All’improvviso mi trovai a times square. Avevo fatto
tredicimila chilometri su e giù per il continente americano e adesso ero
tornato a Times Square; e proprio all’ora di punta ,anche, e ai miei occhi
innocenti da vagabondo toccava di vedere l’assoluta follia e il fantastico,
fragoroso via vai di New York con i suoi milioni e milioni di abitanti che
sgomitano instancabili per qualche dollaro, l’allucinante sarabanda del prendi,
arraffa, dai, sospira, muori, solo per esser sepolti in quelle orribili città
funerarie di Long Island City.
E naturalmente adesso nessuno può dirci che Dio non esiste.
L’abbiamo visto in tutte le forme . Ricordi Sal, quando sono arrivato a New
York e volevo che Chad King mi
insegnasse Nietzsche? Vedi quanto tempo è passato? Va tutto bene , DIO esiste,
noi sentiamo il tempo. Tutto quello che è stato predicato dai greci in poi è
sbagliato. Non si arriva da nessuna parte con la geometria e sistemi geometrici
di pensiero. E’ tutto qui.
Il fatto è che non bisogna fissarsi.
Ma non era così, Qualcosa, qualcuno , uno spirito , inseguiva
tutti noi nel deserto della vita, destinato a prenderci che potessimo
raggiungere il paradiso. Naturalmente, ora che ci ripenso, non poteva essere
che la morte, che afferrerà tutti prima del paradiso. La sola cosa che ci fa
spasimare nei giorni della vita , che ci fa sorridere e gemere e ci procura
dolci nausee di tutti i tipi, è il ricordo di una felicità probabilmente
sperimentata nell’utero materno, che può riprodursi soltanto nella morte.
L’inizio el nostro viaggio fu misterioso e spruzzato di
pioggia. Si capiva che sarebbe stato un’unica grande saga di nebbia
strillo Dean. !> si chinò sul volante e
schiacciò l’acceleratore ; era di nuovo nel suo elemento , si vedeva benissimo
.Eravamo tutti felici , ci rendevamo conto che ci stavamo lasciando alle spalle
confusione e assurdità per compiere l’unica e nobile funzione che avevamo a
quel tempo, Andare.
Mi fermai a un baracchino dove un uomo vendeva chili rosso e
piccante in contenitori di carta; ne compari un po’ e lo mangiai camminando per
le strade buie e misteriose. Avrei voluto essere un messicano di Denver , o
perfino un povero giapponese stremato dal lavoro, qualunque cosa tranne quello
che tristemente ero, un “bianco” disilluso. Per tutta la vita avevo avuto
ambizioni bianche.Inoltre tutti i miei amici di New York avevano l’atteggiamento negativo da incubo
di chi critica la società partendo da faticose posizioni
psicoanalitiche, libresche o politiche; Dean invece ci sguazzava,nella società,
avido di pane e di amore; non gli importava di quello che succedeva, e
, e allora via tutti a mangiare, quel cibo che come dice
l’Ecclesiale < è la tua porzione sotto il sole>
Non è forse vero che si comincia a vivere da bambini
innocenti che credono a tutto quello che succede sotto il tetto paterno? Poi
arriva il giorno dei Laodicei, quando si capisce di essere sfiniti e infelici e
poveri e ciechi e nudi, e con facce da spettri orridi e dolenti ci si incammina
rabbrividendo lungo il sentiero da incubo della vita.