Ciampa: Incarico? Ma lei può sempre comandarmi, signora! È la mia padrona! E per me, caro signor Fifì, andare a prendere una boccata d'aria in una grande città come Palermo, ma si figuri, è la vita! Soffoco qua, signora mia! Qua non c'è aria per me. Appena cammino per le strade di una grande città, già non mi pare più di camminare sulla terra: m'imparadiso! mi s'aprono le idee! il sangue mi frigge nelle vene! Ah, fossi nato là o in qualche città del Continente, chi sa che sarei a quest'ora...
Fifì: Professore... deputato... anche ministro...
Ciampa: E re! Non esageriamo. Pupi siamo, caro signor Fifì! Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo lei, pupi tutti. Dovrebbe bastare, santo Dio, esser nati pupi così per volontà divina. Nossignori! Ognuno poi si fa pupo per conto suo: quel pupo che può essere o che si crede d'essere. E allora cominciano le liti! Perché ogni pupo, signora mia, vuole portato il suo rispetto, non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentar fuori. A quattr'occhi, non è contento nessuno della sua parte: ognuno, ponendosi davanti il proprio pupo, gli tirerebbe magari uno sputo in faccia. Ma dagli altri, no; dagli altri lo vuole rispettato. Esempio: lei qua, signora, è moglie, è vero?
Beatrice: Moglie, già! almeno...
Ciampa: Si vede dal modo come lo dice, che non ne è contenta. Pur non di meno, come moglie, lei vuole portato il suo rispetto, non è vero?
Beatrice: Lo voglio? Altro che! Lo pretendo. E guaj a chi non me lo porta!
Ciampa: Ecco, vede? Caso in fonte. E così, ognuno! Lei forse col cavalier Fiorìca, mio riverito principale, se lo conoscesse soltanto come un buon amico, potrebbe stare insieme nella pace degli angeli. La guerra è dei due pupi: il pupo-marito e la pupa-moglie. Dentro, si strappano i capelli, si vanno con le dita negli occhi; appena fuori però, si mettono a braccetto: corda civile lei, corda civile lui, corda civile tutto il pubblico che, come vi vede passare, chi si scosta di qua, chi si scosta di là, sorrisi, scappellate, riverenze ‑ e i due pupi godono, tronfii d'orgoglio e di soddisfazione!
Fifì (ridendo): Ma sapete che siete davvero spassoso, caro Ciampa!
Ciampa: Ma se questa è la vita, signor Fifì! Conservare il rispetto della gente, signora! Tenere alto il proprio pupo ‑ quale si sia ‑ per modo che tutti gli facciano sempre tanto di cappello! ‑ Non so se mi sono spiegato. ‑ Veniamo a noi, signora. Che devo andare a fare a Palermo?
Beatrice (impressionata e rimasta astratta, sopra pensiero): A Palermo?
Fifì (richiamandola a se): Ohé, Beatrice!
Beatrice: Ah, già... ecco... M'era parso di sentire rientrare Fana di là...
Ciampa: La signora ha forse cambiato idea?
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