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