Entrò Carla; aveva indossato
un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel
movimento di chiudere l'uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le
pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse
e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata
e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo
seduto sul divano; un'oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.
Vide Lisa alzarsi e sedersi al suo fianco “Via” ella disse
posando una mano goffa e consolatrice sulla testa; “ Via fatti coraggio,
capisco che ti debba dispiacere, si vive con la certezza che una persona meriti
il nostro affetto , la nostra stima, epoi….ad un certo punto tutto crolla
intorno a noi ..ma non importa…questo ti sarà di ammaestramento”…
“Siamo tutti uguali”
penso: “ fra le mille maniere di fare un’azione scegliamo sempre la peggiore”
“come si fa?” disse la madre; “ non si può mica dir sempre
la verità in faccia alla gente..le convenzioni sociali obbligano spesso a fare
tutto l’opposto di quel che si vorrebbe..se no chi sa dove si andrebbe a finire..”
Era come quando al cinematografo , davanti agli occhi
sbarrati della moltitudine, sfilano al ritmo trinofnale e nostalgico dell’orchestra
le alte città e tutte le loro ricchezze, i paesaggi lontani, le avventure, le
donne più belle e gli uomini più fortunati.
Al ritmo affrettato del suo cuore illuso, il cinematografo delle sue
ambizioni girava sempre più presto … sullo schermo della sua fantasia le
immagini si inseguivano , si raggiungevano , si mescolavano, si sorpassavano …era
la corsa delle speranze, che toglie il respiro , fa tremar l’anima, illude e
finalmente si dissolve lasciando la mediocre realtà; esattamente come al
cinematografo , quando si fa luce e gli spettatori si guardano fra di loro con
facce disincantate e amare..
Un disgusto opaco l'opprimeva; i suoi pensieri non
erano che aridità, deserto; nessuna fede, nessuna speranza alla cui ombra
riposare e rinfrescarsi; la falsità e l'abbiezione di cui aveva pieno l'animo
egli le vedeva negli altri, sempre, impossibile strapparsi dagli occhi quello
sguardo scoraggiato, impuro che si frapponeva tra lui e la vita; un po' di
sincerità, si ripeteva riaggrappandosi alla sua vecchia idea fissa, "un
po' di fede… e avrei ucciso Leo… ma ora sarei limpido come una goccia d'acqua."
Si sentiva soffocare; guardò Lisa, pareva contenta: "Come vivi?" avrebbe voluto gridarle: "sinceramente? con fede? dimmi come riesci a vivere." I suoi pensieri erano confusi, contraddittori: "E ancora" pensava con un brusco, disperato ritorno alla realtà, "forse questo dipende soltanto dai miei nervi scossi… forse non è che una questione di denaro o di tempo o di circostanze." Ma quanto più si sforzava di ridurre, di semplificare il suo problema, tanto più questo gli appariva difficile, spaventoso. "È impossibile andare avanti così." Avrebbe voluto piangere; la foresta della vita lo circondava da tutte le parti, intricata, cieca; nessun lume splendeva nella lontananza: "impossibile." (cap. XVI, p. 284)
Si sentiva soffocare; guardò Lisa, pareva contenta: "Come vivi?" avrebbe voluto gridarle: "sinceramente? con fede? dimmi come riesci a vivere." I suoi pensieri erano confusi, contraddittori: "E ancora" pensava con un brusco, disperato ritorno alla realtà, "forse questo dipende soltanto dai miei nervi scossi… forse non è che una questione di denaro o di tempo o di circostanze." Ma quanto più si sforzava di ridurre, di semplificare il suo problema, tanto più questo gli appariva difficile, spaventoso. "È impossibile andare avanti così." Avrebbe voluto piangere; la foresta della vita lo circondava da tutte le parti, intricata, cieca; nessun lume splendeva nella lontananza: "impossibile." (cap. XVI, p. 284)
Michele era uscito per visitare Lisa; Per tutta la mattinata
l’idea di questo incontro si era nascosta dietro ogni suo pensiero, creando
quello stesso disagio che in una compagnia numerosa provoca un fatto a tutti
noto e di cui nessuno osa parlar per primo.
Un disgusto opaco l’opprimeva , i suoi pensieri non erano
che aridità, deserto; nessuna fede , nessuna speranza, alla cui ombra riposare
e rinfrescarsi; la falsità e l’abiezione di cui aveva pieno l’animo egli le vedeva
negli altri, sempre, impossibile strapparsi dagli occhi quello sguardo scoraggiato , impuro che frapponeva fra lui e
la vita; un po’ di sincerità, si ripeteva riaggrappandosi alla usa vecchia idea
fissa, “un po’ di fede..e avrei ucciso Leo…ma ora sarei limpido come una goccia
d’acqua”..
“E invece tutto è così semplice”, aveva pensato infilandosi
davanti allo specchio i pantaloni da Pierrot “lo prova il fatto che nonstante
quel che è avvenuto io mi travesto e vado a ballare..”..
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