Monica era stupenda una frangetta le copriva il viso, un
naso piccolo gli adornava delle labbra piene e carnose e due occhi scuri come
la notte compivano il mosaico della sua bellezza. Era una perla in mezzo a un mondo fantastico
di streghe e demoni, di rosso e di vita
notturna. La prima sera mi trovai perso, vagavo senza meta in quei
vicoli, in quei viali avevo trovato in mio inferno un continuo girare in un
paradiso di promesse da guardare; una innaturale incapacità di uscirne. Stessa
via, stessi vicoli rifatti più volte; negli anfratti le sirene ti ammaliavano,
ti chiamavano. Ulisse scendi, qui troverai il tuo mondo, la tua casa la tua
Penelope; guardai i miei occhi riposa i tuoi fantasmi. Lampi di luce, attimi di
vuoto e sogni sospesi fra inquietudine e voglia. Ad un tratto un canto più forte così intenso
da atterrire qualsiasi cuore; ed era lì perfetta, cristallina di una bellezza pura. Quella bellezza che
uccide qualsiasi Idea di male e di sbaglio, di giusto e sbagliato, di corrotto
e ambiguo; una bellezza che trovava il suo
mondo in se stessa, un assoluto in un mare in tempesta e senza meta. Monica chiamava ed Ulisse non torno più a
casa.
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